A dir poco geniale il 38enne cinese Li Hongbo che con l’uso di un materiale quotidiano, povero che spesso gettiamo con non curanza realizza delle sculture uniche e sorprendenti. Le statue dell’antica grecia prendono vita attraverso la carta, un elemento da sempre utilizzato in maniera estremamente versatile che quì si scompone, diventa flessibile e, come una fisarmonica, modifica le forme in un’innovativa chiave di lettura.
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Quando pensiamo al David di Michelangelo lo vediamo fiero, elegante, armonico, immutabile. L’installazione di Li Hongbo, in mostra alla Klein Sun Gallery di NY fino al 2 marzo, scardina il concetto di fissità per portare lo spettatore ad interagire, modificare, alterare l’opera. E’ come mettere in discussione le proprie certezze da libro scolastico che per anni hanno dato concretezza ad una certa visione delle cose.
Nel suo laboratorio di Pechino, l’artista “scolpisce” con lima e scalpello mezzi busti e volti componendoli con centinaia di fogli: più di cinquemila a pezzo!
A prima vista sono cloni perfettamente riprodotti di note sculture e possono sembrare di porcellana, marmo, legno. Ma è il materiale che fa la differenza: i fogli infatti, messi uno sull’altro, permettono un’ampia flessibilità alla scultura. Un effetto originale e inaspettato, innaturale e straniante, e al tempo stesso fantastico: le opere si allungano come serpentoni, i connotati si stravolgono e diventano un’altra cosa, per poi tornare nuovamente alla forma statuaria.
Una vera e propria arte della manipolazione nata dall’osservazione degli oggetti tipici della cultura cinese che ha sempre sostenuto l’utilizzo della carta in mille sperimentazioni.
“At the beginning, I discovered the flexible nature of paper through Chinese paper toys and paper lanterns. Later, I used this principle to make a gun,’ he said, referring to a paper pistol that can be transformed into an elegant fan. A gun is solid, used for killing, but I turned it into a tool for play or decoration. In this way, it lost both the form of a gun and the culture inherent to a gun. It became a game“.
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