Parigi. Mi concedo un week end fatto di arte e soste ai café della ville lumière, complice una temperatura gradevole insolita per Novembre.
Prima tappa: Centre Pompidou. Molta coda per Munch, ma io sono venuta per la retrospettiva di Yayoi Kusama, la maggiore artista (pittrice, scultrice, performer, cantante e pure scrittrice) giaponese vivente, secondo molti critici.
150 lavori (dipinti, sculture, ambientazioni, video performance) prodotti dall’artista tra il 1949 ed il 2011 ci portano nel suo mondo visionario fatto di allucinazioni visive e sensoriali.
Ribelle dell’arte contemporanea, della sperimentazione ossessiva, e di battaglie per l’emancipazione femminile, per la libertà sessuale, contro il consumismo imperante e per la creazione artistica sgorgante da medicinali, la Kusama non ha mai smesso di sorprendere e scandalizzare.
Segno inconfondibile della sua estetica il polka-dot, declinato in tutte le forme ed i colori, fatto di materia o solo di luce, ossessione dell’artista fin dall’infanzia.
“la mia vita è come un pois perduto tra mille pois”(1960)
Le pareti delle installazioni sono quasi tutte coperte di specchi, per riflettere e confondere il visitatore, per alterare ed amplificarne la percezione.
In un’intervista a Paris Match racconta di creare le sue opere due o tre alla volta, ma soprattutto che il flusso della sua creatività sgorga dalla cura a base di medicinali che ormai prende da anni: alla fine degli anni ’70 infatti è stata istituzionalizzata all’ospedale di Seiwa a Tokyo per problemi psichici.
Parigi// fino al 9 Gennaio 2012
Centre Pompidou
www.centrepompidou.fr