Nel 1967 un gruppo di artisti composto da Giovanni Anselmo, Alighiero Boetti, Pier Paolo Calzolari, Luciano Fabro, Jannis Kounellis, Mario Merz, Marisa Merz, Giulio Paolini, Pino Pascali, Giuseppe Penone, Michelangelo Pistoletto, Emilio Prini e Gilberto Zorio, veniva definito dallo storico dell’arte contemporanea Germano Celant con il termine “Arte Povera” ricollegadosi alle grandi utopie delle avanguardie storiche per il suo esprimersi non rigido né impositivo basato sulla relazione con le situazioni sociali e culturali, ambientali e contestuali.
Da settembre 2011 ad aprile 2012 è in mostra l’Arte Povera 2011 a cura di Germano Celant, che si svolgerà contemporaneamente, in diversi e importanti musei e istituzioni culturali attraverso l’Italia, nelle città di Bari, Bergamo, Bologna, Milano, Napoli, Roma e Torino. L’intera operazione, per l’ampiezza dei contenuti, per il numero delle istituzioni coinvolte si può considerare il progetto espositivo più importante mai realizzato su un movimento chiave dell’arte contemporanea italiana. Il curatore ha concepito un arcipelago di mostre che mettendo insieme un alto numero di opere storiche e recenti, si propone come un viaggio nel tempo dal 1967 al 2011, attraverso diverse situazioni architettoniche e ambientali, relativo agli avvenimenti nazionali e internazionali che hanno avuto come protagonisti gli artisti dell’Arte Povera.
A Milano dove non si è mai tenuta in precedenza una grande antologica sull’Arte Povera, la Triennale ha colto l’occasione per presentare, dal 24 ottobre, Arte Povera 1967-2011 che copre l’intero arco della ricerca: dalla sua nascita alle più recenti manifestazioni. Lo spazio espositivo è Sviluppato sui due piani dell’edificio progettato da Muzio nel 1931, e si compone di due parti: la prima, allestita al piano terra, è dedicata alle opere storiche realizzate dal 1967 al 1975 che segnano l’esordio linguistico dei singoli artisti. La seconda, ospitata nei grandi spazi aperti del primo piano, aspira a documentare lo spirito fluido e spettacolare delle imponenti opere realizzate dai singoli artisti dal 1975 al 2011, le quali, poste in dialogo tra loro, si intrecciano a formare un percorso di momenti intensi e contrastanti in cui il visitare è accolto a sperimentare.
Un percorso artistico che riesce a spaziare in tutti i territori della comunicazione visiva, senza distinguere tra i valori energetici e fisici, concettuali e concreti di un fare che può oscillare dalla scultura alla performance, dalla fotografia alla televisione. Un muoversi aperto e non lineare, ma sferico che porta l’attenzione all’aspetto contingente quanto al lato frammentario, contraddittorio, pluralistico, vagabondo e discontinuo del reale. Aperto ad un pensiero che tende a consolidarsi in processi mobili e variabili, il linguaggio dell’Arte Povera si è caratterizzato da un uso filosofico quanto concreto di materiali eterogenei che vanno dalla storia dell’arte alla rappresentazione simbolica, dall’estetica del terrestre alla dinamica del celeste, da un’estetica del grezzo a una preoccupazione del naturale. Un agire costante seppure oscillante tra il discorso metafisico e la totalità sensoriale, con l’utilizzo di acqua e pietra, fuoco ed elettricità, parole e idee fino a coinvolgere animali e vegetali che assumono un’importanza particolare per il loro appartenere all’essenziale ed incontrollabile mondo della natura.
“Lo spirito radicale che informava le prime ipotesi di interpretazione dell’Arte Povera, definendole di “guerriglia”2, corrispondeva a un ingenuo spirito di ribellione al presente e futuro dominio. Non certamente da un punto di vista locale contro il globale, ma da una prospettiva che, nutrendosi nell’humus ribollente che alimenterà le vicende degli anni sessanta, cercava di reagire contro l’espansione di un controllo che non era solo economico e culturale, ma principalmente linguistico, perché affidato allo status conservativo della pittura, dall’Action Painting alla Pop Art.” Germano Celant
Arte Povera 1967 – 2011
Triennale di Milano
a cura di Germano Celant
25 ottobre 2011 – 29 gennaio 2012
Ingresso 8,00/6,50/5,50
Orari: martedì-domenica 10.30-20.30
giovedì e venerdì 10.30-23.00

