Il weekend a Bruxelles non è stato solo birra, locali e il tentativo disperato di rientrare nei mitici 501!
Durante la manifestazione Parcours D’Artistes a St. Gilles abbiamo incontrato David Marchandise artista emergente belga.
Ci accoglie nella sua casa/studio, più atelier e meno appartamento direi, un luminosissimo loft all’ultimo piano che l’artista ha allestito con delle grandi tavole imbandite. Una serie di oggetti in ceramica dall’accurata scelta cromatica, i colori sono così armoniosi che più che guardare sembra di gustare. Sono tutti pezzi realizzati dalla Cina alla Toscana, come ci racconta il poliedrico David, durante una tazza di tea rigorosamente verde. Ci raggiunge la cugina e in un attimo ci troviamo a scambiarci vissuti, idee sul panorama dell’arte contemporanea e sull’Italia in generale che conosce molto bene e dove ha deciso di stabilirsi prossimamente.
David ha vissuto a NY e le sue opere risentono di questo soggiorno determinante per la sua crescita artistica. Il progetto Doors, una serie di porte scorrevoli dipinte che possono essere assemblate e sovrapposte in molteplici combinazioni, un’opera in divenire che racchiude le influenze espressioniste dai moti impulsivi e rabbiosi che ricordano De Kooning e Kline e le tenendeze più composte, geometriche ed essenziali del minimalismo che quì vede Rothko e Newman. Al centro della riflessione un tema fulcro è “la convivenza degli opposti”, il dualismo si semplifica e si ordina verso il sano equilibrio del logos e pathos. (In tutto ciò il nostro nuovo amico non poteva che non essere bello, curato, sano e soprattutto maestro di yoga!)
[youtube]https://www.youtube.com/watch?v=3yS2Or0rqf8[/youtube]
“Comment exprimer ma passion pour le couleur et m’autoriser une continuitè?”
David ci sorprende ancora raccontandoci la sua partecipazione al progetto delle residenze d’artista in Cina che ha ulteriormente influenzato il suo lavoro verso una delicatezza, fragilità e minuzia tipica della cultura orientale che esalta il dettaglio per personalizzare l’insieme.
La sua è un’arte libera, conciliante, quasi primitiva nella scelta di forme non finite, colorazioni naturali che sembrano improvvisate, nate dallo stato momentaneo in un percorso di ricerca verso la purezza.