A Garavecchio, vicino Capalbio nel grossetano c’è un giardino segreto.
Ideato e realizzato dall’artista Niki De Saint Phalle, il Giardino dei Tarocchi, è fortemente ispirato a Gaudì e dall’architetto Pirro Ligorio, che per chi non lo conoscesse, realizzò il parco di Bomarzo.
La costruzione iniziò nel 1979 e finì dopo la morte dell’artista nel 2002.
Niki De Saint Phalle chiamò attorno a sé, oltre a Ugo il postino, Tonino Urtis l’ellettricista “anche” un équipe di artisti come Rico Weber, Sepp Imhof, Paul Wiedmer, Dok van Winsen, Pierre Marie ed Isabelle Le Jeune, Alan Davie, Marino Karella e Jean Tinguely (suo marito), Venera Finocchiaro e Riccardo Menon.
L’ingresso del giardino è invece opera dell’architetto Mario Botta, che realizzò una recinzione in tufo con un’unica grande apertura circolare.
Questo, è il muro che separa il giardino con il mondo esterno: varcando la soglia infatti si ha la sensazione di entrare in una realtà altra, che non appartiene ai nostri tempi e spazi.
Sarà che io ci sono stata durante le vacanze estive, in una giornata particolarmente soleggiata, ma quello che più mi ha colpito è stata la luce che emanava questo giardino, i riflessi, i colori ben definiti e un forte bagliore che non disorientava ma anzi enfatizzava il surrealismo del posto.
Le sculture sono ispirate agli arcani maggiori dei Tarocchi, incontriamo la Papessa, il Mago, l’Imperatore, l’Albero della Vita, l’Appeso, la Torre, il Matto, la Giustizia etc etc.
La ceramica è stata plasmata direttamente sulle sculture, numerata, tolta, cotta al forno, invetriata, poi riposizionata e le fughe tra un pezzo ceramico e l’altro sono state ricoperte da pezzetti di vetro tagliati a mano.
Anche i viottoli hanno un ruolo fondamentale, sembrano animati, un po’ come la strada dai mattoni gialli che portava Dorothy alla città di Oz, seguono le sinuosità del terreno, salgono o scendono e contengono i pensieri, le memorie, le idee, le ispirazioni, i messaggi, i numeri, i disegni, gli appunti di Niki De Saint Phalle.
E’ un luogo non da raccontare, ma da vivere e sperimentare sulla propria pelle, e quindi se vi ritrovate in maremma, tra le mucche, sorseggiando un buon vino, ai bordi di una piscina ricordatevi di questo post-o!