ANATOMY – workshop con Sovrappensiero Design Studio

%name ANATOMY   workshop con Sovrappensiero Design StudioNegli ultimi tempi, tra i proseliti del ciberspazio il corpo (umano) non gode di molta stima. Alcuni, i più indulgenti, lo vedono con bonaria, rassegnata diffidenza. Altri invece esprimono nei suoi confronti un protervo, astioso disprezzo. Il nostro corpo sarebbe, per loro, antiquato, sorpassato, infine: obsoleto. Rimasto immutato per migliaia di anni dovrebbe ora essere cambiato, sostituito da un altro più all’altezza delle nuove, incalzanti sfide che provengono da un ambiente sempre più condizionato dalle nuove tecnologie.

Tomás Maldonado, Critica della ragione informatica

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Il workshop, battezzato “anatoMY”, guidato da Sovrappensiero Design Studio, si svilupperà in 5 giorni nei quali il corpo umano, nella sua interezza fisica,  sarà indagato non soltanto come potenziale oggetto di studio scientifico, ma anche in quanto veicolo di comunicazione. È attraverso la propria estensione corporea che l’uomo si pone in contatto con il mondo esterno. Se da un lato il corpo sostituisce l’apertura percettiva al mondo, dall’altro rappresenta una sorta di filtro culturale con cui ogni epoca e società instaurano un rapporto particolare.
Gli usi e i costumi del tempo intervengono sul corpo fino ad allontanarlo dalla sua origine naturale e a trasformarlo in un prodotto culturale in continua mutazione. La volontà di potenza dell’uomo, meccanismo del desiderio incessante, ci spinge sempre più verso la libidine del nostro stesso accrescimento. Come sottolinea Sovrappensiero “…dai primi utensili preistorici fino ad oggi l’evoluzione dell’uomo è un crescendo di meccanizzazione e concepimento di nuovi prodotti finalizzati a far fronte ai nostri bisogni. Strumenti come il cannocchiale o il binocolo possono ad esempio essere definiti “protesi sensorio-percettive” inventate appositamente per sopperire alla  limitatezza dell’occhio umano.”
La tendenza all’artificializzazione alla quale stiamo assistendo ci obbliga ad interrogarci su cosa sia il corpo e in che modo esso possa ancora assicurare a sè stesso la continuità tra naturale e artificiale.

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Il corpo umano sarà indagato sotto tre diverse interpretazioni:
il corpo come materia (pelle, muscoli, ossa, denti, capelli) reale e simulata. Dall’ utilizzo della pelle, il rivestimento più esterno del nostro corpo e più in generale, di un vertebrato, all’utilizzo di ossa, denti o capelli intesi come materie prime dalle cui caratteristiche primarie è possibile ricavare altri materiali adoperati a loro volta per assemblare prodotti finiti.
il corpo come oggetto di continue trasformazioni; l’evoluzione della specie e le mutazioni, dalla cosmesi alla chirurgia estetica e alle protesi. Dallo studio della mutazione genetica, modificazione stabile ed ereditabile dovuta a fenomeni esterni o al caso, all’analisi di pratiche come il camuffamento o il mimetismo che intervengono sull’oggetto modificandone le sole caratteristiche esteriori. Durante questa fase del workshop saranno prese in considerazione inoltre trasformazioni estetiche per noi ormai scontate come l’abbigliamento, il make up o gli interventi di chirurgia estetica che sottolineano pur tuttavia la più importante modificazione del nostro corpo e della nostra percezione di esso.
il corpo come ispirazione formale estetica. Il terzo e ultimo step previsto dal workshop focalizzarà la propria attenzione sul lato estetico dello studio anatomico. L’ utilizzo della massa corporea come materiale e fonte di ispirazione creativa per il design di oggetti che ne reinterpretano gestualità e formalismo. Il corpo umano utilizzato come arredo, pratica ai limiti con l’arte visionaria, spingerà infine gli studenti verso un esercizio progettuale in cui verità e apparenza, esperienza e fantasticheria, mondo reale e immaginifico, sono senza confini.

L’obiettivo del workshop è quello di raccontare uno scenario o una riflessione personale su queste tematiche attraverso un prodotto fisico, grafico o fotografico.
Ogni studente manterrà la proprietà sia intellettuale che materiale dell’opera realizzata, che verrà  pubblicata sul sito www.oniricafestival.com come vetrina del proprio lavoro.

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Alcune domande allo Studio Sovrappensiero in merito al workshop e ai nuovi progetti per il 2012:

1) Motivi ispiratori che vi hanno spinti a scegliere il corpo umano come tema per il vostro workshop “anatoMY”. Fin dalla preistoria l’uomo si è servito di oggetti e utensili per superare i limiti del proprio corpo fisico: pietra affilata per tagliare i materiali più resistenti, torce di fuoco per vedere di notte, poi successivamente strumenti ottici come prolungamento della vista per vedere l’infinitamente lontano o l’infinitamente piccolo, oppure strumenti radiotelefonici come prolungamento della voce.
Se in passato il design indagava appunto i limiti fisici per creare nuove funzioni, oggi detiene grande importanza il valore emozionale e affettivo degli oggetti di cui ci circondiamo, ciò che ci comunicano, le storie che sono in grado di raccontare, fino ad assumere sempre più caratteristiche umane. Ci confrontiamo con oggetti che ci fanno sorridere, a volte arrabbiare perché non li comprendiamo; allora perché non immaginare oggetti timidi, paurosi o severi; non a caso l’ultima mostra curata da Paola Antonelli al MOMA di New York si intitola “Talk to me”, quando gli oggetti ci parlano.
Allo stesso modo anche il corpo umano non è mai stato una pura e semplice macchina, ma è il nostro primo veicolo di comunicazione con il mondo esterno, costantemente trasformato nell’apparenza da usi e costumi di ogni epoca, fino a raggiungere risultati estremi in epoca contemporanea in cui l’ingegneria genetica, le protesi estetiche, ma soprattutto quelle funzionali, hanno la capacità di trasformare la percezione che abbiamo di noi stessi, o quella che vorremmo avere, in forma reale. Non è più quindi solo una indagine sul corpo, ma bensì sulla corporeità.

2) Quali sono i risultati che vi aspettate dal workshop? Ciò che ci aspettiamo è una riflessione sul rapporto tra corpo e corporeità proiettata in uno scenario in cui la percezione di noi stessi, le nostre emozioni e la nostra storia possono avere un rapporto diretto con la fisicità, con il colore e la forma umana.
D’altro canto sarebbe molto interessante anche una indagine su oggetti ispirati a caratteristiche umane, fisiche o emozionali. Queste direzioni però sono dei semplici spunti; vorremmo dare ampio spazio all’immaginazione e sono sicuro che anche noi avremo tanto da imparare.

3) Il vostro percorso di formazione e un consiglio a chi sceglie il mondo del design. Abbiamo frequentato insieme l’università di Design presso la Seconda Università di Napoli, ci siamo trasferiti insieme a Milano dove abbiamo seguito poi percorsi formativi diversi, continuando però a lavorare insieme e a confrontarci costantemente.
Prima di avviare una propria attività professionale in questo campo, credo sia necessario provare diverse esperienze lavorative, imparare prima, e poi fare confronti tra i metodi, le tipologie di clienti, la qualità e la quantità del lavoro. In questo modo è possibile costruirsi un ideale da raggiungere, un obbiettivo personale a cui puntare.

4) Voi siete molto giovani eppure avete già conquistato una buona visibilità. Come giudichereste il rapporto con le aziende italiane specie in questo momento difficile? Sin quando ci siamo messi in proprio abbiamo cercato di contattare molte aziende dell’industria italiana e straniera per proporre progetti e collaborazioni. Spesso non riceviamo neanche risposta. Ora come ora però non ce la sentiamo di biasimare le aziende: le università italiane sfornano forse qualcosa come tremila designer all’anno, molti dei quali cercano come noi collaborazioni con il mondo dell’industria. L’offerta è tanta, la qualità è discutibile, il tempo da dedicare a visionare tutte le proposte è comunque poco e soprattutto in questo periodo le aziende preferiscono puntare su investimenti sicuri, su progetti di nomi affermati, ignorando il più delle volte le offerta provenienti dalla fauna degli under 30.
Personalmente abbiamo avuto ultimamente la fortuna di incontrare sul nostro percorso una delle ultime aziende “illuminate”: Mamoli robinetteria.
Hanno riconosciuto la qualità di un progetto da noi proposto, e nonostante le problematiche legate alla produzione, hanno scelto di portare avanti la collaborazione, dandoci massima fiducia. Al Salone del Mobile 2012 i risultati del progetto. Questa esperienza ci ha dato la fiducia necessaria per continuare a provare: prima o poi la qualità del lavoro premia.

5) Che modalità hai in testa? Scusa.. Ero sovrappensiero!

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Informazioni utili:

A CHI è RIVOLTO: il workshop è aperto a tutti, ma rivolto in particolare a studenti di scuole universitarie di design e discipline artistiche o della comunicazione, architetti e designer.
DOVE: La sede del workshop è il Magazzino 22, attuale sede di Interzona, bellissimo esempio di archeologia industriale anni ’40, situato in via Scuderlando 4 a Verona.
COSTI E MODALITÀ DI ISCRIZIONE: per partecipare è necessario presentare le richiesta entro il 19 Gennaio 2012 compilando ed inviando a info@fuoriscala.it il modulo iscrizione a cui vanno allegati il proprio CV e portfolio. Entro il 21 Gennaio 2012 saranno contattati i 15 partecipanti selezionati che prenderanno parte ai laboratori, alle lezioni e alle esposizioni che si svolgeranno dal 25 al 29 Gennaio 2012 a Verona.
Il costo di iscrizione al workshop è di 150 €. Per confermare la propria partecipazione, i 15 partecipanti selezionati dovranno versare entro il 23 Gennaio 2012 la quota d‘iscrizione
tramite bonifico bancario a: c/c intestato a Associazione Culturale Interzona – IBAN IT45W0518811706000000035497e inviare tramite e-mail la ricevuta di avvenuto pagamento all’indirizzo info@fuoriscala.it.

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Sovrappensiero Design Studio nasce a Milano nel 2007 dal sodalizio creativo di due giovani product e furniture designer, Lorenzo De Rosa ed Ernesto Iadevaia, cresciuti in Campania e attratti dalle nuove sfide contemporanee. Presentano il loro primo innovativo progetto “design for blind people” al Salone Satellite del 2008 e da allora seguono un percorso costante di sperimentazione, sempre alla ricerca di nuove opportunità di crescita. I riscontri ottenuti presso manifestazioni e appuntamenti per designer emergenti, aprono la strada a collaborazioni con diverse aziende, come Mamoli robinetteria, Benetton, Horm, Manerba con il seguitissimo progetto di ricerca Office+Retrofit che partecipa  quest’anno all’ADI Design Index per l’assegnazione del Compasso d’oro, 3M ed Extralight, applicando la stessa poetica e sperimentazione anche alle produzioni seriali. Attualmente  sono presenti con l’opera Scented time alla mostra O’Clock alla Triennale di Milano.

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