roBOt Festival anche quest’anno propone una line up stellare, divisa tra il medievale Palazzo Re Enzo e gli enormi spazi della fiera di Bologna. Apparat (che ha suonato al Teatro Comunale di Bologna per il concerto d’apertura, vedi foto), Ben Ufo b2b Jackmaster, Floating Points b2b Dafni, Squarepusher, Nina Kravitz, Tiga, John Talabot, Nathan Fake, Evian Christ sono solo alcuni nomi presi a caso dal programma. Ma roBOt Festival non è solo un festival di musica elettronica. Quello che vogliamo sottolineare è il lato meno conosciuto dell’evento ma sicuramente non meno interessante, le due sezioni che arricchiscono l’offerta culturale che propone ormai da 8 anni la manifestazione bolognese: Screenings e Arti Visive.
La Sezione Screenings, dedicata al cinema e curata da Elisa Trento, quest’anno contempla contenuti e modalità inedite, una anteprima assoluta e una anteprima nazionale, trasportando il visivo in vere e proprie live performance: due film concerts, eseguiti per questa occasione da due artisti della scena elettronica ed un film show eseguito da un compositore di culto di musica contemporanea, autore della colonna sonora dell’ultimo film di Jim Jarmush. In collaborazione con la piattaforma LiveSoundtracks, manifestazione internazionale di Barcellona che vede protagoniste le colonne sonore eseguite dal vivo, roBOt Festival ospita i due film concerts: protagonisti due musicisti conosciuti in ambito internazionale: Lena Willikens (già annunciata anche nella sezione musicale di roBOt08) che firma la sonorizzazione live&direct di “Japanese Girls at the Harbor” di Hiroshi Shimizu, film muto girato nel 1933, dalla bellezza e dalla portata stilisticamente innovativa ancora oggi intatta e Jaime L. Pantaleón che presenta in anteprima assoluta una sonorizzazione live di sette opere realizzate a Barcellona da cineasti di tutto il mondo durante una masterclass condotta da Abbas Kiarostami, uno dei maestri della cinematografia contemporanea.
La sezione A/V di roBOt Festival, invece, curata da Federica Patti e Marcella Loconte, è dedicata alle Arti Visive: tra i progetti curatoriali selezionati troviamo l’anteprima assoluta del live audio/video dove il suono spigoloso e raffinato di Morkebla che incontra i visual di Sara Scenderbech: incubatrici, acquari, trapani odontoiatrici danzano in una voragine di vertiginose profondità producendo paesaggi alieni, sospesi tra artificiale ed organico. In programma Ljós, la più recente avventura firmata Fuse*, uno dei collettivi più esaltanti ed affilati nell’esplorare in tutta la loro vastità i territori del multimediale, che questa volta indaga la disciplina più vicina alla performance con la danzatrice Elena Annovi. Con il progetto Toa Mata Band, roBOt Festival ospita la prima “band robotica Lego” al mondo dove ad essere protagonisti saranno proprio i giocattoli di plastica che hanno contrassegnato l’infanzia di diverse generazioni. È da loro che Giuseppe Acito è partito per costruire quel piccolo prodigio che è la Toa Mata Band: un sistema di motori, pulegge, elastici e un MIDI sequencer, il tutto sotto il controllo di un processore Arduino. E questi sono solo alcuni degli spettacolari progetti curatoriali proposti ai quali, parallelamente la sezione A/V avvicina inoltre 21 progetti (19 selezionati e 2 vincitori dell’edizione argentina) individuati attraverso il bando internazionale call4roBOt: un percorso interattivo e immersivo tra performance, installazioni e video che si snoderà tra Palazzo Re Enzo e diverse location del centro storico.
roBOt Digital Paths into Music and Art dimostra anno dopo anno una vitalità e una crescita continua che lo ha consacrato tra gli eventi più importanti del suo genere a livello internazionale: non solo performance musicali, ma anche proiezioni, workshop e produttori di media e arti digitali a 360 gradi.