“Sottoprodotto della circolazione delle merci, la circolazione umana considerata come un consumo, il turismo, si riduce fondamentalmente alla facoltà di andare a vedere ciò che è diventato banale”.
Si è quasi parlato di “psicopatologia del turista moderno” circa la modalità, che spesso si collega al viaggiatore nipponico, secondo cui il fotografare ossessivamente se stessi, diventa quasi un lavoro forzato. Figurasi nell’era dello smartphone, sinonimo di condivisione e collezionismo di “I like”, in cui l’immagine compiaciuta, di se stessi in vacanza diventa unica testimonianza concreta della propria satisfaction. Il XXI Century schizoid man ne ha bisogno, necessita di portarsi a casa quel sorriso davanti a quel paesaggio per dimostrare al prossimo, ma soprattutto a se stesso di aver vissuto, goduto e conquistato l’obiettivo “libertà dallo spazio coercitivo del quotidiano” utile a sollevarci psicologicamente dalle fatiche della routine, a farci sentire ancora liberi.
La necessità quasi ossessiva di auto-rappresentarsi, è stato il tema di giocosa riflessione di ” Turismo.ogni foto è ricordo” dei due artisti Rocco Centrella e Marella Bombini, partner di viaggi ma non nella vita. Partiti per provocazione, i due hanno creato, scatto dopo scatto, le fondamenta della loro personale poetica. Quello che hanno saputo realizzare i due artisti è nato appunto come un iniziativa giocosa che è andata via via a prendere piede grazie al gradimento di una marea di fan cresciuti spontaneamente come funghi sui social network. Hanno costruito, senza troppi sforzi e con divertimento, nonostante le espressioni inespressive e annoiate, una parossistica parodia di quello di cui sopra, rinnegando ogni entusiasmo e boicottando ogni sorriso, impegnandosi al contrario, a mantenere la mono-espressione nichilista che li contraddistingue, a firma di ogni singolo scatto. ( ..Che poi, ci vuole impegno a replicare anche l’inespressività!)
Ecco le foto dell’evento che NUFactory in collaborazione con Fondazione Maimeri ha organizzato per promuovere Turismo.ogni foto è ricordo. I muri della fondazione sono stati tappezzati dalle foto di Rocco e Marella , condivisi con i lavori dell’ottima Chiara Fazi, illustratrice romana che per l’occasione ha reinterpretato i due protagonisti con un’opera molto interessante, inoltre presentata all’Affordable Art Fair di Milano.
Rocco e Marella hanno risposto così alle nostre domande
-E’ venuta prima l’idea o la prima foto ?
Scattare la prima foto è stato come fare outing. E’ stato istintivo, tanto che non ci siamo dovuti nemmeno spiegare quello che stavamo facendo e al tempo stesso non potevamo identificarne le conseguenze se non fare grasse risate con i nostri amici. Successivamente e dopo aver collezionato una prima serie di foto abbiamo capito che c’era un seme, una forte insofferenza che meritava di trovare uno sfogo creativo. Era l’idea che silenziosamente cresceva: da vittime dei continui abusi di visibilità nei social network da parte degli altri siamo diventati dei serial killer per lanciare un messaggio che, dietro al suo cinismo, richiama ad un minimo di discrezione nel condividere i fatti della vita privata.
-Quante foto avete scattato fino ad ora e se ne avete una preferita qual’è?
Ne abbiamo scattate molte. tra buone e non (perchè siamo la prima commissione di censura di noi stessi) ne avremo scattate almeno 300. 200 sono, al momento, sul nostro profilo facebook Turismo – Ogni foto è un ricordo, ma ce ne sono già di pronte ad essere pubblicate.
Foto preferita: per Marella quella con la gallina (non è facile acchiappare una gallina, trattenerla e intanto tenere l’espressione), per me l’autoscatto in cui siamo riflessi in uno specchio in fondo alla sala di un ristorante (mi fa ridere il fatto che pur non vedendo i nostri volti si riesca comunque a capire il nostro mood).
–Come vi ponete nei confronti dei social network, ed in particolare di Fb dal momento che la vostra opera critica, ma al contempo sfrutta il mezzo?
Facebook ci ha datto l’opportunità di allargare la rete privata e poi di capire che quella stessa rete andava ristretta per dargli valore. Penso che questo sia il ragionamento che facciamo entrambi con i nostri profili. Nel mio caso, facebook risulta essere ancora il social network per ecccellenza. Il mio profilo personale è la chiave di accesso ai quelli dei miei due progetti, quello musicale in cui compaio con il nome di Rhò, e Turismo.
La mia attività sociale si riduce al minimo indispensabile per quanto riguarda la mia sfera privata, uso facebook in maniera complementare rispetto ad un servizio mail. Ma rimane utile per creare interazione tra contenuti e opinione pubblica, per alimentare viralità e la diffusione di informazioni. Il nostro progetto critica fortemente l’humus in cui è nato. Credo che questo non vada letto come atteggiamento si superiorità, ma solo come una conseguenza del fatto che stando all’interno di un sistema si possono veramente conoscere certe dinamiche e provare a cambiare le cose. Senza appartenere a movimenti artistici o politici.
-Come interagite con il vostro “pubblico”?
Turismo ha un pochi elementi da comunicare, ma forti. Un immaginario, molto triste, e un atteggiamento, l’apatia che nasce dal ripetere le azioni senza capire cosa si sta facendo. Sembrerà ambizioso da parte di due non fotografi, ma noi deleghiamo tutto al semplice scatto, perchè non ha bisogno di tante spiegazioni. L’identità di Turismo e così spiazzante nella sua semplicità da non dover per forza avere una voce per veicolare il suo messaggio, che è un invito quotidiano alla catarsi.
– Progetti futuri?
Io vorrei tanto andare a Medjugorje , ma Marella preferisce una crociera nel Mediterraneo. Ma si sa che le crisi sono i momenti di crescita più importanti in una relazione.
Testo di Eleonora Macioci
Foto di Marcello Fauci
©marcellofauci