Se vivi a Milano e/o lavori nel design (ma anche negli eventi, nella moda, nella pubblicità ecc) il mese di aprile significa una sola cosa: Salone del Mobile.
Poi è arrivato il Covid e aprile 2020 lo abbiamo passato a fare la pizza in casa e a fare zoom call invece di immergerci in quella giostra di esposizioni, eventi, appuntamenti e feste che il Fuorisalone porta con se come un circo che improvvisamente arriva in città, pianta le sue tende, fa rumore e attira le folle (anche di curiosi spesso) e poi nella notte del settimo giorno scompare e se ne va promettendo di tornare l’anno successivo con numeri mirabolanti.
Una settimana che inaugurava la bella stagione dopo il lungo inverno, in cui sfoderare la bici x muoversi rapidamente tra una location e l’altra e qualche outfit ricercato ma comodo per sgambettare in giro dal mattino alla sera.
Dopo aver vissuto 10 anni di Fuorisalone, nel 2019 siamo arrivate stremate una sera al Bar basso per un ultimo negroni sbagliato e ci siamo dette con un po di snobismo “non è più il salone di una volta”.

Non avremmo mai immaginato che l’anno successivo non ci sarebbero stati nemmeno più i tavolini all’angolo di viale Abruzzi sotto la ormai famosa insegna rossa del Bar Basso, quell’angolo che negli anni d’oro del Fuorisalone brulicava di designer, architetti, artisti, stilisti, giornalisti da tutto il mondo rendendo un incrocio di quartiere il centro del mondo del design per qualche sera di primavera.

Chi l’ha vissuto lo sa, per chi non l’ha vissuto vi spieghiamo quello che è stato per noi il Fuorisalone in questi ultimi 10 anni. Liberi di aggiungere alla lista!
- Scoprire angoli nascosti della città, nuove location, appartamenti, cortili celati dietro i portoni, mondi nascosti 359 giorni l’anno, e ancora nuovi quartieri in fermento, terrazze, giardini, ville, case private e molto altro ancora.
- Farsi un programma giornaliero e non rispettarlo quasi mai.
- Scattare 202617849 foto alle esposizioni, alla gente, ai pavimenti, ai soffitti, ai dettagli.. (quelle del mattino sono belle, del pomeriggio un po’ stanche, della sera sfocate e improbabili)
- Passare le giornate tra la bellezza dei saloni di palazzo Litta, palazzo Clerici e palazzo Bocconi per ritrovarsi a mezzanotte ballare l’alligalli all’Arizona (sala da ballo per “adulti”)
- Scambiarsi 1000 messaggi cercando di incontrare persone senza riuscirci mai ma incontrarne altre 1000 in giro.
- Dalle 18.00 informarsi sulle feste: “ sai a che ora? Ci vuole invito? “ … E via altri 1000 messaggi.
- Affittare casa o una stanza su airbnb (per anni mi ci sono pagata le vacanze estive).
- La coda nelle location più quotate, la sensazione di aver sbagliato posto in quelle deserte.
- Emozionarsi alle esposizioni di Nendo e di Dimore studio, divertirsi in quelle di Toilet Paper, desiderare di riarredare casa in quelle di Nilufar; trovare le ultime forze per non saltarne nessuna!
- Tornare a casa con mille gadget, cartoline, business card, leaflet, borse di tela e chiavette usb.
- Per chi se lo ricorda, tentare di conciliare il salone all’Elita festival ( le giornate erano di più ore o noi eravamo degli instancabili giovani?)
- La prima volta al Salone del Mobile di Rho (per chi non ci lavora di solito è la prima e l’ultima)
- L’ansia prima che inizi, la tristezza quando finisce, un tornado tra i due momenti.
- “Ma dov’è tutta questa bella gente durante l’anno?”
- Avere il mal di piedi a furia di camminare e il mal di stomaco a furia di buttar giù prosecchi dalle 12.00 senza mangiare.
- Il salone con il sole e quello con la pioggia
- Quando c’ era solo zona Tortona, poi Brera, ventura, 5 vie, Porta Venezia, Isola… Porta Romana e poi tutta la città!

E pensare che il Salone del Mobile è nato negli anni 60 per i produttori di mobili brianzoli! Poi è arrivato Cassina che 10 anni dopo ha pensato bene di utilizzare il suo showroom in centro per creare un’ ambiente meno “fieristico” (e offrire da bere ovviamente). Nel settembre 1990 Interni propone la prima Interni Designer’s Week in città proprio nell’ anno in cui mancò il salone del mobile, posticipato ad Aprile 1991. Di lì a oggi le evoluzioni della kermesse sono state tante fino quasi a diventare un evento sgradito ai milanesi per la troppa confusione e agli addetti ai lavori per la troppa ingerenza di altri settori (moda, food, hospitality ecc).
Lo stop dell anno scorso forse sarà servito per ritornare in carreggiata, creare un’insolita ma più concentrata design week di fine estate. Trovate qui la nostra selezione di appuntamenti. Seguiteci nelle stories di instagram.
