
“Le mie opere hanno come protagonisti pesci, fiori, corpi, paesaggi, creati assemblando i rifiuti dell’uomo riportatati a riva dal mare: oggetti e frammenti di manufatti in plastica, legno, metallo raccolti e utilizzati senza mai aggiungere e neppure togliere nulla. Perché Le cose che raccolgo mi piacciono per quello che sono.
Un tappo consumato, un pezzo di legno scolpito dal mare, un pettine contorto: li osservo per se stessi e come parte fondamentale di qualcos’altro. Sono materiali che l’uomo consuma e butta nel mare: materiali che il mare ri-genera, ri-vitalizza e a mio modo di vedere purifica.
Nascono da una ricerca sul ‘paesaggio’ gli ultimi miei lavori. Opere che rimandano agli elementi originari: terra, aria, acqua; ‘residui’ del mondo industriale portati verso un inedito destino. Sono geografie. Sono isole, giardini, fiori da leggere come scorci, affioramenti, ricordi, viaggi immaginari ma possibili. Sono terre che emergono dal mare, fiori, pesci, sempre in movimento: come paesaggi interiori, ‘diversità che si ‘rifugia’ in una nuova realtà.”

Così Marillina Fortuna racconta la genesi e l’anima delle sue creazioni che nascono appunto dall’assemblaggio di matriali recuperati lungo i litorali marini. Di qui il titolo di questa collezione di opere bidimensionali e tridimensionali che hanno come protagonisti pesci (Junk Fish), fiori (Junk Flowers), corpi (Junk Bodies), ritratti (Junk Faces), paesaggi (Junk Lands): JUNK COLLECTION.
I residui, la “spazzatura”, le cianfrusaglie lavorate dal mare, dal vento e dal tempo rinascono, nelle mani di Marillina, a nuova vita, assemblandosi per dare forma a paesaggi, forme, isole, volti, animali, fiori e città.
Come quando da bambini conservavamo vetri smussati e sassolini trovati sulla spiaggia, quest’artista trova in ciò che il mare restituisce tutto il materiale che le serve: ogni pezzo trovato assume così un aspetto prezioso perchè ha una sua storia ed insieme agli altri pezzi con cui viene assemblato si prepara a narrare un nuovo racconto.


