Mr. Di Maggio non ha bisogno di avere un luogo per confinare le sue opere. I suoi lavori parlano, ti osservano e a volte urlano nelle strade cittadine. Se alzate lo sguardo li potrete vedere, rifletteranno voi stessi, i vostri vizi o virtù.
L’affanno di una vita scandita da gesti inconsulti gestiti da una periferica elettronica. La testa bassa a guardare i profili di chi shera cose, cibi, pezzi di sè. Lo scambio incessante di informazioni senza empatia. Come si fa a non perdersi?
E’ veramente difficile! Cerco tutti i giorni di incamminarmi sulla retta via, a volte imbocco il sentiero giusto altre mi sbaglio e mi perdo. La periferica elettronica mi fa senza dubbio paura. Devo dire che mi controllo tanto e cerco di non abusarne, oggi giorno farne a meno è impossibile limitarsi però è meglio. Non amo rendere pubblica la mia vita privata e limitatamente shero il mio lavoro. Preferisco di gran lunga ancora sedermi davanti ad una persona per scambiare opinioni, pensieri e condividere emozioni.
C’è chi protesta per avere spazi per l’arte e chi sceglie di esercitare la propria arte in ogni dove perché basta lo spirito. I personaggi di Mr. Di Maggio dove trovano la loro casa?
I personaggi di Mr. Di Maggio trovano casa un po’ ovunque. Sono sognatori e viaggiatori, a volte sereni a volte affaticati. Dipende un po’ dalla situazione in cui mi trovo in quel particolare periodo in quel luogo preciso. Non esiste un luogo specifico ne studiato. A Tel Aviv li trovi in strada, A New York sono sui tetti di alcuni palazzi di Brooklyn e sono stati affissi su cartelloni pubblicitari così come lo sono stati a Milano fino a 2 anni fa. Negli ultimi mesi sono stati creati in una stanza per preparare le due mostre di Milano e Roma. Non mi interessa molto protestare per avere spazi dove creare, in un modo o in un altro ho sempre agito in qualsiasi situazione mi son trovato, se hai dentro una forte motivazione spontaneamente FAI e tutto il resto vien da se… e il tuo spirito è appagato.
Come ti sei avvicinato al mondo dell’arte e perché.
Mi sono avvicinato al mondo dell’arte dopo aver lavorato anni come grafico pubblicitario. La grafica non mi dava più soddisfazioni e non mi permetteva di portare a casa uno stipendio adeguato al costo della vita contemporaneo così ho pensato: “hm, guadagnare poco per guadagnare poco è molto meglio sperimentare e creare liberamente“. Così abbandonata la grafica, ho avuto la fortuna di lavorare part-time in un negozio di abbigliamento sportivo monomarca americano e part-time sperimentare le mie sensazioni!
Ho potuto osservare alcuni tuoi lavori a Venduto 4 e non solo. Mi hanno coinvolto le forme create da fasci muscolari di colore puro tesi a disegnare volti espressivi che rivelano emozioni viscerali. Personaggi reali, fantasie mentali, entrambi?
Credo che i miei personaggi siano l’immagine riflessa di personaggi reali, autoritratti e fantasie mentali. C’è sempre qualcosa di autobiografico; qualcuno che mi colpisce; sogni fatti; storie raccontate; emozioni provate; desideri…!
So che condividiamo una passione. In bicicletta sono libera. Partiamo insieme, dove ci portano le due ruote?
Ti andrebbe di fare un tour delle Dolomiti o il giro della California? Sono i miei prossimi viaggi in bici, sarei onorato e felice di aver un partner per questi viaggi, seriamente. Nel frattempo pedalare per le vie di Milano, prendere un caffè, fare due commissioni mi rende tranquillo e appagato. Caffè?
E ora una domanda d’obbligo! Che modalità hai in testa?
Vorrei tanto avere una modalità serena costante…con pazienza ci arrivo…
Luca Di Maggio inizia il suo percorso a Vienna, si trasferisce successivamente in Italia e sceglie la facoltà di legge all’Università Statale di Milano ma da subito capisce che il ramo da lui prescelto non fa parte del suo DNA, s’indirizza quindi verso altri istituti dove otterrà i diplomi di Grafico Pubblicitario e Web Designer. Curiosità e desiderio di scoprire il mondo lo spingono a viaggiare, New York poi Tel Aviv con il progetto di una sua mostra e successivamente, grazie ad una borsa di studio, Boston dove seguirà i corsi alla SMFA, School of the Museum of Fine Art.
In questo percorso nomade Luca perfezione e affina il suo linguaggio artistico. Associa le città in cui ha vissuto a degli ipotetici luoghi dove potrebbe abitare senza dimenticare il suo bisogno quasi ossessivo di esistere a contatto con la natura. La sua espressione pittorica si realizza attraverso molteplici righe, tratti espressivi che prendono forma e creano soggetti che, a seconda del suo umore, si materializzano nel loro umore. Personaggi, visi, in uno specchio, un riflesso impreciso, che esteriorizza il suo essere, come degli autoritratti: “l’interiore è l’essenza dell’anima, sperimentare fino a trovare il tratto caratterizzante per il proprio lavoro è la tecnica fondamentale“. I suoi colori sono: blu cobalto, giallo ocra, rosso e derivati, il nero e i fluo.
Come dei diari i suoi dipinti raccontano di lui. “Se non si conosce se stessi si vive dormendo. La non consapevolezza del proprio io è motivo di confusione e letargia”. Spesso i sui personaggi sono raffigurati in bicicletta, un mezzo che per Luca rappresenta la libertà prima di tutto ma anche la fatica, proprio come la vita: la si può vivere in libertà se abbastanza svegli ma la fatica prima o poi, a periodi, si fa sentire sempre.
Per lui la definizione di artista è il fare le cose che tutti sono in grado di fare mettendoci però il proprio tocco personale, che viene dal cuore e dallo spirito. Per lui l’arte è il sapere vivere la propria vita senza sentire il bisogno di uniformarsi alla massa.
Luca Di Maggio, un percorso alla ricerca di un unico equilibrio.
Due appuntamenti per poter osservare i lavori di Mr. Di Maggio:
Vernissage Roma @Acca 23 maggio – dalle 20h alle 23h – La crisi è del cuore
Milano mostra personale di Luca di Maggio – Lose yourself to find yourself