“Dica pure che sono vecchio. Di giovane mi è rimasto soltanto quest’orecchio. E’ un orecchio bambino, mi serve per capire le voci che i grandi non stanno mai a sentire. Ascolto quel che dicono gli alberi, gli uccelli, le nuvole che passano, i sassi, i ruscelli. Capisco anche i bambini quando dicono cose che a un orecchio maturo sembrano misteriose.” Gianni Rodari tratto da “Il signore maturo con un orecchio acerbo” .
Non so come siano le orecchie di Laura, voglio immaginarmele a punta, come quelle dei folletti ma sicuramente quello che ha per certo è una mano così dolce e serena in grado di rappresentare quel mondo onirico e “bambino” che crescendo, tendiamo a dimenticare.
Laura di Francesco è una giovane illustratrice italiana, di Roma, che anni fa ebbi il piacere di “scoprire”. Da allora ho sempre seguito i suoi lavori.
E’ facile innamorarsi delle sue illustrazioni per chi, come me, ha bisogno di poesia…
Laura ci ha concesso un’intervista quindi smetto di scrivere e lascio che sia lei stessa a raccontarsi..
Ciao Laura, chi sei, cosa fai? Parlaci un pò di te!
Sono un umanoide che si guadagna da vivere disegnando e creando cose felici… Lavoro come illustratrice e graphic designer dal 2005, e grazie anche all’appoggio delle persone che mi vogliono bene, sono riuscita a portare avanti questa grande passione che mi regala momenti di frustrazione seguiti a momenti di una soddisfazione immensa…
Ho studiato all’Accademia delle Belle Arti di Roma, ma credo che la maggior parte delle cose che ho imparato riguardo il mio “mestiere” vengano dalla mia dedizione e dai consigli dei compagni, amici e maestri incontrati nella vita di tutti i giorni.
Amo la natura e mi piace confrontarla con la purezza e potenza dell’infanzia, ecco perché i miei disegni sono spesso bucolici 🙂
Munari diceva: Conservare lo spirito dell’infanzia dentro di sé per tutta la vita, vuol dire conservare la curiosità di conoscere, il piacere di capire, la voglia di comunicare» Cosa ne pensi dato che la maggior parte delle tue illustrazioni appartengono al mondo dei bambini? Come riesci ad entrarci?
Le parole di Munari esprimono il sentimento che muove tutti gli illustratori, animatori, insegnanti, pediatri e tutte le persone che hanno deciso di trasformare la loro sensibilità verso l’infanzia in una professione. Per quanto riguarda la mia esperienza personale, cerco di accendere questo filo conduttore ogni volta che mi siedo sulla scrivania per iniziare a disegnare. Questo filo é importantissimo, perché é l’unica via che mi conduce direttamente nel giardino della fantasia infinita, quella a cui ogni individuo non dovrebbe mai rinunciare.
Forse mi sbaglio, ma più guardo i tuoi disegni e più noto che alcuni personaggi delle illustrazioni assomigliano molto a tua figlia. Hai da sempre affrontato queste tematiche oppure sono nate e cresciute con la maternità?
Hai fatto centro Elisabetta! Ho sempre amato, creato, studiato arte ma l’esigenza di illustrare per l’infanzia coincide con i nove mesi trascorsi obbligatoriamente a letto… Mentre aspettavo Alice. Lei é stata la mia mini-musa ispiratrice. Nei suoi primi gesti delicati ed esploratori ho trovato tanta ispirazione e voglia di celebrare la magia dell’esser bimbi.
Italia, Giappone, Svezia… L’esperienza in questi tre paesi diversi in che modo ti hanno influenzata? Nei contenuti, nei mezzi, nelle tecniche, nei concetti…dove sta la parte italiana nei tuoi disegni?
Mi hanno influenzata regalandomi la capacità di saper dosare la carica di colore che l’Italia ti lascia dentro. Il Giappone ha la carineria dei personaggi, il famoso kawaii, che fin da piccola adoravo collezionando gommine profumate e personaggi divertenti. A Kyoto ho conosciuto un’eleganza e una magia senza confronti: i giardini, il suono delle gocce d’acqua, Hokusai… Se ci penso mi vengono ancora i brividi. La Svezia (dove vivo attualmente) mi ha “candeggiato”, come mi diverto a dire… Le foreste di betulle e gli animali selvatici proprio sotto casa credo compaiano spesso nelle mie immagini. Fanno parte della nostra quotidianità. Ma la Svezia mi ha anche insegnato a valorizzare il mio talento a livello professionale, e qui ho iniziato veramente a credere nelle mie possibilità. Ho studiato gratuitamente in dei corsi di design molto validi, davvero fantastico. Però devo confessare che il sole mi manca tantissimo e le possibilità che questo paese ti offre non sempre riescono ad essere sfruttate per la scarsa energia fisica che ti affligge nei lunghi mesi invernali.
L’Italia sono le mie mani e la mia inesauribile fantasia. L’Italia é arte, c’é tanto di tutto per le strade di Roma, sulle spiagge sarde, sulle cime dolomitiche, sulle colline senesi, così tanto che vuoi o non vuoi ne verrai influenzato per tutta la vita, ringraziando il cielo.
L’ansia del foglio bianco. Ti è masi successo? Se si, come e cosa fai per sbloccarti in questi casi?
Aspetto…. Che posso fare?
A volte, soprattutto se le deadlines incombono, mi “risveglio” un pò andando in posti che mi mettono di buonumore o parlando con i miei amici. Loro non sanno il valore di quelle chiacchierate….
A quale illustrazione sei più affezionata? E perché?
Difficile domanda… Ce n’è una, il quale originale non venderei mai… È “Buonanotte”, quella del bimbo con la tutina da coniglio che dorme appoggiato al cerbiatto. Gli voglio bene perchè mentre la disegnavo ero davvero felice… Ed è un’illustrazione che mi ha portato fortuna. Disegnare con il piacere di farlo porta sempre fortuna!
Cosa serve a Laura per disegnare? Di cosa non puoi proprio fare a meno?
Del sole (si capisce forse che mentre scrivo qui siamo al 9 di aprile e ci sono tre gradi con pioggia e nebbia fuori..?)
Poi ovviamente dei colori, della carta e del materiale giusto, quello che ormai ho individuato come materiale “mio”.
Stai lavorando a qualche nuovo progetto?
Si!! Tre progetti carinissimi e nuovi fra l’altro!
Una collezione di accessori e vestiti per neonati per la compagnia Lindex svedese, che uscirà in autunno ( praticamente dopodomani qui.. Hihih)
Una lampada notturna per la compagnia francese Djeco e dulcis in fundo un progetto tutto multimediale, una app divertente ed utile per imparare l’alfabeto in diverse lingue, in italiano, inglese e svedese al momento (http://appamini.com/).
C’è un illustrazione che avresti voluto disegnare tu?
Avoja! Basta entrare in una libreria per bambini… Per esempio al secondo piano della Shakespeare and co. a Parigi, avrei fatto piazza pulita comprando tutto e ammirando con l’acquolina in bocca. Amo.
Quali sono gli illustratori italiani/stranieri dei quali ammiri il proprio lavoro?
Non sono molto brava in questo…. Come spesso mi dimentico di andare alla fiera di Bologna.
Ho due amiche illustratrici delle quali ammiro la tenacia e la produttività in ambito letterario, loro sono Francesca Assirelli e Martina Peluso, entrambe bravissime e coloratissime. Mi piacciono e cerco di farglielo sapere appena pubblicano qualcosa di nuovo.
Sono stata molto influenzata da Sofie Fatus, Nicoletta Ceccoli e Francesca Di Chiara, da molti designers e stilisti francesi. Seguo molto l’arredamento e mi lascio ispirare da tutto ciò che arriva dalla Francia, Olanda e Oriente.
Ultima domanda… Che modalità in testa hai?
In questo momento Modalità scongelamento lento, in attesa dello sprint primaverile!
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