830 SIGN – Essenza minimale

 

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Incontriamo Giulia Spiller creatrice del brand 830 Sign  dal 2008 che grazie alla sua passione per la moda e il design insieme all’amica e compagna di studi Maria Vittoria decide di convertire l’azienda di famiglia, produttrice di denim, e lanciare un progetto incentrato sulla ricercatezza delle forme e la cura dei materiali. Da Los Angeles a Londra come PR al Marocco, sede dell’azienda, Giulia coglie gli spunti per lanciare il suo brand e tornata a Verona, si ritrova con Maria Vittoria da anni Assistente Designer da Jil Sander. Dal loro connubio nasce l’8 Ottobre 2010 830 sign.

Una ricerca contemporanea che affonda le radici nel costume orientale abbinato ad un rigore formale retaggio culturale del minimalismo spaziale. Tessuti in contrapposizione che esaltano l’armonia dell’insieme senza contrasti, aperture inaspettate e dettagli sofisticati per un palette cromatica coordinata e mai scontata.

[vimeo]http://vimeo.com/61248418[/vimeo]

 

La pulizia delle linee, il rigore delle forme, accostamenti contemporanei. Come si struttura l’identità del tuo brand?

L’identità di 830 sign puó essere racchiusa nella descrizione “minimal con personalità”. Le linee sono molto nette, austere ma in ogni collezione è presente un elemento fuori dagli schemi, che cattura l’occhio e da carattere ai capi. Nella collezione AW 2013/14 è il turno dei plissè placcati, nella versione nero opalescente e grigio metallizzato che danno un tocco moderno ad una collezione che per forme e materiali potrebbe passare più inosservata. I tagli e le silhouette sono molto ricercate, ma fanno parte di quel secondo livello di lettura a cui il cliente arriva quasi sempre in un secondo momento, studiando il singolo capo nel dettaglio. Volumi, colori, materiali: tutti questi elementi devono in ogni caso portare ad un equilibrio finale che non appesatisca ne’ i capi in sè ne’ la collezione nella sua totalità.

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I progetti ambiziosi e soprattutto sofisticati sono spesso rivolti ad un pubblico che ama distinguersi. Chi è il tuo ideale di stile?

Il mio ideale di stile non è reale, concreto. E’ una donna immaginaria su cui plasmo ogni collezione: ha un occhio ricercato e un gusto non scontato. E’ una donna che non ama apparire a tutti i costi, ma indubbiamente vuole essere notata. E qui parlo di donna come ideale, quando cioè immagino la collezione indossata come total look con i pezzi che per noi di 830 sign sono i piu rappresentativi in ogni stagione. Ció non toglie che il prodotto finale sia facilmente assimilabile, una volta valutato attentamente, anche da un pubblico meno esigente. Abbiamo molti modelli talmente semplici pur essendo ricercati, che fungono da passe-partout anche nell’armadio più illogico e creativo.

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Un luogo che ti appaga. In cui trovare o perdere te stessa.

Qualsiasi luogo circondato dalla meastosità silenziosa della natura è per me la chiave di accesso al mio mondo immaginario, quello più intimo, dove trovo ogni volta lo slancio creativo che da inizio all’ispirazione di una collezione.

I tuoi capi hanno una forte valenza tattile, raccontaci della tua passione per la materia.

La mia passione per i materiali arriva del mio bagaglio lavorativo; l’esperienza in Jil Sander mi ha aperto le porte di un mondo esclusivo di pochi eletti nel settore della moda e, una volta che ti sei riempito gli occhi e le mani di certe sensazioni,
difficilmente si riesce a tornare indietro. Le fiere sono sempre uno stimolo per me per trovare qualcosa di non visto le stagioni precendenti, capita a volte che perda la testa per un tessuto, pur non avendo ancora bene in testa cosa farne. Ma nella maggior parte dei casi, quello viene fuori da se strada facendo.

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Le tonalità, le ambientazioni hanno un riferimento al design nordico, la sovrapposizione per contrasti e l’eclettismo dei dettagli rimanda ai riferimenti artistici delle postavanguardie. Cos’è il contemporaneo?

Il contemporaneo, per quello che mi riguarda, è l’essere qui ora, ed esserlo sempre.

Un tua selezione spotify.

Scratch Massive, The Knife, John Maus, Beach House, Archive, Nicholas Jaar, Timber Timbre, XX, Georges Delerue, Maxence Cyrin,…

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Che modalità hai in testa?

In questo ultimo periodo, “waiting for”: aspettative per il futuro, prossimo ma anche più lontano.

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