Buone notizie in arrivo per chi è stufo del martellamento della musica elettronica, per chi ama l’indie e il punk, ma in Italia non trova alternative e stimoli nuovi.
Questi 4 ragazzi di Trieste, già apprezzati all’estero e colonna sonora di un documentario di Vice Germania hanno scelto di scrivere i propri testi in italiano e sapranno darvi grandi soddisfazioni, specialmente dal vivo.
Dopo essersi fatti conoscere durante un primo tour in giro per l’Italia, il primo singolo degli Zeman è stato annunciato in esclusiva da Dlso.it che anticipa l’uscita dell‘album “Fame”, prodotto dall’etichetta To Lose la Track che c’ha visto già lungo promuovendo band come: Fast Animals and slow Kids, Gazebo Penguins, Green Like July, gli Altro e i Tiger! Shit! Tiger! Tiger!
Si chiamano Zeman, sì proprio come lo storico allenatore che ha rivoluzionato il calcio italiano e vengono dall’hard core.
La rivista musicale Rumore, nominandoli disco del mese per la sezione “In Italia”, li ha definiti “libidine coi fiocchi” cogliendo le vibrazioni che provengono da panorami musicali diversi ed esterofili.
Gli Zeman sono difficili da etichettare. Potrebbero sembrare ispirati dai Foals, ma un ascolto più approfondito rivela radici più profonde che portano a band come Fugazi, Q And Not U e Gang of Four unite a ritmi indie che potrebbero ricordare la brillantezza dei Vampire Weekend.
C’è dunque una ricerca musicale molto importante alle spalle, ma la spontaneità del punk vibra immediata e contagiosa durante i loro live. E’ stato complicato perchè sono tanto high profile sul palco, quanto low profile nell’atteggiamento e non amano rilasciare interviste, ma il mio incontro privilegiato con il bassista Stefano e il cantante Lupo è riuscito focalizzare meglio il senso di questa istrionica band con una mini intervista.
Solo 3 domande:
Quali sono le vostre influenze e come considerate la vostra musica?
La cosa che accomuna tutti quanti è il background punk e l’aver ascoltato pochissima musica italiana. Infatti credo che il nostro sound sia lontano dalla proposta artistica della scena indie italiana. L’approccio che abbiamo avuto è sempre stato “do it yourself” e quindi, non essendo dei virtuosi, abbiamo sempre suonato quello che sapevamo suonare con massima libertà fino a trovare un equilibro che funzionasse. In sostanza ognuno ha sempre fatto il cazzo che gli pare.
Come mai avete deciso di chiamarvi Zeman e cantare in italiano nonostante le vostre influenze brit e made in USA?
Scelta di marketing di una band che non ha marketing. Volevamo un nome trasversale che richiamasse con efficacia il nostro tipo di approccio e venisse ricordato con estrema facilità. Poi ovvio che tutti noi apprezziamo alla follia Zeman in campo e fuori dal campo e alla fine nella band suona anche un pescarese.
L’Italiano è stata una scelta dalla gestazione difficile, non eravamo particolarmente propensi all’inizio. Il Lupo ci ha convinto dicendo che passati i 30 anni è più diretto ed espressivamente ricco esprimersi sul palco utilizzando la propria lingua. Volendo metterla sul ridere potremmo dire che è più vero un “vaffanculo” di un “fuck off”.
Qualche anticipazione sul vostro disco “Fame” che uscirà a gennaio per To Lose la Track?
Potremmo parlare della scelta del nome dell’album. “Fame” non parla di un piatto vuoto ma di una situazione di endemica precarietà e mancanza di orizzonti di lungo periodo, in cui spesso si riesce a programmare solo il prossimo respiro. Ma in questa difficoltà c’è la spinta che non ti permette di accettare tutto, ti rende irrequieto e irrisolto. Magari ti fa mordere. Perché l’importante è questo: tendere al massimo il guinzaglio e mordere.
E adesso è il momento giusto di godervi Il momento giusto:
[soundcloud url=”https://api.soundcloud.com/tracks/170709924″ params=”color=00aabb” width=”100%” height=”166″ iframe=”true” /]
Follow them on fb: https://www.facebook.com/cichiamanoZEMAN