GYPSOTHECA

La dimora di Canova

L’Italia è probabilmente il Paese più ricco di esponenti della cultura mondiale, è esso stesso un’eredità e ogni luogo, città, monumento racconta vissuti e celebri nascite che spesso anche noi cittadini non conosciamo. Allora cominciamo a scoprirli insieme!

Affascinati dal mito di Canova e dalla bellezza scultorea abbiamo vistato il Museo Antonio Canova di Possagno che conserva il patrimonio storico e artistico del massimo esponente del periodo neoclassico.

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Per comprendere il luogo è necessario conoscere l’affascinante storia che contraddistingue la vita dell’artista. In un piccolo paese veneto circondato sia a nord che a sud dai monti si erge fiero il Tempio canoviano. Probabilmente nessuno avrebbe citato questo posto se non fosse nato proprio qui nel 1757 un genio.

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Antonio Canova rimasto orfano di padre e abbandonato dalla madre cresce a Possagno con il nonno Pasino Canova, tagliapietre e scultore locale conosciuto nella zona. Sin da piccolo dimostra un innato talento naturale, si narra che all’età di sei anni, durante una cena di nobili veneziani, in una villa di Asolo, abbia creato un leone di burro con tale bravura che tutti gli invitati ne rimasero meravigliati: infatti il padrone di casa, il Senatore Giovanni Falier, intuì la capacità artistica di Canova e lo avviò allo studio e alla formazione professionale.

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A Venezia frequentò la scuola di nudo all’Accademia delle Belle Arti e studiò disegno traendo spunto dai calchi in gesso della Galleria di Filippo Farsetti. Dopo aver lasciato lo studio nel quale esercitava avviò una sua bottega ed eseguì le prime opere che lo resero subito noto nel Veneto come Orfeo e Euridice e Dedalo e Icaro. In quegli anni affrontò il suo primo viaggio a Roma, che avrà un ruolo fondamentale nella sua affermazione infatti proprio quì lavorando per sovrani, principi, papi ed imperatori di tutto il mondo produrrà le sue opere più celebri dalle Grazie ad Amore e Psiche.

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Ma le sue doti artistiche forse non tutti sanno che non sono legate esclusivamente alla scultura infatti quando i francesi occuparono Roma, nel 1798, Canova tornò a Possagno dove si dedicò alla pittura, oggi queste opere uniche sono custodite nella sua Casa Natale accanto alla Gypsotheca.

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L’avvento di Napoleone imperatore sulla scena politica europea nel 1804 determinò un periodo fecondo della produzione artistica di Canova. Inoltre fu strenuo difensore dell’arte italiana e, grazie ad una abile azione diplomatica, riuscì a riportare in Italia numerose e preziose opere artistiche trafugate da Napoleone in Francia tanto che Papa Pio VII gli conferì il titolo di Marchese d’Ischia, con un vitalizio di tremila scudi che egli volle elargire a sostegno delle accademie d’arte.

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Nel luglio del 1819, Canova era a Possagno per porre la prima pietra del Tempio che volle progettare e donare alla sua comunità come chiesa parrocchiale. Il maestoso edificio sarà completato solo dieci anni dopo la sua morte, il 13 ottobre 1822. Il suo corpo giace nel Tempio.

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Il tesoro d’arte e di bellezza conservato a Possagno sono un punto di riferimento indispensabile per conoscere l’artista e apprezzare tutti insieme i capolavori creati, modelli da cui sono stati realizzati i marmi commissionati e ora diffusi nei più grandi Musei del Mondo.

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Si articola in tre spazi:

La Gypsotheca, meravigliosa galleria dove sono conservati i modelli originali in gesso delle opere di Antonio Canova;
La Casa Natale, un appartamento perfettamente conservato con i dipinti, i disegni e gli abiti dell’artista;
I GiardinoBrolo e Parco che completano con la Biblioteca e l’Archivio storico.

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LA GYPSOTHECA

La parola “gypsotheca” deriva dal greco e significa raccolta di gessi, quella di Possagno, infatti, è la più grande Gypsotheca monografica d’Europa.

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Il vescovo Giovanni Battista Sartorifratellastro di Antonio Canova, volle erigere un edificio che potesse degnamente ospitare tutte le opere presenti nello Studio romano in Via delle Colonnette: dal 1829 furono così trasferite da Roma, imbarcate a Civitavecchia e, dopo settimane di trasporto, da Marghera, arrivarono su carri fino a Possagno.

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Cercando di riproporre l’esposizione originale delle opere come erano nell’atelier romano, l’edificio fu progettato dall’architetto veneziano Francesco Lazzari.

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Due guerre mondiali dopo la Gypsotheca viene ampliata grazie al contributo dell’architetto veneziano Carlo Scarpa che crea un allestimento estremamente scenografico distribuendo i gessi su lucidi livelli sfalsati, collocati all’interno di un involucro architettonico che prevede alti blocchi in vetro dai quali si intravedono le nuvole e filtra la luce naturale creando un effetto sempre diverso.

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La sensazione di passeggiare tra queste sculture dalle perfette proporzioni, immobili nei loro movimenti ma con uno sguardo che condensa altri tempi, luoghi, vissuti, è come percepire un legame con Canova, avere la possibilità di provare ad interpretare il suo spirito quando solo nel suo studio dava vita a qualcosa che sarebbe sopravvissuto per sempre.

LA CASA NATALE

La visita prosegue alla Casa del Canova, significativa per contestualizzare il mondo di riferimento dell’artista che stupirà per essere piuttosto semplice quasi metafisica con i pavimenti geometrici e le grandi tende in velluto che creano una scenografia teatrale attorno alle reliquie e i marmi.

Si tratta di una tipica struttura abitativa del ‘600 composta dal corpo centrale, su più piani, dove si svolgeva la vita domestica e notturna, e dagli annessi come cantina, i lunghi porticati per il deposito dei materiali da lavoro, la stalla per gli animali, i pozzi…

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Dopo il terremoto del 1695 la Casa fu ristrutturata e ampliata con nuovi locali e l’aggiunta di camere. L’abitazione che vediamo oggi è quella che Canova ristrutturò tra la fine del ‘700, quando fece costruire la Torretta, e l’inizio dell’Ottocento, quando volle ricavare la cosiddetta Sala degli Specchi.

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I mobili e i suppellettili tra i pochi rimasti sono originali del primo Ottocento: dalle credenze ai tavoli alle specchiere, dalla olla in cui si conservavano i cibi deperibili allo stenditoio per i panni di lana.

In ogni stanza sono presenti i suoi dipinti, le incisioni, i disegni, alcuni marmi, gli strumenti da lavoro (bellissima la teca con gli scalpellini), alcuni vestiti dell’artista.

Particolarmente caratteristiche sono la stanza dove è nato Antonio Canova, il seminterrato della Casa in cui è allestito lo Studio di scultura, la Torretta arredata a biblioteca dove Canova dipinse la grande Pala della Deposizione (oggi protagonista nel Tempio di Possagno).

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Foto di Marco Greco