Ventotene per me è un ricordo, un’isoletta nel mio cervello, piccola come un sassolino e grande come il mare che la circonda.

Estate 1987: come ogni estate io e la mia famiglia passiamo dei giorni a Ventotene, isola di cui è originaria la famiglia di mia madre, anzi per la precisione di mia nonna, da parte di sua madre: la famiglia Verde.
Da quel periodo sono tornata a fasi alterne, in varie epoche e fasi della mia vita di bambina, adolescente e di donna, trovando tutte le volte nuovi ricordi e portando a casa nuove nostalgie.


Descrivere un luogo che hai conosciuto bene e che è cambiato moltissimo non è facile, ma allo stesso tempo è facile perché è un luogo che non ho mai conosciuto abbastanza. E’ più semplice scrivere di un posto sconosciuto dove si è passato il week end, presi dall’entusiasmo della scoperta sapendo che quello che mettiamo nero su bianco è un’impressione a caldo e una manciata di indirizzi utili.

Io non vi darò indirizzi perché tutto sommato l’isola non ne ha: ci sono in tutto 2 strade principali, il porto nuovo e quello romano, la piazza della chiesa e quella del castello, le spiagge, il faro, la chiazzulella e il pozzillo… Pochi punti di riferimento ma precisi in cui è impossibile perdersi nemmeno da bambini, in uno spazio che a piedi si percorre interamente in mezza mattinata, e quasi da ovunque si scorge il mare, tanto o solo un pezzetto.


La mia memoria di bambina conserva vividamente le immagini delle mie estati riassunte in pochi frame carissimi: i piedi scalzi, la vetrina dell Emporio, il sapore della pizza del Forno, le cicale, i sacchi di lenticchie fuori la Tabaccheria, i gelati, le rampe in salita, i bambini sdentati, cercare coralli sulla spiaggia, qualche compleanno felice e il mare. La mia memoria di ragazza conserva i balli al Gabbiano (bar con musica), i pomeriggi a leggere in spiaggia, qualche bacio rubato e qualche bacio non dato, i saluti al porto, i tuffi, qualche pioggia torrenziale ( immaginate il disastro) e le cene di gruppo da Benito ( ristorante che affaccia su una piccola baia).

Tutte le piccole isole italiane sia per bellezza che per dimensioni che sono diventate principalmente luoghi noti per il turismo, qualcuna avendo più fortuna e fama, qualcuna riuscendo a vedere il suo patrimonio naturalistico e culturale più preservato. Ventotene è stata un’ isola di esiliati, carcerati, e la sua identità di luogo di “villeggiatura” se l’ è guadagnata non godendo mai però della stessa allure delle vicine Ponza e Procida. Questo la ha protetta ma anche condannata a un limbo in cui non ha vita propria in inverno ma nemmeno vive bene di turismo.


Ventotene come tanti altri piccoli borghi italiani si è svuotata negli ultimi 50 anni perdendo la vitalità e la gioventù, cadendo in un letargo lungo la stagione fredda da cui si risveglia in tarda primavera. Ma ad ogni risveglio riparte con un pezzetto in meno: un bar in meno, un anziano ben conosciuto da tutti in meno, una spiaggia in meno, una pizzetta meno buona, una tradizione persa…

Mi dicono però che di anno in anno si aggiunge anche qualche pezzetto in più: un nuovo locale, una nuova iniziativa culturale, qualche mano fresca di giallino e rosino sulle facciate da cartolina, qualcuno che arriva e si innamora dell’isola portando un vento nuovo.

In una delle mie ultime visite alcune estati fa, in pieno Agosto, spinta da uno spirito documentaristico (con un iPhone nelle mano ci sentiamo ridicolmente tutti Pasolini) avevo filmato persone del luogo: mi sento stupida ora a ripensarci ma quella piccola presunzione mi fa conservare nella memoria del telefono quelle facce conosciute, quei rumori di sottofondo e quelle storie catturate che mi piace riguardare.


Poi con una reflex andavo in giro a fare foto, all’alba e al tramonto, come faceva mio padre quando ero piccola: anche lì scarsi risultati ma bellissimi ricordi di cieli spruzzati di rosa e gatti pigri che si stagliano in controluce. Per assurdo pochissime foto con l’obiettivo rivolto verso l’esterno, verso il mare e tante verso la terra ferma.


Insomma, non vi ho detto nulla: né dove andare a mangiare, né cosa fare…
Ma non c’è molto da dire, anche perché troverete tutto in mezz’ora con una breve passeggiata e se ve lo dicessi prima non vi lascerei nemmeno più quello da fare e da scoprire. Poi non vi rimane che rilassarvi perché qui troverete solo pace, tempo e mare.

L’unica informazione utile è che traghetti e aliscafi partono da Napoli e da Formia: consiglio di partire con l’aliscafo e tornare con il traghetto (o viceversa se siete più felici di far comparire pian piano l’isola all’arrivo e di vederla sparire rapidamente alla partenza per non pensarci più)
Qualche consiglio però ve lo do lo stesso:
- (Se possibile) andate fuori stagione (Maggio / Settembre)
- Un pasto al ristorante Il Giardino
- Un giro dopo cena alla libreria “Ultima spiaggia”
- Il tramonto a Punta Eolo
Per ora non vi rimane che seguire il canale Instagram @ventotene e godervi i video live dall’isola.


