NEVER2501

Neo Muralism e dinamismo contemporaneo

Se siete di passaggio a Quarto Oggiaro in questi giorni non potete non esservi fermati ad ammirare il murales certosino di un’intera facciata di un palazzo, opera di Jacopo Ceccarelli, in arte 2501, per CHAINED – l’evento di arte contemporanea che inaugura martedì 30 giugno a Milano presso l’Autorimessa di via Amari, 18.

Al momento di questa intervista Jacopo è con Gaia a centinaia di km. Loro lavorano e viaggiano insieme. Viaggiano molto. Dal 15 giugno al 24 luglio stanno intraprendendo la traversata degli States lasciando ad ogni tappa un segno del loro passaggio.

Lei è G.Matta e lui 2501. Il loro è un progetto nato ormai da anni con Nomadic Experiment e oggi con Glimpse on America che investiga l’umanità attraverso una serie di esperimenti sociali e nuove forme di rappresentazione: il Neo Muralism. Un’arte pura espressione del contemporaneo e di una dimensione spazio-temporale totalmente dinamica senza parallelismi storici o giudizio critico, ancora poco indagata, di esclusivo appannaggio di chi crede nel potere della disciplina artistica lontana da ogni forma di classificazione.

C’è un qualcosa di tribale, primitivo nelle tue opere. Quali sono state le esperienze che hanno definito il tuo stile.

Cerco di lavorare su forme universali, il cerchio ne e’ un chiaro esempio.

L’intento è quello di innescare una discussione, una continua interpretazione della linea grafica, della sua infinita composizione e del suo mescolarsi con le superfici architettoniche di quartieri urbani e /o luoghi dismessi  dove dipingo.

Non partendo da figure o concetti tangibili cerco di azionare il subconscio dello spettatore e la sua capacità a pensare la forma. Applico lo stesso modus operandi nel mio lavoro video, soprattutto in questi ultimi lavori insieme a G. Matta.

Seguendo il principio che le esperienze di ogni essere umano possono  essere variazioni di uno stesso pattern che ci accomuna, la documentazione di determinati momenti della nostra vita e la successiva rielaborazione degli stessi attraverso il montaggio, ci permette di riesaminare gli incontri casuali e non, attivando così percezioni e lezioni che nel tempo presente ci erano sfuggite.

Se potessi “disegnare” una città che volto avrebbe?

Credo che la città non possa essere una struttura progettata da un singolo.

Un commento sull’EXPO e le sue attività collaterali.

L’ennesima occasione perduta.

Parliamo del progetto Nomadic Experiment.

Nomadic Experiment è prima di tutto un archivio dalla durata di 10 anni dove inserisco i video realizzati. Questa continua documentazione è anche strettamente connessa e generatrice di un metodo di sperimentazione.

Nel corso di questi anni, i giorni vissuti e i luoghi attraversati sono il tempo e lo spazio entro i quali sperimentare forme, materiali e idee, sulla base del concetto che lo spazio può diventare il più prezioso dei materiali e il tempo lo strumento principale per la metamorfosi del primo.

La pratica del nomadismo porta con se il senso del dislocamento e non si riduce alla sola post-produzione, è piuttosto un modo di ripensare la produzione cambiando continuamente il punto di vista.

E’ un approccio in movimento in cui ricerco, documento e progressivamente sperimento diverse concezioni del reale che hanno come risultato finale la riappropriazione del tempo tramite l’esperienza dello spazio. i video sono di durata diversa e rispondono alla necessità di raccontare le storie dei progetti che sono nati prima e durante questo girovagare. In questo momento io e G.matta stiamo attraversando gli Stati Uniti d’America in macchina e realizzando dei micro-documentari sotto il nome “Glimpse of America” sulla scena del Neo-Muralismo,  sulle caratteristiche delle città e sulle persone che popolano un terra così diversificata.

Ogni luogo ha una sua natura e l’attraversamento temporale di esso genera delle interazioni pianificate e/o casuali che a loro volta innescano delle idee, degli interventi e altre storie ancora.

Un’anticipazione della tua collaborazione al progetto CHAINED.

Per CHAINED ho potuto dipingere una parete a Quarto Oggiaro  dal titolo “La montagna di Quartoggiaro, tempus fugit”.

Questa parete dipinta è stata una riflessione sulla velocità con cui uno spazio architettonico può cambiare.

Ho dipinto l’intera superficie in 14 ore. Per la mostra ho deciso di presentare delle tele e alcuni dei miei lavori in ceramica.

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Hangar Via Michele Amari 18, Milano: dal 30 giugno al 31 luglio 2015. Martedì-Domenica, ore 16 – 20.

Instituto Cervantes, Via Dante 12, Milano: dal 2 luglio al 22 luglio 2015. Lunedì-Venerdì, ore 15 – 19.

– Ingresso libero –

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