Federico Primiceri è considerato un giovane talento dell’alta oreficeria italiana, le sue creazioni si distinguono per sperimentazione e audacia. Chi ha stabilito che un gioiello in quanto prezioso debba essere noioso? Federico sdogana questa stantia concezione e giustifica il suo estro con grande passione e dedizione. Impara dal padre, abile orafo leccese, studia gemmologia a Milano e viaggia lasciandosi ispirare da altri luoghi, colori, sapori. Le esperienze vissute lo conducono verso una maturazione artistica e professionale che attrae stampa e buyer. Milano, Roma, Istanbul, Mosca, Londra, Parigi sono conquistate da lle sue collezioni di gioielli handmade dalle asimmetrie inaspettate, giochi volumetrici, fatine danzanti, l’improvvisazione di un lusso senza limiti che illumina un’indimenticabile bellezza.
E ora Federico Primiceri in 10 domande!
1. Il gioiello tra innovazione e tradizione. Spesso si pensa che un brand di lusso sia sinonimo di prodotti di qualità, Made in Italy e handmade. Quali sono le tecniche orafe che adotti e come sono percepite dal pubblico?
L’innovazione tecnologica ha portato sicuramente ad un miglioramento nella produzione di gioielli, anche se l’utilizzo di software per la progettazione e la prototipazione del modello di un gioiello fa perdere a mio parere quella magia di esecuzione artigianale e di altissima manifattura che ogni pezzo di alta gioielleria dovrebbe avere. Handmade è per me sinonimo di arte orafa di alto livello e permette di dare una grande personalità al gioiello attraverso una minuziosa lavorazione fatta a mano. L’Italia si è sempre distinta per i prodotti artigianali, è stata tra i più importanti centri nel mondo per la produzione di gioielli e credo che oggi si possa sfruttare la tecnologia, mantenendo la costante della manualità nella fase di creazione. Nonostante i miei laboratori siano all’avanguardia per i processi di produzione, sono molto legato all’attività artigianale perché mi permette di dare unicità ad ogni singolo gioiello. Questo viene percepito come plus da tutti in quanto lo è realmente e lo vedo stando a contatto con i miei clienti, sia nuovi che fidelizzati, che comprendono esattamente il significato e il valore della “manifattura artigianale” che c’è dietro ad ogni pezzo che realizzo.
2. Quando nasce la tua passione per il gioiello?
La passione per il gioiello nasce in giovane età. Mio padre è un artigiano orafo ed è stato il mio principale maestro: fin da ragazzino gironzolavo tra i suoi banchetti di lavoro e osservavo come un metallo prezioso, lavorato e forgiato manualmente, potesse assumere le forme più svariate. Negli anni di studio, mi sono trasferito a Valenza Po per approfondire la conoscenza dell’arte della lavorazione orafa e dopo il diploma, sono rientrato in Puglia dove ho aperto il mio primo laboratorio. Così ho iniziato a creare le prime collezioni di alta gioielleria e mi sono affacciato al mondo della moda, in particolare con l’esperienza a Roma all’interno della storica vetrina di ALTAROMALTAMODA, dove ho debuttato sulle passerelle con la linea di haute joaillerie chiamata “Alchimia delle Forme”. Questo esordio ha stimolato ad ampliare le mie prospettive artistiche, portando ad una personale evoluzione lavorativa che mi ha permesso di realizzare opere di grande successo come quelle appartenenti alla collezione Level 256.
3. Gli incontri dedicati alla gioielleria di lusso sono ormai soltanto al di fuori dei nostri confini. Place Vendôme è sicuramente una delle piazze più esclusive e ambite. Raccontaci cosa succede quì che non accade in Italia.
Affacciarsi al mondo ed esporre al di fuori dei confini italiani, in città come Parigi, Londra, Mosca e Istanbul, per citarne alcune in cui sono stato, ti permette di incontrare persone e clienti provenienti dalle più disparate nazioni. In particolare Parigi è caratterizzata da un’affascinante multietnicità, conosci personalità particolarmente sensibili all’arte, amanti del vero lusso e del vero Made in Italy, che in certi ambienti continua ad essere fortemente apprezzato e richiesto. Place Vendôme è il centro dell’alta gioielleria, dove si trovano le boutique più prestigiose, da Chanel a Van Cleef & Arpels, Dior, De Grisogono, Louis Vuitton Jewellery ed altri ancora. Chiaramente puoi immaginare la potenzialità di questa zona e la sua capacità di attrarre l’attenzione internazionale. Ma oltre a godere di un’incredibile concentrazione di innovazione per quanto riguarda la gioielleria e la moda, ti ritrovi immerso in una città che apre la mente, trovando sempre input significativi su un’elegante avanguardia, senza mai allontanarsi dal mondo artistico-culturale. Parigi continua ad essere la capitale della moda, dell’eleganza e dell’arte, mondi a cui sono fortemente legato e che mi portano ad esprimermi al meglio.
[vimeo]http://vimeo.com/49006053[/vimeo]
4. L’Haute joaillerie è un mondo elitario spesso lontano dalle tendenze moda ma soprattutto veicolo di valori aspirazionali. Da dove trai ispirazione per le tue creazioni e come riesci a mantenere un’identità multipla?
L’Haute joaillerie è certamente un mondo a sé stante, sia artisticamente che da un punto di vista del business, è un settore che si rapporta con le tendenze della moda ma lo fa in maniera“indipendente”. Nonostante l’eterogeneità delle mie collezioni di alta gioielleria e l’influenza del personale interesse per arte e pittura, la principale musa ispiratrice di tutti i miei lavori è la musica. Sin da ragazzino ho avuto la passione per i vinili e tuttora vado sempre alla ricerca di dischi che possano darmi sempre emozioni diverse. La musica ha accompagnato ogni momento della mia vita, personale e professionale, tanto da decidere di farne un palese riferimento nella filosofia del mio brand: “Jewel Music Concept“.
5. Si sa i preziosi vanno rincorsi attraverso i continenti. Quali sono le mete da te predilette? Dove la tua ricerca ha dato esiti più significativi?
Per me ogni luogo è fonte di ispirazione, per cui non ho una meta che prediligo in assoluto. Posso dire che tra le città che visito più frequentemente, Londra è senza dubbio quella che mi porta più spesso verso un’evoluzione stilistica.
6. Le gemme, si dice che ognuna sia espressione di uno stato d’animo, quali sono quelle che ami di a più e perché?
C’è una grande varietà di minerali esistenti in natura, ciascuno con la propria storia ma tra le più significative e vicine al mio stato d’animo è senza dubbio l’ametista, pietra semipreziosa che utilizzo in varie forme, sfaccettature e sfumature di colore nelle mie collezioni. Il colore e l’effetto che ha sul metallo prezioso mi affascina molto e trovo che in questa pietra si concentrino charme, innovazione e mistero.
7. Accessori come architetture contemporanee, strutture che si muovono sinuose nella natura, quale artista, designer o stilista potrebbe accostarsi alla tua filosofia?
Tra i designer che sento più vicini alla mia filosofia c’è Victoire de Castellane, direttore creativo di Dior Haute Joaillerie, donna che ammiro molto. Anche lei parte da un mondo immaginario per poi trasformarlo in vere e proprie opere d’arte.
8. L’importanza del “pezzo unico”.
Credo che ogni donna voglia sentirsi unica, diversa dalle altre, esprimendo la propria personalità anche nel look e negli accessori che indossa e per il mio lavoro questo è particolarmente stimolante. Il “pezzo unico” è veramente tale in quanto non esiste un altro uguale al mondo e, nel caso del gioiello di lusso, credo che sia una caratteristica fondamentale. Tra le opere più estreme che ho realizzato, ce n’è una in particolare: il collier “masterpiece” che appartiene alla LEVEL 256 Collection, realizzato in oro giallo e bianco con più di 2700 pietre preziose tra diamanti, rubini, zaffiri e smeraldi. E’ la mia opera più estrema non solo per il materiale utilizzato, ma anche per la grande difficoltà nella realizzazione e nella rifinitura dei dettagli che mi ha portato via ben 3 mesi di lavoro. LEVEL 256 è una delle mie collezioni in continua evoluzione ed ispirata al gioco di PacMan (che amavo da ragazzino) che comprendente diverse tipologie di gioielli, apprezzati e richiesti sia in Italia che all’estero.
9. Il gioiello nel web. Tentativi di e-commerce sono stati studiati ma non hanno ottenuto grandi numeri, forse perché del gioiello è necessario innamorarsi a prima vista, vederlo indossato, sentirlo proprio! Credi che in futuro avverrà un cambiamento?
La sensazione di innamorarsi di un gioiello vedendolo e provandolo è estremamente eccitante, questo è indiscutibile. Allo stesso tempo credo che il cambiamento sia già avvenuto. Molti store italiani e stranieri utilizzano l’e-commerce per la vendita di beni di lusso come i gioielli e alcuni di questi hanno ottenuto un gran successo. Luisa Via Roma è un esempio tutto italiano e ben strutturato di tale evoluzione.
10. Ultima domanda ma fondamentale.. Che modalità hai in testa?
Essere sé stessi, ascoltare le persone e sviluppare un’interpretazione personale di ciò che ci circonda.