Parliamo delle amate Dolomiti, della perla delle Alpi dove la natura è al suo culmine e i paesaggi in estate e inverno sono tra i più belli d’Italia ma oggi (come spesso scegliamo di fare) vogliamo mostrarvi il lato meno conosciuto di queste zone: il versante veneto.

CIBIANA DI CADORE – Il Paese dei Murales
Cibiana di Cadore è un piccolo borgo delle Dolomiti venete nella vallata del fiume Rite reso speciale da un intervento artistico che ha coinvolto tutto il paese facendolo diventare un museo a cielo aperto! Detta anche “il Paese dei Murales” propone un percorso attraverso il piccolo centro (sia storico che nuovo) che svela il connubio tra arte, assetto urbanistico e architettonico con circa 50 opere diffuse.

L’iniziativa nasce nel 1980 per recuperare tradizioni, mestieri e storie del patrimonio culturale del paese e riproporle alla memoria collettiva in modo che fossero accessibili a tutti, valorizzassero il patrimonio abitativo e allo stesso tempo rendessero speciale e attrattivo il luogo.

Passeggiare per le sue stradine di ciottoli che si inerpicano sui pendii sui quali sorge il paese tra case antiche in legno e pietra risalenti ai secoli XVI, XVII e XVIII e trovarsi gli affreschi di artisti provenienti da tutto il mondo che hanno lasciato la loro personale interpretazione di una storia secolare è molto emozionante e genera un notevole senso di immedesimazione tanto da farti sentire come su un set cinematografico!

MOUNTAIN MUSEUM – Il Museo delle Nuvole
Nel 2002 è stato inaugurato sul Monte Rite (2180 mt) il “Museo nelle Nuvole” in quello che un tempo era un forte della Grande Guerra. Lo spazio è dedicato all’elemento “roccia” e alla storia dell’esplorazione e dell’alpinismo nelle Dolomiti ed è parte del progetto Messner Mountain Museum, curato dal celebre alpinista altoatesino Reinhold Messner, che ne frattempo ne ha inaugurati altri cinque.

Ma la scelta non è stata casuale infatti il suo era un impegno a voler far conoscere quest’area meravigliosa e spesso meno considerata del versante Trentino, inoltre il Monte Rite grazie alla sua posizione strategica ebbe un ruolo nella difesa italiana contro le truppe dell’imperatore austriaco. Durante la Prima Guerra Mondiale la fortificazione fu conquistata dai soldati austriaci che nel 1918 la abbandonarono lasciandola in rovina, successivamente vi trovarono rifugio i partigiani.

La vetta si può raggiungere in due modi: a piedi con un sentiero nel bosco, facile ma in pendenza impiegherete circa 3 ore, oppure con un bus che con un biglietto vi accompagnerà a pochi metri dal rifugio. Vi suggeriamo almeno al ritorno (è tutta discesa) di affrontare questa bella passeggiata dalla quale si gode un magnifico panorama.

Arrivati in alto comprendiamo perfettamente il termine “Museo delle Nuvole” perchè ci si trova circondati dalla corona di picchi e il cielo è talmente vicino che sembra possibile toccarlo!

Non smetterete di scattare foto e video tanto la vista risulta magnifica e potente, inoltre la struttura del museo come grandi quarzi in vetro crea un effetto architettonico distopico e un contrasto interessante tra natura incontaminata e cultura contemporanea.

Fermatevi a godere dell’aria limpida, ad individuare i nomi delle montagne (grazie alla legenda riportata sulla Terrazza dell’Unesco) e a cercare di avvicinarvi agli yack che popolano il Monte Rite, si esatto bue tibetani portati da Messner e rimasti quì a riprodursi.


Proprio sulle ceneri dell’ex fortino di guerra, grazie ad un importante intervento di recupero, è nata la struttura che possiamo visitare oggi a cura degli architetti padovani Enzo Silviero e Paolo Faccio.

Gli architetti hanno privilegiato il recupero e il riuso dei materiali e dei corpi originali, ad esempio dalle antiche postazioni dei cannoni sono stati ricavati i tre volumi architettonici in vetro di forma irregolare.

Per uno spuntino o un pranzo in alta quota è anche presente un rifugio, consigliamo la prenotazione specie per avere i tavoli panoramici.
COLCERVER e il lago di Vach
Per una piacevole passeggiata nel bosco poco impegnativa (durata 3 ore/3ore e mezza andata e ritorno – dislivello 400mt) vi suggeriamo il percorso verso il lago Vach che può essere praticato sia in estate che in inverno. Partenza da Pralongo si sale verso la strada alla Casera del Pian e dopo un tratto nel fitto bosco si incontra il laghetto El Vach dal quale si gode una bella vista dei monti circostanti.


Al ritorno si segue l’indicazione per Colcerver, una piccola e meravigliosa scoperta che siamo felici di aver visitato!
Ci si inerpica per il sentiero dal bosco e quasi improvvisamente appare Colcerver, uno minuscolo villaggio alpino della Val di Zoldo abbarbicato sulla cima del Col Baion, che si compone di sparute case antiche in pietra locale, fienili in legno dalle finestre fantasiosamente intagliate, una graziosa chiesetta eretta nel ‘700. Camminare per le strette viuzze del paesino è un tuffo nel passato, poiché la frazione, essendo abbandonata da diversi decenni, è rimasta immutata nel tempo. Oggi è solo l’impegno e l’amore di pochi a mantenere intatta Colcerver che è un gioiello da conservare, sulle mura degli edifici foto storiche ricordano la vita del paesino dal quale si ammira un panorama splendido su tutta la vallata.



Molte altre passeggiate adatte a tutti sul sito del comune di Zoldo.
Dormì&Disnà – Albergo Diffuso
Per soggiornare nessun luogo può essere più adatto di Dormì&Disnà, l’albergo diffuso (scopri altri indirizzi di questa particolare ospitalità) del piccolo borgo montano di Fornesighe.

Una casa del 1700 ristrutturata mantenendo la sua forma originale gestita da Anna e Renato che sapranno accogliervi con amore e calore e vi faranno vivere un’esperienza piacevolissima.

“Siamo un po’ come la nostra casa, una vecchia casa amorevolmente restaurata e con qualche modernità, non ci si arriva per caso o di passaggio, ma quando entri ti senti accolto dal calore dell’atmosfera… Amiamo il nostro paese, le nostre montagne d’estate e d’inverno. Per noi avere ospiti in casa significa vivere in un posto meraviglioso, fuori dal mondo… Ma avere il mondo che viene a trovarci. Cosa di meglio? Siamo convinti di vivere in un piccolo paradiso, vedere che altri se lo godono è la cosa più bella”. E come dargli torto!

Foto di Marco Greco