Si inaugura oggi il festival VIDEO SOUND ART a Milano. Attendiamo con ansia le performance della serata di inaugurazione del Festival che vedranno tra gli altri il toscano e giovanissimo Francesco Briganti, detto il Briga, che abbiamo scoperto essere, oltre a vj di serate ed eventi, un illustratore notevole e soprattutto un’abile progettista di graphic e motion design e video mapping.
Stai intraprendendo la strada di un creativo a 360 gradi. La prima volta “con la matita” (o dovremo dire la penna grafica!) in mano.
La prima volta con la matita non la ricordo neanche, ho sempre disegnato fin da quando ne ho memoria.
Per quanto riguarda la penna grafica, non riesce ancora a sostituire la carta; quando disegno uso sempre le mie chine.
I tuoi riferimenti di stile.
In generale ho chiara l’idea di estetica che mi ispira ma non ti saprei trovare molti riferimenti. Sono uno di quelli che si ricorda i film, ma non i registi.
Ruoto molto intorno al bianco e nero, amo il fumetto (Sergio Toppi in particolare) e mi intriga tutto ciò che ha componenti di Op Art, geometria, noise, glitch, ecc…
Sappiamo che il video non è la tua sola abilità, sei un vj e soprattutto realizzi delle illustrazioni superbe. Come coniughi le tue passioni, il lavoro di giorno e il club di notte?
Sta diventando abbastanza difficile. Grazie alle video installazioni ho approcciato l’animazione che al momento mi dà più lavoro dell’illustrazione, ma è tutta una questione di equilibri.
Se sono pieno di lavoro da una parte, difficilmente riesco a concentrarmi sull’altra. Per il disegno in particolare non riesco a essere produttivo se non ho la mente libera. Quando ero spensierato disegnavo tutti i giorni.
Per quanto riguarda i club sto iniziando a dare priorità al quadro generale. Ho lavorato due anni per un settimanale ma in un periodo ancora di studi in cui avevo più tempo e meno lavoro. Adesso, con gli impegni che si accumulano, sto apprezzando la serata libera, ma voglio continuare a coltivare questa scena che seguo da sempre e che mi ha dato tanto.
Un’anticipazione del tuo progetto alla manifestazione VIDEO SOUND ART.
È un progetto a cui tengo molto, avendo collaborato con VSA per la scorsa edizione come illustratore realizzando la locandina di Open Call e avendo potuto vedere il mio autoritratto utilizzato come Key Visual del festival. Partecipare quest’anno come artista proponendo un altro lato del mio lavoro è una bella emozione.
Sono rimasto soddisfatto dei contenuti del progetto e dal feedback ricevuto dall’organizzazione; anche tecnicamente, sentendomi ancora agli inizi su tante cose, è stato un bel risultato.
Ed è stata anche una bella occasione per lavorare con un caro amico, Emre Baloglu, che ha curato il Sound Design del progetto.
Restando al tema del festival, “the man into the map”, il video mapping ruoterà intorno alla tecnologia per lo spostamento ed avrà come protagonista l’elemento Sonar.
Il risultato è stato un po’ una riflessione su come varia la destinazione della stessa tecnologia in base al contesto.
Cosa ti ha spinto a trasferirti a Milano e continua a farti restare?
È stato un po’ un caso, ma sicuramente devo ringraziare la mia famiglia.
Avevo già passato due anni in due università (sempre attinenti alla grafica) ma mai abbastanza soddisfacenti da perderci tre anni.
Un amico di mio padre ci presentò Armando Milani, un grafico milanese che accettò di prendermi come stagista nel suo studio, quello fu il primo passo.
Da lì ho scelto di rimanere per studiare, ma soprattutto per vivere una città come Milano, che per me che vengo da un paese di provincia è stato un pozzo senza fondo di stimoli.
In 4 anni sono nate le amicizie, i rapporti di lavoro. Gli stimoli aumentano sempre di più e sono questi i motivi che mi spingono a restare.