PINA – dance, dance, otherwhise we are lost!

 

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Nel 2009 Wim Wenders decide di girare un “road movie” seguendo la tournèe di Pina Bausch (sua grande amica) e dalla sua compagnia di danza in tour in Asia e Sud America. Nel film Pina, la più grande e rivoluzionaria coreografa della danza contemporanea, avrebbe avuto ampio spazio per spiegare il suo lavoro, ma le cose sono andate in maniera diversa.

Il 30 giugno 2009, la morte di Pina Bausch, dopo soli 5 giorni dal momento in cui le era stato diagnosticato un cancro, pone un’inevitabile sospensione del progetto. Poi il regista ci ripensa e decide di andare avanti, trasformando quello che doveva essere un film su Pina, in un film per Pina: un omaggio a lei dedicato dalla Tanztheater Wuppertal, la compagnia che per 35 anni ha accompagnato e portato in scena le creazioni della coreografa tedesca.

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Un cambio di direzione forte e radicale che ci ha regalato un film dalla rara bellezza e dall’incredibile carico emozionale. Un cambio di direzione così forte che ha portato il regista a sperimentare la tecnologia del 3D per la prima volta in una pellicola documentario, per di più su un argomento come la danza contemporanea (teatrodanza, a dire il vero) .

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I componenti della compagnia, dai più “anziani” ai più giovani, si avvicendano nel descrivere la loro esperienza con Pina Bausch, solo attraverso brevi frasi e molti sguardi, oltre che attraverso la rappresentazione delle coreografie da lei insegnate. Dalle loro testimonianze il personaggio di Pina si delinea come una persona fortemente ispirata e nello stesso tempo una musa, fonte di ispirazione per chi la circondava: una madre, una instancabile lavoratrice, completamente dedita alla danza, ma soprattutto una donna dalla profonda capacità di leggere negli animi altrui, per trovarne le parti migliori e liberarle.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=hFsUBNwdFTo&feature=related[/youtube]

Nel documentario compaiono diversi tra i più famosi spettacoli del Tanztheater Wuppertal: Cafè Muller (1978) Kontakthof (1978), The Rite of Spring (1975), Full Moon (2006).

Café Muller fu lo spettacolo che fece conoscere Pina Bausch a Wim Wenders:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=Jm70fMM3JAk[/youtube]

“Uscii dal teatro in lacrime ma non sapevo perché. Il mio corpo l’aveva capito, la mia mente ci mise ancora di più.” (W.Wenders)

Vi piacerà questo film se riuscirete a farvi trasportare dalle immagini e dalla musica nel mondo dell’espressione corporea, dove le parole sono poche ed i gesti e le espressioni compongono un vocabolario molto più vasto.

Sublime la colonna sonora (tratta dai brani realmente utilizzati negli spettacoli di Pina Bausch), in particolare il tema “Lilies in the Valley” di  Jun Miyake che potete ascoltare nel trailer qui sotto.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=e4oCNsJHJDA[/youtube]

 

Io ho visto il film in 2D quindi non so dirvi come la terza dimensione cambi l’esperienza della visione delle incredibili coreografie: probabilmente andrò a rivederlo in 3D per scoprirlo!