CAFFE’ STORICI MILANO

4 bistrot in cui il tempo si è fermato

Milano racconta la sua storia attraverso antichi bistrot che tramandano di generazione in generazione la propria arte del saper fare, passione e ricercatezza. Ne abbiamo selezionati alcuni tra i più interessanti in cui almeno una volta nella vita dovrete fermarvi, respirare lentamente ed immergervi in un raffinato passato.

Savini

Nato nel 1867, in pieno periodo Belle Epoque, nel “salotto di Milano” Galleria Vittorio Emanuele II si trova Savini. Un  elegantissimo salotto che ha ospitato importanti personaggi, letterati e giornalisti. Al giorno d’oggi, Savini è diviso in Caffè Bistrot e Ristorante gourmet e rende omaggio a quella Milano storica che in certi luoghi ancora sopravvive. Indimenticabili i raffinati e delicati piatti di risotto giallo e la famosa costoletta ne testimoniano l’autenticità.

Via Ugo Foscolo (all’interno della Galleria Vittorio Emanuele II)

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Camparino 

Nel 1915 aprono le porte del bar Camparino, un luogo dove nasce un nuovo modo di bere il Campari.  Dallo scantinato un impianto idraulico garantiva un flusso continuo di selz ghiacciato fino al bancone di mescita. Caratteristica principale ne è il bancone e l’arredamento raffinato.

Nelle notti del 13 e del 15 agosto la Galleria è stata colpita dai bombardamenti aerei degli Alleati. Dopo il 1943, un sarto pugliese, Guglielmo Miani, approdato a Milano nel 1922, rilevava la licenza bar-caffè sito in Galleria.

Nel 1983 veniva sottoscritto un accordo tra la Società Davide Campari-Milano Spa e la Galleria S.a.s. con il quale viene concesso la facoltà di utilizzare il nome “Camparino” come insegna del Bar-Caffè sito in Galleria. L’accordo prevedeva l’installazione di nuove insegne recanti il nome “Camparino”. Nel 2012 la nuova insegna commissionata da Campari avrà la firma di Ugo Nespolo.

Piazza del Duomo, 21

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Caffé Pasticceria Cucchi 

Luigi Cucchi, insieme a sua moglie, apre nel 1934 un caffè in corso Genova e diventa subito la pasticceria che tutti i milanesi conoscono. La guerra non risparmia il Palazzo che ospita il Caffè, ma rimboccandosi le maniche, la pasticceria viene ricostruita con serio impegno e speranza. Gli arredi sono rinnovati per l’ultima volta nella prima metà del 1950 e danno ancora oggi al locale quel tocco unico ed indimenticabile. Ad oggi l’attività è portata avanti dai nipoti di Luigi Cucchi.

Corso Genova, 1

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Pasticceria Cova 

Per parlare della Pasticceria Cova si deve tornare all’anno 1817, quando la Pasticceria era ancora un Caffé letterario. Era considerata non solo un punto di ritrovo, ma anche il luogo dove i patrioti risorgimentali amavano radunarsi. Il compositore italiano Giuseppe Verdi amava sedersi al suo tavolo preferito per sorseggiare un buon tea, condividendo passioni musicali e letterarie con artisti e patrioti. Nel 1950 Pasticceria Cova si trasferiva in via Montenapoleone dove lusso, design e passioni artigiane convivono ancora oggi una accanto all’altra.

Via Montenapoleone, 8

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