Torniamo a parlare di libri. Torniamo a leggere libri! Torniamo a comprarli, scambiarli, a tenerli sul comodino o nelle nostre borse per il week end.
Alcuni di voi diranno “ma io non ho mai smesso”… E questo vi fa onore ma, per assurdo, ad alcuni di noi questi due anni bizzarri hanno fatto perdere alcune buone abitudini. Dico per assurdo perché a conti fatti abbiamo avuto più tempo libero, siamo usciti meno, abbiamo frequentato di più il divano e le panchine del parco all’occorrenza. Nonostante questo ci siamo disabituati alla lettura, cosi come ad andare al cinema. È ora di riprendere le buone abitudini allora e lo facciamo da qui, consigliandovi 4 titoli per la primavera.
Non ce ne vogliate se le autrici sono quattro donne… Come le fondatrici di questo magazine: per le prime tre è stato un caso e la quarta è venuta di conseguenza (ma parla di un grande uomo).

L’occhio del pettirosso, Giuliana Altamura – Mondadori
Accostare poesia simbolista e fisica quantistica può sembrare assurdo. O forse no, stando a quanto ha creato Giuliana Altamura nel suo ultimo romanzo.
Lei è Greta, studiosa di poesia, poetessa anch’essa, lui è Errico, fisico appassionato con l’ossessione delle visioni quantiche. Jusqu’ici tout va bien; fino a quando nella loro vita irrompono due occhi vigili e vitrei (gli Occhi del pettirosso) di una strana figura femminile fuori dal comune, quindi necessari a chi della ricerca ha fatto la sua ragione. Così necessari da incrinare un amore solido e bruciante come quello di Greta ed Errico, che in una strana casa del passato si trasferiscono proprio per trascorrere qualche giorno di riposo. Inizia per loro una spasmodica ricerca di verità; lei compone poesie in uno stato di trance che la fa somigliare ai ritratti di Edvard Munch a Tulla Larsen, lui insegue questi occhi capaci di vedere là dove molti non arrivano e va a sbattere con la sua infanzia, come flutti che si infrangono sulla scogliera in un pomeriggio di inverno.
Un romanzo scorrevole e al contempo incalzante come un ritmo sincopato, capace di tenere col fiato sospeso fino al capitolo successivo.
E se è vero che i simbolisti nella creazione poetica riuscivano a vedere là dove i più non riuscivano, ecco che si delinea il fil rouge del romanzo: fisica quantistica e Simbolismo. Lo scrive proprio il ribelle Arthur Rimbaud ne ‘La lettre du voyant’: Je dis qu’il faut être voyant, se faire voyant. (Io dico che bisogna essere veggente, farsi veggente).
Proprio come gli ‘Occhi del pettirosso’ di Giuliana Altamura ci insegna a fare.

Dove sei mondo bello – Sally Rooney – Einaudi
Reduce da enormi successi ottenuti per Parlarne tra amici e Persone normali (che è diventato anche una miniserie tv) Sally Rooney torna a scrivere di dicotomie di coppia e sui rapporti amorosi in epoca contemporanea. Essendo lei stessa una trentenne “millennials” non ci stupisce il suo successo tra quelli della sua generazione (e non) così come non ci stupisce la naturalezza con cui descrive i suoi personaggi e le loro storie che si intrecciano con quelle del ventunesimo secolo.
La protagonista è lei stessa un’autrice di romanzi, come fosse un alter ego della Rooney, in cerca di un amore in quella strana età che sono i trent’anni oggi per chi non ha ancora trovato una quadra nella vita. L’amore forse lo trova in Felix, un anticonformista che incontra su Tinder. E poi c’è Eileen, cara amica con cui si scambia mail cariche di pessimismo e desideri:
«Ecco che nel bel mezzo di tutto, con il mondo messo com’è, l’umanità sull’orlo dell’estinzione, io mi ritrovo qui a scriverti un’altra mail a proposito di sesso e amicizia. C’è altro per cui valga la pena vivere?» domanda Alice.
Come ci dice il titolo la domanda a volte sottintesa e a volte chiarissima è se ci sia ancora un bel mondo in ci sperare.

Niente di vero, Veronica Raimo – Einaudi
“Veronica Raimo è l’unica che mi ha fatto ridere ad alta voce con un testo scritto in prosa da quando ero adolescente” ha detto Zerocalcare.
E dato che Zerocalcare a noi fa ridere tanto, direi che ci fidiamo.
Niente di vero è un’autobiografia che non pretende la veridicità assoluta, ma che racconta pezzi di vita e porzioni di verità della vita di Veronica. La madre oppressiva e soffocante, il padre ossessionato dall’igiene, il fratello un po’ geniale e lei che da bambina ad adulta affronta le fasi della vita una per una.
“Nella mia famiglia ognuno ha il proprio modo di sabotare la memoria per tornaconto personale. Abbiamo sempre manipolato la verità come se fosse un esercizio di stile, l’espressione più completa della nostra identità”.
Ma forse questo accade in tutte le famiglie, e in tutte le persone che hanno il bisogno di ricreare una narrazione della propria esistenza a modo proprio. Veronica Raimo lo fa con ironia anche quando affronta temi dolorosi come l’aborto o il lutto, un’ironia che non intacca lo stile della scrittura né il messaggio finale.

Caro Pier Paolo, Dacia Maraini – Neri Pozza
Concludiamo con un romanzo dedicato ad uno dei personaggi della cultura italiana più importante degli ultimi anni e forse il più “rivalutato” nel tempo: Pierpaolo Pasolini.In occasione del centenario della sua nascita di sono svolte rassegne cinematografiche e letterarie, dando la possibilità anche a chi non conosceva la sua opera di ammirarne la attualità ancora oggi.
Personaggio da sempre controverso per le sue idee e per le sue abitudini private, aveva molte forti amicizie femminili tra cui Elsa Morante e Maria Callas e appunto Dacia Maraini che molti anni dopo la sua morte mette insieme le sue immagini del Pasolini uomo più che poeta, e lo fa sotto forma di lettere al Pier Paolo.
Ne viene fuori un ricordo affettuoso che delinea un uomo dolce nel privato ma sofferente e spesso violento verbalmente. L’autrice racconta dei numerosi viaggi in Africa insieme a Pasolini e Moravia e viene da chiedersi se possiamo quasi non comprenderli a pieno quei tempi e quei personaggi così distanti da quelli odierni.

Buona lettura!