BOYHOOD

un film emozionante sulla tua adolescenza

[dropcap]B[/dropcap]oyhood è un film che dura 12 anni. Dal 2002 al 2013 il regista Richard Linklater raduna la troupe una volta l’anno per girare poche scene e raccontare la crescita del giovane Mason (Ellar Coltrane) e della sua famiglia (Lorelei Linklater, Ethan Hawke e Patricia Arquette)

%name BOYHOODMason ha 6 anni, una sorella con cui litiga spesso, una madre e un padre separati. I ragazzi vivono con la madre che ha la tendenza a scegliere sempre uomini che si rivelano sbagliati e a traslocare spesso rendendo la vita dei figli un po’ complicata. Il padre è un tipo un po’ sbandato, ma presente.
È la storia di una famiglia del tutto normale, non ci sono effetti né avvenimenti speciali né catastrofi particolari. È la vita che scorre fino a quando Mason arriva al college. Il trascorrere del tempo per gli attori corrisponde a quello dei personaggi. È un riuscitissimo esperimento cinematografico che celebra il cambiamento. C’è un disinteresse per nulla sottaciuto alla storia, che a tratti risulta anche noiosa. In fondo non c’è granché da dire, ma mentre lo guardi i ricordi della tua giovinezza riaffiorano senza che te ne accorgi…

Di quando ero bambina e la mattina uscivamo troppo presto per accompagnare mia madre al treno. La scuola era ancora chiusa, così andavo dalla mia amica che abitava di fronte e facevo la seconda colazione (sarà per questo che ho la passione per la colazione).
Del mio primo allenamento di basket e dei successivi 10 anni spesi in allenamenti, partite, trasferte e pomeriggi interi d’estate con l’amica Claudia ai campetti Nike a giocare con i maschi.
Le giornate passate a piazza Mercato a pattinare sui roller (alle medie), al liceo a fumare, bere e a dire cazzate.
Le scorrazzate in motorino, a volte in quattro, perché la legalità da noi è arrivata tardi e in fondo in quattro ci sono più cose da dire.
I primi giorni al liceo classico un po’ traumatici, perché erano tutti troppo fighetti.
La prima volta che mi feci tagliare i capelli nel bagno durante l’autogestione da Antonella (perché tanto il parrucchiere non mi capiva mai), mentre Giulia suonava la chitarra.
Gli sms, le citofonate e le improvvisate a casa degli amici, perché facebook e gli smartphone non esistevano, con gli amici ti “acchiappavi in giro”.
I primi viaggi, i primi baci, i primi amori, i secondi e i terzi pure…

Insomma, ti ricordi un po’ di tutto mentre guardi Boyhood. Ripercorri ogni passo della tua vita consapevole che nulla tornerà e quando il film finisce quel che resta è solo tanta nostalgia e qualche lacrimuccia.

Non ti aspettare drammi, quesiti esistenziali, atrocità, guerre stellari o apocalittici scenari.
Boyhood è bello perché parla di te.