Il PAC l’11 ottobre apre le porte (gratuitamente come sempre all’inaugurazione) alla mostra GLITCH. Interferenze tra arte e cinema in Italia, una collettiva che riunisce opere video che indagano le relazioni di linguaggio e contesto tra due diversi mondi.
Un percorso curato da Davide Giannella, che presenta una selezione di opere tra film, installazioni, fotografia e performance, realizzate da artisti italiani negli ultimi quindici anni.
Il titolo, genialmente scelto, ci riporta alle ultime tendenze del linguaggio dell’elettronica e del digitale: il glitch è una distorsione, un’interferenza non prevista all’interno di una riproduzione audio o video, un’onda breve e improvvisa che dura un istante e poi si stabilizza.
Un momento inatteso che può diventare rivelatore, come le immagini sofisticate, dense ed evocative di Yuri Ancarani, i lavori partecipativi di Marinella Senatore; le icone hollywoodiane del Caligola di Francesco Vezzoli e la precarietà del quotidiano nel Totò Nudo di Diego Perrone; ma anche la compostezza radicale dei fratelli De Serio e le sperimentazioni del duo piacentino Invernomuto; lo stravolgimento dei formati cinematografici nei Turbo Film del collettivo Alterazioni Video al contrasto tra archeologia e fiction documentato da Rä di Martino.
Filo conduttore è l’idea di storytelling, di rifrazione tra narrativa lineare e non lineare, verità e finzione, ma anche di ricerca attorno all’atto di guardare e di montare storie: elementi fondanti del cinema e trame dell’arte recente, ma soprattutto strumenti nella creazione di miti e immaginari attraverso differenti linguaggi.
Il passaggio definitivo al digitale, l’avvento di youtube e la crisi delle certezze con il crollo delle twin towers, ha portato alla sperimentazione audiovisiva grazie anche allo snellimento degli strumenti e all’assottigliamento dei costi nella produzione e distribuzione di immagini in movimento. Quelle che sino a pochi anni fa erano, per qualità formale e costi, produzioni esclusive dell’industria cinematografica, sono oggi alla portata di un sempre più ampio numero di autori superando o discostandosi della videoarte per avvicinarsi al linguaggio più narrativo del cinema e all’immediatezza di internet, generatori di immaginari prima ancora che testimonianze di realtà che hanno reso il reale fittizio e materializzato finzioni. Il risultato è l’allargamento di quell’area di confine in continua evoluzione, l’interstizio tra territori attigui, ma ancora distinti, chiamato Art Cinema.
GLITCH si sviluppa su tre piani principali, tre aree che si muovono intorno all’idea di opera filmica:
Il primo livello, quello cinematografico, trasforma il PAC in un multisala con un programma di film d’artista proiettati in veri e propri mini-cinema realizzati ad hoc per la mostra.
Il secondo livello, quello delle installazioni, contiene opere che instaurano relazioni con il linguaggio e l’immaginario cinematografico e funzionano come declinazioni, traduzioni o presupposti dei lavori filmici.
Il terzo livello, quello performativo, proporrà performance come dispositivi dal vivo di immagini in movimento, presentando progetti che sfondano la dimensione dello schermo, oppure creano relazioni multimediali o ancora analizzano e sottolineano, reinterpretandoli, elementi specifici del cinema.
GLITCH
Interferenze tra arte e cinema in Italia
a cura di Davide Giannella
Conferenza stampa giovedì 9 ottobre ore 12.00
PAC Via Palestro 14, Milano
11 ottobre 2014 – 6 gennaio 2015
11 ottobre dalle 18.00 alle 24.00