Un anno fa, più o meno a quest’ora, stavo pensando a quale meta scegliere per il mio primo viaggio a lunga distanza in solitaria. Facevo zapping alla tv e mi sono ritrovata a guardare Mangia prega ama. Non era certo la prima volta che lo vedevo ma in quel momento mi è venuta l’illuminazione per il mio viaggio: sarei andata a Bali, sulle orme di Julia Roberts… Più o meno!
Così ho iniziato come al solito a muovermi online per cercare voli e alloggi, ovviamente dopo essermi armata della mia fida Lonely Planet. E in poco meno di due mesi mi sono ritrovata su un volo Emirates piena di adrenalina e un po’ di sana agitazione per questo viaggio finalmente sola con me stessa in cui, lo anticipo già, non mi sono sentita sola neanche per un minuto.

Ubud, l’anima di Bali
Ho passato dieci giorni a Bali di cui quasi una settimana a Ubud. E dopo esserci stata posso dire di aver capito cosa ci aveva trovato di così affascinante Elisabeth Gilbert (l’autrice nonché vera protagonista di Mangia, prega, ama).
Ubud è il vero cuore di Bali, una cittadina circondata da infinite risaie in cui ritrovare la pace grazie a lunghe passeggiate. E’ un luogo in cui si respira una grande sacralità, ad ogni metro si trova un altare con delle offerte accuratamente preparate con fiori sempre freschi e caramelle. Le stesse abitazioni e gli hotel al loro interno hanno dei piccoli templi privati in cui ogni famiglia può pregare. E la cosa surreale è che sulla strada principale invece sfrecciano velocissimi tutto il giorno centinaia di motorini rumorosi tanto che attraversare la strada nell’ora di punta diventa quasi un’impresa. Ma superato il traffico ci si trova in un dedalo di stradine piene zeppe di ristorantini, negozi di abbigliamento super interessanti e piccole gallerie d’arte. E’ un piacere perdersi in questi localini per fare una pausa, assaggiare qualche piatto tipicamente balinese o fare un po’ di shopping. E in tutti i posti ci si sempre può connettere e comunicare col mondo mentre si sorseggia un caffè o un centrifugato.

E dopo una pausa la scelta migliore è immergersi nelle bancarelle del mercato e venire travolti dai colori e dalla bellezza dell’artigianato locale, io personalmente mi sono innamorata delle splendide borse in paglia intrecciata e degli abiti batik ipercolorati. Ovviamente ho comprato diversi vestiti che ho subito sfoggiato mentre tra i capelli mettevo sempre un fiore di frangipane che si trovano in qualunque angolo dell’isola, un vero simbolo di Bali.

Nonostante sia sicuramente un luogo che pullula di turisti Ubud trasmette grande pace e serenità, il che rende il soggiorno assolutamente piacevole e permette di prendersi cura di se stessi in molti modi. Non per niente è una delle mete dello yoga per eccellenza. Ci sono tantissime scuole in cui si può provare anche solo una lezione ed è un’esperienza che decisamente consiglio, non solo perché fa bene allo spirito ma anche perché l’atmosfera che si respira è magica, non c’è la frenesia della vita cittadina che ti risucchia appena finita la lezione ma è tutto incredibilmente rilassato. E in alcune scuole c’è anche la possibilità di praticare su terrazze con vista panoramica sulle risaie, sicuramente un’esperienza unica. E accanto al cibo per l’anima si può trovare anche una variegata selezione di cucine da provare, da quella balinese tradizionale a quella vegetariana e vegana, decisamente healty.

Di sera poi, dopo cena, è possibile fermarsi a bere una birra in uno dei localini del centro, in cui c’è sempre un fitto programma di concerti dal vivo molto vivaci. Questo è anche un ottimo momento per fare amicizie e scambiare qualche chiacchiera con gli altri viaggiatori oltre che ascoltare della buona musica.

Ubud e dintorni, impossibile annoiarsi
Durante i miei sette giorni a Ubud ho cercato di fare tutte le esperienze possibili per entrare un po’ meglio nella cultura locale e vista la posizione geografica privilegiata sono riuscita anche a fare diverse escursioni in giornata per esplorarne i dintorni.

La prima cosa che ho fatto è stata visitare alcuni degli edifici più importanti della città iniziando dal Palazzo Reale e il suo tempio, dove si può riconoscere e ammirare lo stile architettonico locale e le numerose statue della tradizione balinese. Un’esperienza sicuramente da non perdere sono gli spettacoli di danza che si tengono quasi tutte le sere dentro al palazzo: costumi splendidi, musiche e movenze ipnotiche e la possibilità di conoscere un po’ meglio la cultura e le arti balinesi, decisamente affascinante.
Poco distante dal Palazzo Reale, sempre sulla strada principale, è possibile ammirare lo splendido Pura Tama Sarawswaki, un tempio circondato da un laghetto pieno di ninfee che regala un grande senso di pace e merita una visita anche veloce Se invece gli si vuole dedicare più tempo c’è un locale a fianco con una terrazza che dà direttamente sul laghetto in cui ci si può fermare e godersi il panorama.
Infine per gli appassionati d’arte suggerisco la visita al Puri Lukisan Museum, che ospita una vasta collezione dei più famosi artisti balinesi, personalmente sono stata piacevole sorpresa dall’esposizione non conoscendo affatto ques’arte e in più il museo ha un bellissimo giardino con giochi d’acqua e fontane, vale la pena farci un giretto.


Dopo aver visitato le principali attrazioni del centro ho deciso di regalarmi un’esperienza (per me) insolita viste le mie abilità culinarie: una lezione di cucina balinese direttamente nella casa di una famiglia locale. Il momento più bello della giornata è stata la mattina presto con la visita a un piccolo mercato fuori città in cui siamo andati ad acquistare tutti gli ingredienti per cucinare. Qui ho visto un vero scorcio della vita delle persone del luogo, fatta di tanti sorrisi e grande generosità. I balinesi sono un popolo estremamente ospitale e anche dove non si riusciva a comunicare in inglese, come in questa situazione, si riusciva a intendersi con gli sguardi. Su quello che mi hanno fatto assaggiare in alcune bancarelle invece non ho ancora idea di cosa fosse!




Un’altra esperienza per me assolutamente da non perdere è la passeggiata lungo le risaie che inizia subito fuori dal centro cittadino ed è chiamata Camphunan Ridge Walk. Da fare la mattina presto per resistere al caldo umido dell’isola, è un percorso rigenerante che permette di imbattersi in alcuni momenti della quotidianità degli abitanti della zona, dalle attività nelle risaie ai numerosi studi degli artisti in piena attività creativa che si incontrano sulla strada.

Per tutte le altre escursioni al di fuori della città mi sono affidata a Dewa, un driver simpaticissimo e molto molto loquace, che mi ha accompagnato a visitare alcuni dei posti più belli di Bali. Tra tutti sicuramente il più suggestivo è stato il Pura Tirta Empul, un grande tempio a nord di Ubud in cui ho assistito alla cerimonia della purificazione. E’ un rituale che tutti possono compiere, anche i forestieri, e consiste nell’immersione nelle acque sacre, e pare cariche di poteri magici, delle sorgenti di Tirta Empul. Per quanto mi riguarda è stato un momento davvero molto intenso, il tempio era avvolto in un’atmosfera mistica e di grande raccoglimento e anche senza praticare si sentiva una grande energia.


Naturalmente nelle mie escursioni non è potuta mancare la visita alle famose terrazze di Tegallalang, tra le risaie più famose di Bali. Il panorama è meraviglioso, di un verde lussureggiante e rigoglioso, l’unico appunto è che sono tra le destinazioni più turistiche in assoluto dell’isola e per questo c’era una grande affluenza… Ma se si scelgono gli orari giusti si può godere al meglio della visita.

Infine tra le gite sicuramente da fare c’è quella al Pura Tanah Lot all’ora del tramonto, uno splendido tempio marino posizionato su una roccia in riva al mare in cui poter ammirare il sole tuffarsi nell’acqua. Anche in questo caso non ero certo sola però devo dire che a distanza di tempo la foto di quel tramonto è diventata uno dei miei ricordi più belli di quel viaggio.

In tutti questi spostamenti mi sono sempre affidata a Dewa e sua moglie, in alcune escursioni sono stata in compagnia di altri viaggiatori ed è stato sicuramente molto divertente, ma quando ho scelto di farle da sola ho avuto modo di entrare meglio nella vita dell’isola con tutte le chiacchiere fatte tra uno spostamento e l’altro. Per tutte le gite comunque ho sempre deciso direttamente sul posto come spostarmi, giorno dopo giorno. La città è piena di agenzie viaggi o piccole chioschi che organizzano quotidianamente tour, lezioni di cucina ed escursioni naturalistiche… Impossibile annoiarsi e rimanere fermi!
I giorni a Ubud sono stati molto densi e sono trascorsi velocemente e non nego che quando ho dovuto fare la valigia per spostarmi a sud mi sia scesa anche una lacrima. E ho capito perché molti artisti decidono di fermarsi lì per un periodo più o meno lungo a ricercare l’ispirazione per dipingere o perché gli appassionati di yoga vengano appositamente dall’altra parte del mondo per praticare: Ubud è uno di quei posti che ti fa bene al cuore ed è davvero difficile lasciarlo.

Rotolando verso sud, Seminyak e la costa
E in effetti la discesa al sud è stata più difficile del previsto dal punto di vista emotivo. Mi ero talmente abituata a quel ritmo lento e a quella dimensione di relax che ritrovarmi nel giro di un’ora in una sorta di Rimini indonesiana è stato quasi uno shock. Per gli ultimi tre giorni di viaggio avevo scelto, come faccio sempre, di andare a rilassarmi al mare e come base avevo scelto Seminyak. La città è carina e accogliente, c’è davvero tutto quello che una vacanza di mare richiede: spiaggia immensa, locali, ristoranti e hotel pieni di comfort e di gente. Quello che mi ha spiazzato è che dopo giorni in cui mi ero calata in una realtà più autentica ora venivo proiettata nuovamente in un mondo costruito per lo più per i turisti.


Comunque al di là dello smarrimento iniziale anche la costa non mi ha delusa. Qui hai la possibilità di dedicarti in primis al surf, che è sport nazionale. Ogni due metri in spiaggia hai la possibilità di provare l’ebrezza di salire su una tavola e rimanere in piedi, se ci riesci! Se no puoi fare lunghe passeggiate sulla spiaggia, come facevo io, e ritrovarti a fare foto con i gruppi di ragazzini del posto che ti chiedono di fare selfie come se fossi Lady Gaga… Incredibile.

Se invece non vuoi fare nessun tipo di fatica puoi andare a fare un massaggio in una delle mille spa in giro per la città oppure stare direttamente sdraiato su un lettino ad abbronzarti e spostarti solo quando arriva il momento dell’aperitivo. Allora puoi trasferirti in uno dei localini sulla spiaggia per bere una birra locale e goderti un tramonto pazzesco, sinceramente non credo di aver mai visto dei tramonti così belli come a Bali.

Oltre al relax sulla spiaggia di Seminyak come ultima gita mi sono regalata un tour delle più belle spiagge del sud dell’isola. Tra tutte sicuramente la più vivace è quella di Padang Padang, popolata dai surfisti più capaci e temerari ma anche da molte scimmie. Non mi sono in effetti soffermata sull’argomento ma le scimmie sono grandi protagoniste di tutta l’isola con luoghi dedicati completamente a loro, sia a Ubud (la Monkey Forest) che in molti templi dell’isola come il Pura Luhur Uluwatu, sulla costa sud.

Tempo di saluti
E dopo essermi goduta l’ultima birretta e uno splendido tramonto ho infine dovuto salutare la meravigliosa Bali e tutti gli amici conosciuti nelle diverse tappe. Sì perché in questo viaggio ho avuto la fortuna di incontrare splendidi compagni di viaggio che mi hanno fatto divertire e anche emozionare. Balinesi, australiani (tantissimi), persone che per i più svariati motivi si trovavano lì in quel momento e mi hanno raccontato un pezzo della loro vita.
Credo che Bali sia un’ottima meta per approcciarsi al viaggio in solitaria, è un’isola che ti regala la possibilità di fare moltissime esperienze diverse, qualunque tipo di viaggiatore tu sia. E’ un luogo in cui ci si immerge nell’atmosfera e nella cultura asiatica ma allo stesso tempo in cui ritrovare diverse influenze occidentali così da non sentirsi mai troppo “lontano”. E’ un luogo sicuro in cui poter girare, specie per le donne, e il popolo balinese è estremamente ospitale, ti senti davvero a casa.
Qualche consiglio per concludere
Infine qualche posticino in cui vale la pena fare una tappa.
A Ubud provate il Waroeng Bernadette, ristorantino dall’arredamento vintage dove poter assaggiare i tipici piatti della cucina balinese a base di riso o noodle, verdure e spiedini di carne accompagnati da una Bintang fresca (la birra nazionale).

Se invece praticate yoga dopo la lezione fermatevi al Bali Buda, locale molto accogliente e d all’atmosfera rilassata in cui poter fare una colazione o un pranzo vegetariano super gustoso e con ingredienti freschi e salutari.
Infine per il dopocena vi consiglio di andare al Laughing Buddha, piccolo localino nel centro di Ubud sempre super affollato in cui ogni sera si esibisce qualche artista, serata piacevole garantita.
A Seminyak invece un consiglio per l’aperitivo e non solo: La Plancha, locale sulla spiaggia dai colori sgargianti in cui potersi fermare a tutte le ore del giorno per mangiare qualcosa e prendersi una pausa dal sole o dal surf. Il momento più bello però è al tramonto: la spiaggia si riempie di puff colorati e di gente e tra il dj set e un birra si può assistere a un tramonto indimenticabile.
