In zona V giornate ha da poco aperto Mater, un bistrot contemporaneo ed elegante. Mater come materia e come madre. Come ricerca dell’essenza, dell’origine, della creazione.
L’idea nasce dall’incontro di prospettive di Giuseppe Pillone e Salvatore Giannone, che dopo aver passato anni a lavorare in tandem su progetti creativi in campo pubblicitario hanno deciso di assecondare la comune passione per il buon cibo e vino, insieme allo chef Alex Leone, giovane talento culinario che regala un’impronta distintiva grazie alla sua capacità di comporre piatti dai sapori autentici con una visione fuori dagli schemi.
Hip hop, arte di strada e cucina gourmet: una proposta gastronomica fatta di contrasti che stupisce ed emoziona.
Un menù molto interessante che si divide sostanzialmente in due parti, piatti da mangiare con le mani e piatti da mangiare con le posate, per divertire ed intrigare sin dal momento della scelta andando oltre il concetto di primo, secondo, e contorno, tendenza ormai sdoganata nell’offerta gastronomica e che ci piace.
A parlarci di Mater lo chef in persona!
Alex parli di cucina di colori, cosa intendi?
Il colore, insieme alla forma e alla consistenza, è parte integrante dell’esperienza gastronomica. Cerco di esaltare il gusto delle cose, e anche il loro aspetto, voglio che gli ingredienti principali di un piatto siano manifesti ed esprimano il meglio di sé. E poi ho sempre avuto a che fare con i colori, sin da piccolo, penso che anche questo abbia contribuito a formare un mio senso estetico dal quale non riesco a prescindere.
Mater è un posto in cui è evidente il legame tra arte e cucina, e poi la poesia, perché?
Forse è un po’ esagerato parlare di legame tra cucina e arte, ma di sicuro quando penso e realizzo un piatto soddisfo il bisogno di esprimere la mia creatività, trovando la giusta armonia tra i gusti, le forme e i colori.
La poesia è forse un amore dei miei soci prima che mio, anche se ne condividiamo il senso e la capacità di esprimere in maniera sintetica ma interpretabile un messaggio, che forse è anche dentro i miei piatti.
Uno chef e una cucina che ti hanno ispirato?
Non ho avuto miti o riferimenti, perché sono un autodidatta. Ho studiato le basi alla scuola alberghiera e poi ho avuto la fortuna o sfortuna di diventare chef da giovane, perciò sono stato subito costretto a formarmi da solo, senza un mentore. Nel bene e nel male questo mi ha fatto scavare dentro di me e cercare di realizzare qualcosa che mi assomigliasse.
Oggi mi piace molto il lavoro di Muñoz, Virgilio Martinez e sicuramente i fratelli Adrià.
Il tuo piatto del cuore
Il sugo di carne delle domeniche di una vita. Ogni domenica, che fossi dai miei o dagli zii, sul fuoco c’era lui, il sugo con la carne. E ogni volta era bello scoprire quale tipo di carne fosse annegato nel pentolone.
Il piatto del menù che consigli di provare perché più indicativo dello spirito di Mater?
È difficile ma credo che il calamaro incarni al meglio lo spirito del mater. È irriverente perché prende in giro il calamaro ‘mbuttunat (o imbottito) e vive di contrasti: la doppia cottura, le texture a julienne croccante e morbida della testa e la tempura dei tentacoli, i colori forti della zucca e del cavolo rosso e infine il gusto, acidità sapidità e dolcezza. C’è quasi tutto!
E andiamo a provarlo questo Calamaro : )
Nota: Un’ampia selezione di vini , tutti naturali! Come non accompagnare il pasto con fiumi di vino di qualità?
Mater Bistrot
via Pasquale Sottocorno 1
T. 0291321602