STUDIO FLUDD – dimensione alchemica

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Esordiscono così: Ciao! We are a creative collective, Venezia based and alchemy inspired. We’re after the eclectic alchemist sir Robert Fludd.

E fin quì poco entusiasmo. Lo ammetto. Ne arrivano mille di email così. Poi apri e trovi tutt’altro. Ma la loro è sintetica e io apprezzo chi riesce in 3 righe a carpire la mia attenzione.

Veloce giro sul sito. Il tour non delude. Bei lavori, eterogenei che spaziano dalla grafica, al design, all’illustrazione..

Loro, lo Studio Fludd, sono: Caterina GabelliClara Giaquinto, Matteo Baratto, Sara MaragottoValeria Sanguin, fanno una ricerca visiva pulita, essenziale, vagamente nordica, che gioca con forma, materia, colore e tutto viene da un lontano parente, un eclettico scienziato che con il suo trattato Utriusque Cosmi maioris salicet et minoris metaphysica del 1617-19 disserta di astrologia, prospettiva, ottica, ingegneria idraulica e militare, musica, aggeggi per sollevare e altre invenzioni meccaniche.. Parte l’intervista.

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Progettazione creativa e materia pura. Chi è nato prima: l’uovo o la gallina?

Difficile a dirsi! Spesso sono state scoperte (quasi casuali) di strani materiali ad innestare reazioni a catena, procediamo per analogie, per agglomerati di idee, con l’idea di fondere assieme diverse discipline per arrivare a definire un progetto unico e compatto ma anche ramificato, dalle molte facce.

Capita spesso anche di cercare i materiali a partire da progetti in corso, è una sfida difficile, a volte la parte più lenta e faticosa rispetto a tutto il processo creativo.

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L’ultima mostra interessante che avete visitato.

La personale di Rudolf Stingel, a Palazzo Grassi, Venezia.

Venezia con i vostri occhi.

Preziosa, nascosta, intima, sempre bellissima. Ma anche scomoda, difficile, sfruttata, incompresa.

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 Il design che genera emozione. Il design che annulla l’emozione.

Noi siamo per il design che aumenti la materia grigia e nel contempo non trascuri la forma estetica, se tiene insieme queste due cose allora anche emoziona.

 La ricerca di una panacea universale è forse più attuale di quanto pensassi. L’onniscenza risiede nei social network?

In parte, i social network però a volte appiattiscono la conoscenza, soddisfano una sete di sapere in maniera fin troppo immediata e questo in certi casi è un limite, anche solo nel settore creativo.

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Qual è la vostra pietra filosofale?

Essere fluidi, inclusivi, collettivi.

Fare le cose con la stessa cura di un artigiano, ma nello stesso tempo continuare a sperimentare.

 Che modalità avete in testa?

Lo Studio come una fucina di idee, il lavoro collettivo come spazio (sia fisico che mentale)per apprendere nuove cose e cimentarsi in progetti che come artisti e designer singoli non potremmo portare avanti.

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Hanno anche uno shop online in cui potrete trovare opere di grafica, libri e accessori.

E la “gelatology” tra ice cream e processi che plasmano la natura terrestre ci piace parecchio!

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