Oltre il food, l’EXPO Milano 2015 presenta una carrellata di appuntamenti e mostre di arte, dal Rinascimento al contemporaneo, che si susseguiranno nei prossimi mesi nella capitale meneghina.
“Arts & Foods. Rituali dal 1851” in Triennale a cura di Germano Celant, e allestimenti di Italo Rota, sebbene sia stata inaugurata durante il Fuorisalone sarà aperta per tutta la durata dell’ Expo.
Presenta un itinerario di oltre mille oggetti, legati al mondo del food, che hanno modificato la vita quotidiana dell’uomo, un percorso alla scoperta del rapporto tra arte, design e cibo e come sottolinea lo stesso Celant: “Una mostra lontana dalla concezione visiva e tradizionale e più vicina a un’esposizione eclettica e multidisciplinare”.
Oggetti di design entrati nell’uso quotidiano ma anche testimonianze di artisti, scrittori, filmmakers, grafici, musicisti, fotografi, architetti e designer che hanno contribuito allo sviluppo della visione e del consumo del cibo. Dislocato su circa settemila metri quadri (tra edificio interno e giardino), il tour inizia nel 1851, anno della prima Esposizione Universale a Londra, per arrivare alla contemporaneità, passando per tutti i livelli di espressività, creatività e comunicazione.
“Italia inside out” a Palazzo della Ragione a cura di Giovanna Calvenzi, è considerata “la più grande mostra di fotografia mai dedicata all’Italia”, esplora un bagaglio di 600 immagini di alcuni tra i più bravi e riconosciuti fotografi italiani e internazionali. Con stili e sensibilità diverse ognuno di loro ha concentrato la propria ricerca su esperienze e visioni degli aspetti principali della vita del nostro Paese.
La mostra è divisa in due momenti: Inside, da fine marzo a fine giugno, raccoglierà le fotografie di 42 grandi autori italiani, e Out, da fine giugno a fine settembre, riguarderà i grandi fotografi internazionali.
Leonardo da Vinci a Palazzo Reale.
Alle scuole elementari un mio compagno lo definì “un alieno”. Le insegnanti attonite mandarono a casa il povero Claudio con una insufficienza. A distanza di anni direi che la sua era una definizione illuminata! Poliedrico e d’ingegno incarnò in pieno lo spirito universalista della sua epoca, attivo nei più disparati campi dell’arte e della scienza è oggi considerato il più noto tra i protagonisti della cultura di tutti i tempi e di tutti i luoghi.
La Mostra inaugurata ad aprile seguirà sino al 19 luglio ed è già considerata la più importante monografica mai organizzata in Italia.
Dodici sezioni accompagnano i visitatori a scoprire l’attività poliedrica del Genio, attraverso i suoi codici originali, oltre cento disegni autografi e un cospicuo numero di opere d’arte: disegni, manoscritti, sculture, incunaboli e cinquecentine provenienti dai più celebri Musei e Biblioteche del Mondo.
Grandissima attesa per l’opening Fondazione Prada, 9 maggio, che inaugura la sua nuova dimora, un’ex distilleria degli anni dieci progettata dallo studio di Rem Koolhaas, e una mostra dedicata all’arte antica “Serial Classic” a cura di Salvatore Settis.
Uno spazio che si sviluppa su una superficie totale di 19.000 m2 situato in Largo Isarco, destinato alle attività espositive, un’area didattica dedicata ai bambini e dulcisis in fundo un bar ideato dal regista Wes Anderson che ricrea l’atmosfera dei tipici caffè di Milano.
La Fondazione Nicola Trussardi non sarà da meno e dal 26 agosto propone l’esposizione “La Grande Madre” ideata dal Direttore Artistico Massimiliano Gioni.
Oltre cento artisti internazionali nei 2000 metri quadri del piano nobile di Palazzo Reale sono stati chiamati ad analizzare l’iconografia e la rappresentazione della maternità nell’arte del Novecento, dalle avanguardie ai nostri giorni. Tra loro la celebre Pipilotti Rist, della quale ho ancora il vivido ricordo della personale al Teatro Manzoni, che proietterà un affresco pittorico sui soffitti dello spazio.
Un argomento affrontato da innumerevoli opere eppure mai reso in un’unica esposizione in Italia, dalle donne paffute e rosee dell’Ottocento ai volti e corpi disarticolati e sensuali della corrente futurista e surrealista fino agli anni delle rivoluzioni dei costumi e alle manager anni Ottanta.
Un percorso tematico “sulla figura della donna come soggetto e non solo come oggetto di rappresentazione” che approfondisce il potere della donna dall’emancipazione alla sessualità, dall’estetica corporale al suo ruolo sociale.