Il PAC dal 6 luglio presenta la prima mostra monografica italiana dedicata ai lavori dell’artista israeliano Elad Lassry confermandosi ancora una volta come uno degli spazi più vitali dell’arte contemporanea milanese.
Elad nasce 1977 a Tel Aviv, vive e lavora a Los Angeles. Applaudito dal pubblico italiano nell’ultima edizione della Biennale di Venezia il suo lavoro è caratterizzato da una riflessione sull’ubiquità dell’immagine nella società contemporanea e sulla possibilità di ridefinire codici visivi conosciuti e abitudini interpretative. La riflessione è incentrata sull’atto stesso del vedere, sulla costruzione della rappresentazione e sull’osservazione propria delle immagini, sulle quali sono proiettati significati estranei che provengono dalla nostra stessa esperienza autobiografica e culturale.
Il percorso espositivo presenterà un’ampia selezione di opere a parete, quattro film, nuove opere di scultura e un’installazione che fonde fotografia, scultura e architettura realizzata appositamente per il PAC.
Le sue opere rivelano forza visiva e rigore concettuale, inizialmente con fotografie e film in 16 mm., per poi introdurre nella sua più recente produzione anche la scultura, l’intervento architettonico, il disegno e la performance.
Le fotografie di Elad Lassry presentano soggetti all’apparenza familiari: persone, animali, luoghi e oggetti più o meno banali, ma è il modo in cui l’artista li seleziona e li immortala che crea un effetto ambiguo e totalmente straniante. Le persone hanno pose rarefatte, gli animali e la natura sembrano avere un aspetto plastificato, totalmente statico, sono oggetti del tutto artificiali che ricordano le composizioni di fotografia pubblicitaria.
L’assenza di parole contraddistingue l’universo visivo di Elad Lassry, non solo i suoi film sono muti ma c’è una costante ricerca di perfezione formale nelle sue immagini tutte costruite attraverso una elaborata scenografia che appare come sospesa e ricca di contrasti sottintesi: seduzione e repulsione, ambiguità e straniamento. Nessuna spontaneità, tutto è studiato e l’assenza di luce naturale produce quell’intensità cromatica che acuisce la tattilità delle immagini.
Inoltre una serie di stratagemmi formali sono messi in atto per creare ulteriore ambiguità tra l’immagine e la sua cornice, Lassry stabilisce delle corrispondenze cromatiche che rafforzano l’oscillazione tra bidimensionalità e tridimensionalità trasformando l’immagine stessa in un oggetto che sembra prossimo alla scultura.
Altrettanto può dirsi per i film in 16 mm in mostra al Pac con una selezione di quattro opere prodotte tra il 2007 e il 2010: qui il movimento esiste soltanto come attenta coreografia, tra figura e ambiente si stabilisce una sorta di osmosi visiva che riporta al piano dell’esistenza ottica e percettiva.
ELAD LASSRY
6 luglio_16 settembre 2012
A CURA DI
Alessandro Rabottini
PAC Padiglione d’Arte Contemporanea
Via Palestro 14, Milano
ORARI DI APERTURA:
lunedì 14.30 – 19.30 | Da martedì a domenica 9.30-19.30 | giovedì 9.30-22.30
INGRESSO GRATUITO