Qualche tempo fa ho visto spuntare tra le foto di alcuni dei miei profili seguiti su Instagram un paio di orecchie bianche… e dopo qualche mese sono stata “coniglizzata” anche io! Scopriamo di più su questo progetto virale che parte da un gioco tra amici e finisce per farci riflettere metaforicamente sulla personalità di ognuno di noi e sul rapporto con i social network.
Quando e come nasce The Rabbit Project?
The Rabbit Project nasce a giugno 2014 per scherzo tra quattro amici e colleghi con il pallino per i social e la fotografia: @anthonylate – @buddybradley – @emme_enne – @inanutshell.
Decidiamo di acquistare una maschera per un compleanno e scattiamo le prime quattro fotografie durante una pausa pranzo. Tornati in studio decidiamo subito di creare un profilo Instagram, un Tumblr e una pagina Facebook del progetto.
E’ nato prima l’uovo o la gallina? Mi spiego… è nato prima il progetto fotografico in se o l’idea di realizzare un progetto basato su Instagram?
L’idea è quella di giocare con l’idea di identità sul web, sull’alter ego, sul raddoppiamento e la realtà virtuale che ci consentono di entrare in rapporto ed in rapporti nuovi con personalità diverse e con diversi aspetti della nostra personalità. “Una personalità che quindi diventa multipla, ibrida, creativa.”
Nel progetto siamo tutti conigli, indossiamo tutti la stessa maschera, ma siamo tutti diversi, la interpretiamo le facciamo assumere espressioni differenti. Tra Pirandello e web 2.0. Un monologo a più voci. Potremmo continuare a sproloquiare per ore su tutto questo…
Potremmo continuare a sproloquiare per ore su tutto questo…
Con Instagram “sono diventati tutti fotografi”. Voi stessi avete dei profili personali molto seguiti … Alcuni artisti hanno già scelto questa app come forma di comunicazione. Come credete che abbia cambiato la nostra cultura dell’immagine e la nostra visione stessa del mondo?
Il confine tra banalizzazione e arricchimento è sempre molto labile. La fotografia amatoriale ha avuto un boom grazie al mobile, permettendo a chiunque di raccontare e congelare qualunque momento, dal più squallido al più interessante, svalutando un’arte e una professione in alcuni casi o permettendo un’informazione istantanea e trasparente in altri. Al contempo ha anche permesso a molti talenti di confrontarsi con uno strumento più agile e immediato. Ha stimolato la curiosità di chi temeva che la fotografia fosse una disciplina esclusiva, che poi probabilmente lo è. Non basta scattare una foto per essere un fotografo, ma non è detto che basti conoscere alla perfezione una macchina fotografica per saper scattare.
Quante persone avete ritratto finora?
Abbiamo superato da poco il numero 100.
Come scegliete i soggetti da “coniglizzare”? Ci sono della candidature spontanee?
The Rabbit Project è prima di tutto un esperimento virale, creato grazie al coinvolgimento di blogger, instagrammers e influencers. Ma non solo. Amici, colleghi, nel tempo abbiamo cercato di tirare dentro chiunque riuscisse a interpretare con carattere la maschera. Abbiamo ricevuto parecchie candidature e stiamo pensando seriamente alla possibilità di un Rabbit Tour. Di sicuro andremo presto a Roma a incontrare un po’ di gente.
Date un motivo a chi sta leggendo per seguire @therabbitproject…
Potreste essere il prossimo coniglio.
Progetti Futuri? O dovrei dire what’s next?
Coniglio su Marte.