MARRAKECH E ESSAOUIRA – Tutto apposto a ferragosto!

La vacanza giusta per voi povere donne milanesi è Marrakech, meta per glorificare la vostra autostima adombrata da hipster, gay friendly e milanesi imbruttiti.%name MARRAKECH E ESSAOUIRA   Tutto apposto a ferragosto! %name MARRAKECH E ESSAOUIRA   Tutto apposto a ferragosto!

Nella guida avevamo letto di “sguardi roventi” che aveva scaturito grasse risate, a Marrakech abbiamo capito.

La città è ricca di sorprese, divisa in due macroaree opposte e complementari tra oriente e occidente. Siamo nella zona “vecchia” in un riad trovato su air b&b con piscina e camere accoglienti ma soprattutto terrazza con lettini e cappelli a disposizione. Il tutto ad un costo notevolmente abbordabile!

Hammam, massaggi e gommage sono a vostra disposizione per un totale relax in piccoli centri spa nelle vie del souq principale che vi consigliamo di sperimentare.

Un mercato di dimensioni enormi che si dirama in una moltitudine di viuzze vi attende per poter acquistare, trattando con disinvoltura, accessori in pelle, spezie e trattamenti di bellezza ma soprattutto per conoscere e capire lo spirito della popolazione marocchina.

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Le café des épices, ristoro in cui poter sorseggiare il the alla menta, macedonia allo yogurth e poter godere dei colori dei banchetti delle spezie che i venditori vi faranno assaporare, toccare e provare.

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Se siete nel mood di chiacchierare a noi è capitato di essere accolte dall’ “amico delle spezie” che ci ha fornito dritte sulla movida marocchina.

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Cena nella zona nuova da Al Fassia, ottime tagine di pollo, verdure e cous cous accompagnate da vino locale e poi African Chic, un locale insolito in cui uomini abbastanza maturi accompagnavano o cercavano donne o simili con abiti succinti. All’amico delle spezie non abbiamo confessato che questa tipologia di locali non era adatta a noi!

Se vuoi bere una birretta l’unico posto nella Medina è l’Hotel Tazi con una terrazza in cui poter essere abbordate da gruppi di giovani beduini lontani dal deserto. La sera nella piazza principale balli, musica, chioschetti di cibo, incantatori di serpenti e chi più ne ha più ne metta.

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Attenzione ai ristoranti per turisti cercate qualcosa di più caratteristico e defilato come il nascosto Dar Nejjarine in cui poter gustare le specialità locali accompagnati da danzatrici del ventre e suonatori.

Jardin Majorelle ci ha conquistate con i suoi colori a contrasto, voluta da Majorelle negli anni ’30 e residenza di Yves Saint Laurent ha un giardino con piante millenarie e ogni dettaglio è un esplosione di giallo e blu.

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Lasciatevi truccare con il kajal naturale e provate i miracolosi rossetti verdi che resteranno indelebili fino alla sera per sentirvi anche voi più nello spirito del luogo.

Un altro posto che forse non troverete mai nelle guide è il China Garden. Forse non riuscirete a trovarlo neanche se siete lì davanti, poiché il cancello di ingresso è chiuso e l’unico modo per accedervi è citofonare e far uscire il buttafuori per farvi aprire. Merito di Ayoub, che ci ha fatto vivere un’esperienza da local. Un locale pieno di uomini e donne (in realtà tutti uomini e 5 o 6 donne), con narghilè ai tavoli e dj set con pianola di pop marocchino.

Dopo tre giorni a Marrakech abbiamo preso un autobus per Essaouira, passando per strade di cui non ricordiamo il nome, ma che non dimenticheremo per la presenza delle capre sugli alberi, intente a masticare le foglie di argan.

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Essaouira è il tipico posto di mare, fa un po’ Positano, con la strada principale piena di negozietti tipici e di turisti, e le case bianche e blu. Appena siamo arrivate abbiamo conosciuto questo ragazzo che ci ha raccontato di aver suonato con una famosa cantante italiana, a noi totalmente sconosciuta.

[youtube]http://youtu.be/kRmp57P7GrU[/youtube]

Qui non c’è molto da fare. Gli unici posti dove puoi bere sono al di fuori delle mura e sono per lo più frequentati da stranieri e assatanati locals in cerca di prede. Cercando su tripadvisor un posto carino dove poter mangiare, abbiamo trovato l’Elizir. Al nostro arrivo, la porta era chiusa e abbiamo bussato sperando che ci aprissero. Siamo state fortunate, perché era il loro ultimo giorno prima delle ferie. È un piccolo ristorante, accogliente e completamente arredato con oggetti di design anni ’60-’70, che propone piatti dal sapore italo-marocchino. Lo chef infatti ha lavorato in Italia per sette anni e ci siamo sentite un po’ a casa.

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Ah, se vi state chiedendo il perché di quel “Tutto apposto a Ferragosto”, sappiate che continuiamo a chiederci anche noi perché sia una frase così famosa a Marrakech!