Durante gli appuntamenti giornalieri di tanto in tanto arriva il nome in calendario di qualche designer occidentale come Phillip e Damir Doma; oggi è il turno di Richard Nicoll.
Sebbene i suoi natali siano londinesi dimostra di avere un occhio fin troppo attento alla moda italiana, colori, forme e accessori sono familiari anche ai meno esperti, mi sembra di giocare a memory e trovare le affinità di coppia con le passate collezioni dei nostri più noti marchi, ma forse è solo un’impressione…Play again!
Ultimo e propositivo giorno per Generation Next che vede susseguirsi tre giovani designer dal temperamento opposto ma tutti con una grande energia, studio e creatività.
Hong Hye Jin
Studio K
Ad alternarsi sotto lo sguardo affascinante di una nota presentatrice coreana sono maestri di musica e modelle con completi maschili e gilet non finiti ma anche abiti con stampe dai toni delicati e maniche a sbuffo che creano una romantica atmosfera.
La designer è giovane e volenterosa e la più esperta di gestione di business internazionale, i suoi capi sono visibili anche a Roma presso il nuovo spazio ABITO in via Panisperna, 61.
span>
Lee Seong Hee
Lehee
Capi in apparenza rigorosi che lasciano spazio a trasparenze inattese, tessuti leggeri e pesanti bilanciati in forme geometriche definite che disegnano con eleganza la forma del corpo appena intravisto. Piccole giacche racchiudono una donna fragile e sfuggevole, impalpabile come i sogni.
Ya Ra Ji
the Centaur
Sull’onda di pleats please un Miyake contemporaneo, giovane e pieno di colori è pronto a sbocciare come le sue incredibili stampe; perfetto anche nella presentazione mostra un visual art che riprende esercizi di equilibrio con costumi tradizionali coreani montanto a ritmo di bassi da far invidia ai migliori elettroclub.