Fatale è stata la visione del film THE FALL, consigliato e recensito dal nostro esperto di cinema Patrick, ambientato nei luoghi più spettacolari che esistano sulla terra molti dei quali nel Rajasthan. Inizia così il nostro viaggio alla scoperta dell’India!
Una scelta impegnativa che coinvolge i sensi e lo spirito che conduce, a volte in maniera violenta come un brusco risveglio, alla riflessione profonda. Provo in poche righe a descrivere l’impatto con questo popolo fiero e libero che alimenta il proprio credo animista in maniera del tutto autonoma, che vive di nulla, che non mangia carne perlopiù e che non brama potere nè ricchezza. Persone semplici che guidano come folli e che non si fanno troppe domande se un animale si trova al centro della strada o se un camion è sulla carreggiata sbagliata. Tutto è già deciso per loro: matrimonio, lavoro, casta, religione. No stress! Nessun social network per trovare l’anima gemella che abbia i tuoi stessi like! E l’elemento più sbalorditivo per noi occidentali del 2013 è che gli indiani sono felici così, indossando sari e ciabattoni, vivendo in stamberghe o ville da maharaja, alla giornata o faticando molto se è così imposto dalla loro appartenenza.
Avvertenze: non è una guida per viaggiatori. Non vi indicherò dove andare o cosa mangiare. Ma scriverò cosa ho vissuto.
Veniamo al nostro itinerario:
Delhi per cominciare. Una città immensa, tanto che una sola mappa non è sufficiente, dipinge alla perfezione le immense contraddizioni di questo Paese. Si divide in due macro aree: New Delhi, più moderna e attrezzata, e Old Delhi con la più grande moschea del mondo, Jama Masjid, centro nevralgico della cultura mussulmana, che insieme a quella induista rappresenta la maggioranza. Al di sotto del quartiere di Old Delhi si estendono una miriade di viuzze maleodoranti con banchetti, animali, risciò, tuc tuc.. “non mangiate nulla, non toccate niente!” risuonano nella mia testa quelle parole di tutti quelli che ci hanno dato consigli di viaggio. Segna il mio battesimo con questa realtà, mi ritrovo totalmente travolta dai sensi è come una confusa catarsi che mi annebbia la vista.




Agra. Racchiude la bellezza senza saperlo: Taj Mahal, Red Fort, Fatephur Sikri. Costruzioni dalle proporzioni mastodontiche che si stagliano nello sfondo come fossero figure di una carta leggerissima in un’atmosfera rarefatta, magica, travolgente. Non bastano gli occhi, le foto non rendono la magnificenza di questi luoghi così suggestivi.


Voglio segnalarvi un posto incredibile che poche guide inseriscono: Abhaneri. In questo minuscolo villaggio tra campi verdissimi e strade sterrate si può ammirare un palazzo che invece di espandersi in altezza si concentra sulla profondità. Costruito in un pozzo è una delle costruzioni più inconsuete che abbia mai potuto vedere.


Jaipur la città rosa. Di nome e di fatto! La maggior parte degli edifici è infatti in arenaria rosa, una scelta per omaggiare la regina inglese al suo arrivo nella cittadina. Quì il commercio detta legge con le vie ricolme di bazaar di abbigliamento, cibi vari, spezie.. I venditori sono spesso molto ma molto assillanti, provare per credere, che alla fine comprerete tutto o niente a seconda di quanto sarete stanchi di contrattare! Amber Fort a dorso d’elefante con vedute spettacolari, City Palace e il Jantar Mantar (osservatorio astronomico più simile ad un antico lunapark date le dimensioni assolutamente fuori misura degli strumenti di misurazione).






Assolutamente da non perdere una visita al cinema Raj Mandir, uno dei più noti di Bollywood, in cui potrete godere uno spettacolo unico non solo sullo schermo!

Un’altra esperienza fuori dal comune ma per tutt’altra motivazione è una visita al Karni Mata temple o anche “Tempio dei Topi”. In India hanno il brutto vizio di non usare metafore, i topi ci sono e sono tantissimi, sporchi e brutti ma per gli indiani quelli sono i loro cari che attraverso il processo di reincarnazione hanno ricevuto santità e nuova vita. Abbiamo provato a capire, è assurdo e del tutto ancestrale, mai come in questa occasione ho capito il rispetto verso un’altra cultura.

Si estende in mezzo ad una landa desertica il castello di sabbia, Jaisalmer. Strutture erose dal sole rivelano la storia di questa inespugnabile cittadina arroccata nel nulla, come un miraggio dato dal caldo torrido.

Le città del Rjasthan hanno tutte qualcosa di indimenticabile da offrire, è un viaggio attraverso i colori e soprattutto le sfumature della vita. Jodhpur è la città dei bramini, la casta più alta, e per questo motivo i muri e i tetti sono il colore della spiritualità più pura, il blu appunto.


Udaipur. La tappa più lontana, fino a questo momento abbiamo percorso circa 700 km, ma la più sognata. Una città che risente della tranquillità del suo laghetto artificiale al centro del quale si estendono due isole: il Lake Palace, oggi hotel extra lusso Taj Hotel Resort, e il Jag Mandir.



Pushkar è famosa per la fiera dei cammelli e per essere un luogo estremamente simbolico a livello spirituale. E’ possibile seguire le cerimonie e partecipare a quella del good karma per ottenere positività e protezione dalle avversità. Krishna, Ganesh, Shiva ci hanno accompagnato in questo viaggio con le loro incredibili parabole, storie assurde, che solo Beautiful potrebbe uguagliare, di uomini violenti e irascibili con 6 braccia e teste di animali che è bene cercare di ingraziarsi e tenere tranquilli per non scatenare le loro ira incontrollabili.


Varanasi. Avevo paura di guardare negli occhi la gente. Un groppo alla gola mi impediva di respirare. Il tanfo insopportabile che con il caldo si faceva ogni minuto più persistente. Questa è stata sicuramente la tappa che mi ha sconvolto maggiormente a livello emotivo ma è anche stata una nostra scelta fuori dal programma perchè volevamo vedere un pezzo di India vera, quella dove i turisti sono pochi o non ci sono, quella che ti fa male perchè non esiste il bello, pulito, moderno, tecnologico ma può insegnare molto attraverso il rispetto e soprattutto la dignità di un popolo che non ha nulla e non vuole nulla. Chiediamo ad un ragazzo che si è offerto di farci da guida nel labirinto di vie che conducono al marrone Gange: “Ma tu non vuoi scappare da quì?” Lui mi sorride: “Io ho la fortuna di essere nato quì e quì voglio morire, questo è il mio desiderio più grande”.


Dodecalogo di cose da fare assolutamente in India:
1. Prendere un tuc tuc
2. Mangiare un mango
3. Parlare con tutti
4. Assaggiare tutti i tipi di chicken: butter chicken, chicken masala, chicken tikka…Per poi capire che sono molto simili!
5. Dare noccioline ai langur, scimmiette con la faccia nera, e alla larga dai macachi aggressivi
6. Vedere il tramonto nel deserto
7. Godersi un film di Bollywood al cinema
8. Imparare a dire “si” come fanno gli indiani
9. Farsi domande su tutto senza pretendere di capire fino in fondo
10. Passeggiare a piedi nudi nel Taj Mahal
11. Diventare l’assoluto protagonista delle foto di indiani sconosciuti
12. Passeggiare all’alba sulle rive del Gange o del Lago Pichola per vedere le donne che lavano i vestiti
That’s it.. Incredible India!