Di recente, al ritorno da un viaggio in Vietnam, riflettevo su quanto spesso ormai usiamo il termine “Asiatico” per definire un tipo di cucina, di stile di abbigliamento o un gusto in generale. Poi penso a come forse “Europeo”, nonostante le differenze abissali che soprattutto noi riusciamo a cogliere meglio di chi ci vede da fuori, possa essere una generalizzazione più calzante e significativa di “Asiatico”.

Per anni è stato “Asiatico” ciò che arriva dall’Asia in modo massivo come la cucina (pseudo) cinese, la moda giapponese e i massaggi thailandesi. Ma ora che molti di noi l’Asia l’hanno viaggiata in lungo e in largo… pensiamo davvero di poter generalizzare su un continente cosi vasto? Ovviamente parliamo di Far-East (quindi omettendo Russia e paesi adiacenti che pure dell’Asia fanno parte almeno geograficamente parlando), quello dove ci piace andare in viaggio perché è esotico, economico e ancora un po’ misterioso: quello da girare zaino in spalla, improvvisando le tappe e facendosi emozionare dai contrasti e dalle culture. L’improvvisazione appunto ci ha fatto comprare dei biglietti di andata e ritorno per Bangkok, città che in questi casi funge da jolly essendo collegata con quasi tutti gli stati limitrofi. Da lì siamo finiti in Vietnam passando per la Cambogia. Questo attraversare 3 stati così vicini eppure cosi diversi mi ha portato alla riflessione di cui sopra, ma la grande sorpresa è stata il Vietnam: una rivelazione completamente inaspettata di un paese con un identità fortissima e con una storia incredibile alle spalle.
Un Paese purtroppo noto per una guerra durata 20 anni (di cui credetemi tanti sanno poco o nulla), ma anche per la sua cucina deliziosa che in Italia purtroppo stenta ad arrivare, e per qualche film d’epoca.
Ma il Vietnam è molto di più. E’ un paese moderno che conserva tradizioni antichissime, un luogo che rimane nel cuore se ci si addentra oltre la superficie.
Il nostro viaggio è partito da Hoian ed è terminato a Hanoi, quindi ha interessato il centro ed il nord, e si è svolto interamente prenotando alloggi e spostamenti in treno e in bus sul luogo. Per chi è abituato a viaggiare è un paese facile dove i più parlano bene l’ inglese e molti il francese, dove le indicazioni sono chiare e le persone gentili e disponibili. Lasciarsi trasportare dall’istinto, soprattutto per decidere dove mangiare, e lasciarsi consigliare dai locali potrebbero essere le scelte migliori in molte situazioni.
HOI AN
I due giorni previsti per la cittadina di Hoi An si sono facilmente trasformati in quattro data la piacevolezza del luogo. La città è molto turistica dunque meglio alloggiare fuori il centro, sulla spiaggia (Under the Coconut Tree) o lungo il fiume (Coco Riverside Homestay).


Affittate una bici per trascorrere le giornate tra spiagge e risaie per raggiungere la città vecchia, patrimonio dell’ Unesco, solo al tramonto quando l’aria si rinfresca e si accendono mille lanterne.


Da provare un tè alla Reaching out Tea House e una cena al Morning Glory. Per chi si sente già pronto per lo street food cercate i baracchini di Bahn Mi o di Rose Blanche, ravioli di riso ripieni di gamberi e maiale specialità del posto.

Hoi An è molto famosa per le sue bontà gastronomiche quindi vale la pena fare un mini corso di cucina: un’esperienza un po’ turistica ma divertente e interessante perché le lezioni inizano sempre al mercato locale e spesso finiscono al Coconut forest Village a bordo di un basket boat locale.


La città è perfetta per lo shopping (scarpe e borse in pelle, ceramiche e altri oggetti artigianali), ma ciò che la contaddistingue è la sua atmosfera romantica e incantata tra lanterne e case coloniali: in the mood for love style.
CHAM ISLAND

Una tappa sulle isole Cham attirati dalla voglia di esplorare i fondali con una delle compagnie di diving che accompagnano i turisti da Hoi An alle isole a bordo di imbarcazioni con sdraio al posto dei sedili. Le gite sono quasi tutte giornaliere perché sull’isola principale ci sono forse una decina di piccole guest house e una sola strada asfaltata. Fermandosi per la notte però si può vivere l’atmosfera autentica del villaggio e cercare al mattino una spiaggia tranquilla dove essere soli in alta stagione, fatta eccezione per galline e caprette che spesso di incontrano sulla costa. L’impressione è che presto diventerà una meta turistica molto gettonata ma per ora Le Cham sono un posto un po’ wild, anche troppo in alcuni casi per una cattiva gestione dei rifiuti e colonie di topi…


Provate i crostacei e i ricci al porto nei baracchini che li espongono e li cucinano sul momento.
HUE
Antica capitale, Hue conserva tuttora i fasti della Cittadella Imperiale, la Città Proibita Purpurea, antica residenza dell’imperatore. Un giorno è sufficiente per visitare la città Proibita e alcune tombe imperiali tra cui quella più visitata è quella di Khai Dinh.




Per trovare ristoro dal caldo tra una visita e l’altra c’è Les Jardins de la Carambole dove si respirano atmosfere coloniali da film o il Nook Cafe per un buon caffe vietnamita o una centrifuga di frutta; per cena decine di Bahn, torte di riso imperiali da Madame Thu.

NIN BIHN
Raggiungiamo Nin Binh da Hue in treno con una notte di viaggio in cuccette che ricordano vecchi film ambientati negli anni 30. La zona di Nin Bihn sta diventando turistica per le sue bellezze naturali e per i paesaggi surreali che è difficile descrivere, se non per immagini. Enormi rocce come montagne si stagliano su un territorio pianeggiante e lagunare da esplorare per giornate intere in motorino.

Alloggiare a Mua Cave Ecolodge può essere un buon espediente per salire sulla famosa Mua Mountain al mattino presto quando non ci sono turisti e l’aria è più fresca. Chiedete la camera con bagno esterno tra le rocce! All’alba salire i 500 scalini sarà una passeggiata e la vista su Tam Coc ancora più spettacolare (una delle più istagrammate del Vietnam).



Da non perdere un giro in barca a Tam Coc, località famosa per le 3 grotte che spezzano il fiume Ngo Dong. Le barcaiole, generalmente donne, vi condurranno lentamente lungo il corso d’acqua remando con i piedi e sorridendo generosamente.

Non dimenticate una tappa al tempio pagoda di Bich Dong, tempio rupestre del XV secolo.

HALONG BAY
Da Nin Bihin potrete procedere per Halong Bay o altre baie adiacenti meno famose dove ritrovare lo stesso paesaggio di Nin Bihin, ma trasferito sull’acqua. Molte compagnie offrono crociere di un giorno o di più giorni tra le formazioni montuose che come un arcipelago di isolotti altissimi si stagliano nella baia dalle acque verde intenso. Da anni questa baia è una delle attrazioni più famose del Vietnam, ma quella che onestamente mi ha colpita meno, forse perché non ho trovato un modo “autentico” o fai-da-te per visitare la baia e non di rado ci si imbatte in barconi di feste per turisti con brutta musica e cattivi superalcolici. Infondo è la baia di una grande città e anni di turismo poco responsabile l’hanno resa un luogo molto inquinato. Nonostante questo, svegliarsi in barca e vedere quel landscape di terre emerse dal mare fuori dal finestrino può fare un certo effetto!


HANOI
In assoluto la città dove sarei rimasta più a lungo nonostante alcuni viaggiatori, incontrati in tappe precedenti, avessero ripetuto spesso di non passarci più di un giorno e mezzo. Questo dimostra quanto sia soggettivo un viaggio e quanto bisogna fidarsi solo del proprio istinto!
Hanoi è una città dai mille volti in cui è divertente perdersi tra i mercati o andare alla ricerca del miglior caffè vietnamita: noi ci siamo innamorati del Cafe Pho Coe del Cafè Duy Tri.

L’architettura della città è unica al mondo, un mix di gusto orientale, influenze francese e allure decadente coloniale, il tutto declinato in susseguirsi di palazzine strette e altre dai mille colori che si alternano a piante tropicali e intrighi di cavi.


Dimenticate i ristoranti e fermatevi a mangiare cucina di strada sui tipici sgabellini di plastica rossa alti 20 cm: le ginocchia vi malediranno ma il palato ringrazierà. Imperdibile la colazione con zuppa di noodles e manzo in brodo di granchio piccante da gustare alle 7 del mattino al Bun Rieu Cua. Omen nomen da Banh Cuon troverete i tipici fagottini di riso ripieni di carne e gamberetti. Infine il classico e tipico Bun Cha da Bun Cha nem Cua Be Dac Kim. Non preoccupatevi li trovate tutti su Google Maps!



Se avete nostalgia dell’Europa dirigetevi al quartiere francese per un drink al Tadioto.
SAPA
Io in montagna non ci vado spesso nemmeno in Italia, ma andare in montagna in Vietnam vuol dire scoprire una civiltà di tribù ancora intatte e cambiare scenario per avventurarsi in luoghi dove la vita è più lenta e semplice. Un’altra nottata in cuccetta e arriviamo da Hanoi alla stazione di Lao Caiper poi proseguire con altrettante ore di bus per il mercato domenicale di Bac Hà, quasi al confine con la Cina. Colazione a base di Pho insieme ai locali e poi via tra le bancarelle del mercato tra tessuti magnifici, frutta e verdura, spezie e animali.




Evitate Sapa per allogiare perché è molto turistica e caotica (per quanto può esserlo un villaggio di montagna in Vietnam) e privilegiate una guesthouse in un villaggio tra le risaie. Sarà più difficile da raggiungere ma sarà un regalo svegliarsi nel nulla e partire per un trekking tra le risaie terrazzate accompagnati dalle donne di etnie locali: la nostra era una bellissima donna H’mong con cui abbiamo trascorso una giornata che difficilmente dimenticherò.


Nel rimanere sorpresa che anche sulle montagne i bambini e le donne di 60 anni parlano inglese perché “lo imparano dai turisti “ (e vi assicuro che ce ne sono la metà che in costiera amalfitana o a Venezia) mi chiedo quanto di quello che ho visto sia reale e quanto costruito per il turismo (ad esempio il pittoresco villaggio di Cat Cat). Poi incontro una ex marines americana, una ragazza italiana trasferitasi ad Hanoi, una coppietta di svizzeri, un ragazzo sudafricano e e una famiglia di francesi, tutti ospiti della nostra guest-house gestita da una giovane coppia del posto. Una cena in montagna e poi ognuno nella sua stanza decorata bene con manifatture locali ad ascoltare il silenzio fino al gallo del mattino. Questo e tanti altri momenti di questo viaggio mi sono rimasti dentro e mentre ne scrivo butto un occhio ai prezzi dei voli perché quasi quasi… questa volta andrei a Dalat!


Useful fact: viaggiare in sleepping bus è la soluzione più comoda mai provata al mondo. Sdraiati con acqua, cuscino e wifi i viaggi passano lisci come l’olio.
True fact: nella montagne a nord di Sapa mangiano i cani.
Fun Fact: nei mercati di Hanoi troverete gli articoli di abbigliamento tarocco più divertenti di sempre.
Sad Fact: d’estate piove sempre ma non vi lasciate scoraggiare neanche un po’!
Per chiudere volevo dirvi che alcuni tornano molto poco entusiasti dal Vietnam quindi è sicuramente un paese che o lo ami o lo odi, anche facendo lo stesso identico viaggio.
Come direbbero lì: “same same… but different”
Nota per chi ha tempo. Dal Vietnam è facile raggiungere Siem Reap per visitare i templi di Angkor Wat … Ma questa è un’ altra storia.
