Non esistono storie d’amore perfette, ma l’amore esiste dalla notte dei tempi e mentre il mondo cambia inesorabilmente, rimane il motore perpetuo delle cose.
Allora impariamo dalle parole di chi ha saputo descriverlo meglio di chiunque altro (in epoche diverse.)
1 FEDRO, Platone – 370 a.C.
Il famoso dialogo tra Socrate e Fedro sull’amore che Platone utilizza come esempio massimo dell’uso della retorica. Chi ha studiato il greco al liceo non può non aver tradotto dei passi di questo bellissimo e complesso discorso e non può non essersi arrabbiato con chi erroneamente definisce platonico l’amore che non prevede contatto fisico. Letto questo (almeno i passaggi principali) ci si potrà approcciare alla lettura di qualsivoglia romanzo d’amore e anche a qualsiasi situazione di vita forse…
“Per chi intraprende cose belle è bello anche soffrire”. (Fedro, 274 A-B)
FEDRO: ” È convien bene, Socrate, che tu m’ascolti, ché, non so come, era ella d’amore l’orazione con la quale ce la siam passata. Lí ritrasse Lisia una di coteste bellezze, che è accostata; ma non da amatore. E l’è immaginata con arguzia, perché dice che piú presto si ha ad essere graziosi a un che non ami, che a un che ami..”
2 GRANDE GADSBY, Francis Scott Fitzgerald, 1925
Storia conosciuta ai più, se non altro per la famosa versione cinematografica con Leonardo di Caprio nei panni di Jay Gatsby, un self made man arricchitosi in modi poco chiari, ossessionato da una donna, Daisy, sullo sfondo degli sfavillanti anni 20 e del sogno americano prima della grande crisi. Al ritorno dalla guerra, Gatsby torna a casa e il suo unico obiettivo nella vita diviene riconquistare la donna amata, impressionandola con uno stile di vita da favola. Una serie di intrighi e colpi di scena visti dagli occhi del narratore Nick Carraway, vicino di casa del Grande Gadsby.
“A volte è più difficile privarsi di un dolore che di un piacere.”
“Sapeva che baciando quella ragazza, e unendo per sempre quelle indicibili visioni al mortale respiro di lei, la sua mente non avrebbe più spaziato come quella di dio.”
“Ci dovevano essere stati momenti, perfino in quel pomeriggio, in cui Daisy non era stata al’altezza dei suoi sogni – non per colpa sua, ma per la colossale vitalità della sua illusione. Era andato oltre lei, oltre tutto. ”
“ Sapeva che la sua mente non sarebbe mai più stata libera di spaziare, come la mente di un Dio. Che l’innamorarsi avrebbe cambiato il suo destino per sempre. […] Lei sbocciò per lui come un fiore. E l’incarnazione divenne completa”
3 MADAME BOVARY, Gustave Flaubert – 1857
A chi come me l’ha letto in età adolescenziale (più per dovere che per piacere) consiglio di rileggerlo in età adulta, perché come mi ha confessato chi mi ha suggerito alcuni di questi titoli, potrebbe essere il romanzo perfetto. A metà dell’Ottocento Flaubert non temeva nessun giudizio nel raccontare i pensieri segreti di una donna volitiva e vitale che compie adulterio e conduce una vita al di sopra delle sue possibilità pur di non soccombere alla mediocrità borghese. Una sognatrice che si brucia con le sue passioni e alla fine si suicida. Un’eroina moderna descritta dal cultore della parola perfetta.
“La denigrazione delle persone che amiamo ci allontana sempre un po’ da loro. Non bisogna toccare gli idoli: la doratura resta sulle mani.”
“L’amore, pensava, doveva manifestarsi di colpo, esplosione di lampi e fulmini, uragano dei cieli che si abbatte sulla vita, la sconvolge, strappa via ogni resistenza come uno sciame di foglie e risucchia nell’abisso l’intiero cuore.”
4 LE NOTTI BIANCHE . Fëdor Dostoevskij – 1848
Due anime perdute, un sognatore e una giovane ragazza, che condividono 4 notti a San Pietroburgo, camminando alla luce dei lampioni, confidandosi, conoscendosi, consolandosi, illudendosi di aver trovato per un attimo il grande amore, finchè la realtà non li riporta sulla terra. Una delle opere forse meno mature ma più poetiche di Dostoevskij.
“Come ferve un cuore innamorato, sembra che tu voglia riversare tutto il tuo cuore in un altro cuore”.
“Oh, avete indovinato dalla prima volta!», risposi deliziato al vedere che la mia ragazza era intelligente: quando c’è bellezza questo non disturba mai.”
5 FINE DI UNA STORIA – Henry Graham Greene – 1951
Londra durante la seconda guerra mondiale. Henry è un semplice funzionario pubblico, sposato con Sarah. Di Sarah si innamora lo scrittore Maurice: i due diventano amanti appassionati finchè una bomba cade sul palazzo dove si trovavano insieme e Sarah giura di non vedere mai più Maurice se lui si salverà. Anni dopo Maurice cerca Sarah ma scopre che lei sta morendo…
Uno di quei libri che i romantici divoreranno, soprattutto nelle pagine che trascrivono il diario personale della protagonista
“Il senso della infelicità è infinitamente più facile da comunicare che quello della felicità. Nella disperazione sembriamo consci della nostra propria esistenza, anche se possa essere sotto forma di un mostruoso egotismo: questo mio dolore è individuale, questo nervo che spasima appartiene a me solo e a nessun altro. Ma la felicità ci annienta: perdiamo la nostra identità”
“Ci si può amare senza vedersi.”
“Non ho bisogno di scriverti, né di parlarti, così avevo cominciato una lettera a Te poco tempo fa, e mi sono vergognata di me stessa e l’ho strappata perché sembrava una cosa così stupida scrivere una lettera a Te che sai ogni cosa (…)
Buon San Valentino!
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