CHERRY VANILLA – la groupie arterfice del successo di David Bowie

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 Da groupie a manager di David Bowie, come costruire un mito nei favolosi Seventies.

Kathy Dorritie nasce nel Queens da una famiglia di immigrati irlandesi, il suo destino sembra segnato, un lavoro da impiegata in città e uno stuolo di figli da mantenere. Ma i riflettori l’hanno sempre attirata, e giovanissima diventa l’anima della notte newyorkese. Sono gli anni Sessanta, l’esplosione dei nightclub (e delle droghe), la passione sfrenata per la musica attirano Kathy verso i backstage. Di giorno agente pubblicitaria anticonformista, di notte dj e animatrice dei party senza regole, indossando assurdi costumi di scena anche fuori dal palco. Il suo stile eccentrico la porta persino a recitare nello spettacolo di Andy Warhol “Pork” in giro per l’Inghilterra. Con il nome di battaglia di Cherry Vanilla, ispirato ad uno yogurt, durante la trasmissione di Radio Hanoi (in onda durante la guerra in Vietnam con tematiche scomode come i Black Panthers), si proclama groupie e decide di trasmettere tutto il suo amore ai musicisti per ispirarne testi e composizioni. Tante le celebrità che incontra da Mick Jagger, Patti Smith, Joel Schumacher, Helmut Newton, Joni Mitchell, Don Johnson, Melanie Griffith, Ringo Starr, Rudolf Nureyev e Mick Ronson; con alcuni nascono storie o solo avventure come con Kris Kristofferson.

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Fino all’incontro con David Bowie, artista inglese ancora pressoché sconosciuto in America all’epoca di Space Oddity. Grazie alle sue conoscenze, riesce ad entrare nel management team e organizzare la prima vera tournèe di Bowie. Sfrontata, diretta, istintiva, con Cherry nasce la figura della PR. Più di un manager, più di una booker, più di un’assistente e soprattutto più di un’amante. È lei a lanciare il mito diventando a sua volta un personaggio. Il colpo di genio? Quando la rivista inglese Mirabelle contatta David proponendogli di curare la redazione di una rubrica settimanale sulla sua vita, gli incontri e i concerti, lui troppo impegnato per occuparsene, rilancia: “Cherry, vuoi farla tu? La scriverai a mio nome”.

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