Una sera di cinema a casa e ci imbattiamo in questa brillante commedia francese Cena tra amici, una sorta di prequel di Perfetti Sconosciuti, il film vincitore del David di Donatello 2016, che analizza i rapporti personali dei protagonisti mettendo alla luce tutto il non detto. Perchè anche prima dello smartphone c’era una “vita pubblica, una privata e una segreta”.
Tutto parte da una burla che mette a segno quel simpaticone di Vincent, fratello di Elizabeth chiamata Babù che, insieme al marito Pier, decide di organizzare una cena marocchina nel loro appartamento di Parigi, unico o quasi set di tutto il film. I due coniugi insieme al migliore amico Claude, trombonista d’orchestra, Vincent e sua moglie in attesa Anna si conoscono da una vita e hanno un livello molto elevato di cultura e conoscenze, sono professori e docenti universitari. La situazione si fa rocambolesca quando viene reso noto il nome prescelto del futuro nipote: Adolphe come il protagonista del romanzo di Benjamin Constant che passa rapidamente, dopo le furiose critiche scatenate, in Adolf, si come Hitler. “Adolf ha ucciso Adolphe”.
Si innesca una ironica e, al tempo stesso, diabolica battaglia tra senso comune, pregiudizio personale ed egocentrismo che trascinerà i personaggi a rivelare spietate verità e segreti imbarazzanti sugli altri commensali.
Una pellicola che ricorda molto Carnage sia per l’ambientazione che per il ritmo sebbene il finale sia certamente meno amaro, diretta da Alexandre de La Patellière e Matthieu Delaporte è basata sulla pièce teatrale Le Prénom, scritta dagli stessi registi del film, e vanta diverse nominations e due vittorie, per gli attori non protagonisti, al premio César.
Ancora una volta ci interroghiamo sulla vera immagine che gli altri, le persone che amiamo, hanno di noi, quali critiche siamo davvero disposti ad accettare e sopportare? Ma soprattutto cosa veramente vogliamo sapere e quando invece è necessario tacere. Cerchiamo davvero amici che siano lo specchio della sincerità? Che ci dicano che siamo grassi, ignoranti e superficiali? Forse rientra nei limiti umani… Ma allora qual è l’amicizia autentica: confessare le proprie idee e accettare i pensieri degli altri oppure restare neutrali, come la Svizzera, ad osservare?