LUCA DI MAGGIO per Erreci Studios

Milan site specific project

Erreci Studios presenta un progetto site specific a cura dell’artista italiano Luca Di Maggio, conosciuto per interventi di street art con il nome di Mr. Di Maggio.

L’avevo incontrato anni fa, quì l’intervista, grazie ad una sua bella personale nello spazio che, ahimè non esiste più, dell’Art Kitchen.

Lo scorso anno prima di Natale ci siamo alleati per un temporary art-in-residence nel signorile appartamento di via San Maurilio nella centralissima Milano.

Occasioni fugaci per conoscere una personalità poliedrica, indipendente ed estremamente fragile. Le sue opere rispecchiano l’umore del momento e ogni periodo è ben riconoscibile: l’inizio con la street art poi le esperienze di formazione internazionale tra New York, Boston e Tel Aviv,  gli ultimi anni trascorsi in Germania tra alti e bassi, Modena e gli amici di Iride e oggi il ritorno a Milano, la sua città.

Un’occasione unica che permetterà nella sola giornata di sabato 18 ottobre di approfondire il lavoro di Luca sui differenti supporti: carta, tela, muro. La location scelta questa volta è immensa, con muri bianchi e aperta a qualsiasi modifica creativa: siamo agli Erreci Studios, studi fotografici milanesi gestiti da Carlo Ronchi con il quale si è instaurata una naturale affinità creativa e che ha saputo aprire le porte all’arte realizzando un evento che non si limita a presentare il mondo pittorico ma spazia verso il design e la musica per permettere al pubblico un’esperienza di immersione completa nel vissuto di Luca Di Maggio.

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Attraverso le sale degli studi fotografici si sviluppa una ricerca artistica nella forma di diario personale che evidenzia il rapporto quasi terapeutico che la pittura svolge sulla vita dell’artista.

Le sue creazioni passano dalle opere immediate e passionali, seppure effimere, dello spazio pubblico ai grandi dipinti che uniscono semplicità e riflessione. Le linee sovrapposte ad una prima analisi sembrano governate dal caso, ma mano a mano è facile rintracciarne il senso profondo, il mood del momento e comprendere infine la struttura unitaria dell’opera.

Luca Di Maggio comunica per sensazioni e immagini mentali attraverso colori accesi come il fluo, l’infinita gamma dei rossi, i delicati ocra e rosa pallido, sino al determinato royal blue. Le sue facce, teste, corpi come in una spirale sono la perfetta sintesi dell’umanità, sono l’essenza più intrinseca, l’anima nascosta turbata, grottesca o puerile di ognuno.

#livesimplyassimplypaint

Durante la serata si alterneranno due momenti musicali dalla performance live del gruppo folk-rock Emily’s Giant, da Lispia – Germania, ad una line up di dj set.

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Il ritorno a Milano, perchè? Cosa è cambiato? 

Passeggio per Milano. Cammino ed è pieno di vecchi. Dopo Berlino torno con questa mostra nella mia città, grazie a questo spazio interessante perfetto per realizzare un’installazione site specific. Gli ultimi anni ad Halle ho letto e dipinto, studiando nuove forme, sperimentando supporti diversi oltre la carta, il muro arrivando alla tela. Ho provato anche a far funzionare una relazione.

Dall’outdoor all’indoor.

Ho imparato a dipingere muri giganti, ho iniziato che facevo dipingevo solo su carta, ho imparato a confrontarmi con le grandi superfici e con me stesso.

I personaggi delle nuove opere sembrano essere passati dal Dr. Frankenstein.

I soggetti sono demonizzati, mostrificati, sono come mi vedo io. Mi ha influenzato l’atmosfera horror di Halle, è come mi sono sentito io. Halle era una bolla. Studenti o famiglia, non trovavo lo spazio giusto. Credo che la gente che abita lì non voglia uscire per paura della morte, c’è un motivo perchè quella città è chiamata Diva in Grau che significa grande depressione. Venivano fuori sempre discorsi da mostri.
Il mio cane, la mia famiglia, gli amici ci sono qui.

Sei passato tra Paesi, città e hai lasciato il segno in ogni luogo.

Ogni luogo, ogni incontro ha lasciato un segno in me. Viaggiare è la cosa che conta di più, è la relazione, un viaggio non solo fisico ma anche metaforico, attraverso gli altri, per raggiungere una sorta di equilibrio. Traggo ispirazione dalle esperienze delle persone che incontro e forse è per questo che i miei ultimi soggetti sono mostrificati, non incontro persone che mi diano influssi positivi. Sono una persona sensibile e mi intristisco.

La collaborazione con gli Erreci Studios.

Mi ritrovo in questo ambiente che non mi appartiene, uno spazio enorme, tutto bianco e voglio modificare il mood, è come una palestra e Carlo mi sta aiutando ad esternare il mio animo. Abbiamo instaurato un rapporto estremamente confidenziale, ci siamo trovati a condividere lo stesso pensiero e credo che Carlo si sia avvicinato a me perchè forse rivede in parte se stesso. Ho solo un obiettivo adesso per questo progetto: “voglio fare tutto al meglio”.

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Parlami dei tuoi lavori, in particolare i pattern di facce, richiedono un impegno totale.

I pattern che realizzo sono molto difficili e solitamente preferisco realizzarli in case private anche se spesso mi spaventa perchè non è pittura è grafica e richiede molto impegno nello studio delle proporzioni, è un dispendio di energia totale. Io voglio solo dipingere, cuore, testa… Io dipingo da solo, è un momento intimo.

Il mio lavoro è tutto autobiografico, mi risulta più facile lavorare ad un muro che ad una superficie interna.

I soggetti delle opere esposte agli Erreci Studios.

Realizzerò un muro con soggetto per la prima volta una donna, ho sentito il bisogno di fare qualcosa di diverso anche se tutti i miei personaggi spesso non hanno in realtà una connotazione sessuale, possono essere entrambi. Il leone invece rappresenta l’orgoglio ma anche l’insicurezza, i gemelli nascono da un’esperienza difficile un rapporto oltre la fratellanza che mi ha sempre affascinato.
Poi ci sarà il tornado e nuovi sketches con facce per ogni stato d’animo.

Può l’arte essere una terapia?

Gli ultimi mesi passati ad Halle sono stati un’esperienza solitaria, oggi mi sento diverso, vedo la vita con il terzo occhio. Meglio vederla come attore se inzio con le paranoie nn finisco più!

La chiamo Arteterapia è una evoluzione le mie linee, già presenti in opere precedenti come il Trittico, ma si sviluppano ulteriormente e nascono dal fare il bagno nudi all’Est è tradizione. Le linee sono fondamentali danno struttura alle figure è un lavoro estenuante, ci vuole molta concentrazione.

Casa mia è sempre il posto dove mi invitano a fare dei lavori. Mi piace tornare e in quel momento è l’unica cosa che ho, quello che conta la mia famiglia, il mio cane.

Il mio lavoro agli Erreci Studios è parte di un percorso di maturazione, è come se io mi fossi inglobato quello che sto facendo, io divento il luogo in cui sto praticando la mia arte.

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