
Per la serie “Le interviste possibili” incontriamo Cristian Grossi, illustratore di moda/pubblicità e fra i fondatori dello studio creativo Kreativehouse. Gli scrivo a notte tarda incuriosita dalla sua newsletter. Mi risponde dopo pochi minuti: “Anche tu sveglia?” . Mi è già simpatico. Approfondendo scopro che è anche dotato di un grande talento e di uno stile molto originale.
Ecco come ha risposto alle nostre domande.
Da cosa trai ispirazioni per le tue illustrazioni?
I disegni emozionanti escono quando non pensi a niente. Se c’è una storia o un tema principale, quello arriva dopo. Se c’è una fonte di ispirazione è il mio immaginario personale, soprattutto i ricordi di quando ero bambino. Ma al di là di questo è importante che il disegno sia spontaneo, pulito e svincolato da una riflessione troppo concettuale. In questo modo anche gli errori e le imperfezioni acquistano significato.
Come descriveresti il tuo stile?
Il mio stile è quello dell’Art Nuoveau e del Liberty. Se fossi nato un secolo fa il mio stile lo avrebbero definito così. Uso il computer, è vero, ma in fondo tutto parte da lì. La natura, quel certo uso del colore e della linea, è quello che ho respirato fin da piccolo negli affreschi di Galileo Chini e nelle decorazioni floreali degli edifici qui a Salsomaggiore dove sono cresciuto.
Pennelli o tasti? Preferisci utilizzare tecniche tradizionali o computer grafica? O entrambi?
Pennelli e tasti. O meglio: penna e scanner. La matita non mi è mai piaciuta perché ti consente di tornare indietro. La penna invece è sincera e se ti fidi di lei non ti permette di sbagliare. Credo molto nel digitale. C’è tutto un popolo di diffidenti, ma penso che l’uomo debba parlare il linguaggio del suo tempo e usare i mezzi del suo tempo per esprimere idee del suo tempo. E poi una forma di tradizione c’è sempre: parto sempre dal disegno a mano (chine, penne, inchiostri).
Pubblicità o moda? Due mondi simili ma opposti. Quale preferisci?
Mi emoziona allo stesso modo vedere un cartellone con un mio disegno o una donna che indossa un folard; in fondo c’è arte anche in un certo modo di fare pubblicità.

I tuoi miti
Ho le mie fisse. Quando mi parte l’impeto, il mio interesse diventa totalizzante. C’è stato il periodo Amelia Rosselli, poi è arrivata Ingeborg Bachmann, poi è stata la volta di Tondelli. E questo per la letteratura. Nel cinema sono passato per Wong Kar Wai, inciampando su Vincent Gallo per arrivare a Bela Tarr.
In campo artistico gli illustratori che venero sono Beardsley, Kolomon Moser ed Ertè. Mi brillano gli occhi se ci penso.
Un collettivo di artisti/creativi ha appena occupato un palazzo a Milano per rivendicare l’importanza dei mestieri artistici e mettere in luce le difficoltà a cui va incontro chi decide di intraprendere questo tipo di percorso. Nella tua esperienza hai mai provato questo tipo di disagio ?
Personalmente faccio ancora fatica a definirmi artista. Il mio mestiere è molto piu simile a quello dell’artigiano: mi dedico con caparbietà alla realizzazione di un prodotto, e ci metto la passione. Se posso poi, ci infilo una magia, un segreto. Non ho la presunzione che sia arte, ma spero che emozioni qualcuno.
Cosa ascolti mentre lavori?
Sono una spugna emotiva, la musica fa questo effetto a molti. Se alla radio c’è vasco divento antipatico, succede che ascolto i Sigur Ros ed entro in armonia col mondo. C’è bisogno di dirlo, che Bjork ha talento da vendere? Mi da sempre l’impressione cantare colorato.
Descrivici la tua giornata.
Faccio una bella colazione, è la mia passione. Poi vado in ufficio e ci resto tutto il giorno, dove cerco di recuperare questo maledetto ritardo di 3 giorni che ho nei confronti dell’universo intero. La sera se riesco faccio una passeggiata sulle mie colline e mi guardo un film. Non sono molto mondano, sono un abitudinario. Ebbene si: sono già anziano.
Come sei vestito..tipo ora!?
Ahi. I miei amici e i miei collaboratori mi prendono in giro perché mi vesto male. Indosso quasi sempre camicie da boscaiolo, quelle a scacchi, e pantaloni di qualche taglia più grande. A guardarmi non si direbbe che lavoro per la moda.
Progetti in corso e progetti futuri
Recentemente le mie illustrazioni sono state usate come immagine per l‘International Festival of Harp. In ambito fashion, dopo il successo dei foulard Pinko sono stato contattato da diversi marchi di moda. Spero che questi contatti diventino presto future collaborazioni.

Ed infine la domanda di rito: Che modalità hai in testa??
L’unica cosa necessaria è l’immaginazione. Se non ti pendi troppo sul serio, tutto il resto viene da sé.
I lavori di Cristian sono esposti da pochi giorni (fino a Luglio) alla Fashion Space Gallery del London College of Fashion , all’interno della collettiva Go Figure: New Fashion Illustration, un’ importante mostra che raccoglie i migliori talenti del fashion illustration.

Per saperne di più: www.crixtian.it