The Botanical Club

Distilleria, fine dining, cocktail bar

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The Botanical Club ha aperto al pubblico lo scorso  17 giugno 2015. Una   settimana dopo io ero già lì a mangiare e a bere (soprattutto) attirata da alcuni fattori: il nome, la zona, e la definizione direi “promiscua” che i fondatori stessi danno di questo posto.

Micro distilleria. American Bar. Bistrot.

Allora, fino a bistrot con american bar niente di strano (anche se, nonstante i locali che aprono un giorno sì e l’altro pure, trovateli più di due o tre american bar & bistrot a Milano in cui valga la pena passare una serata…). Ma micro distilleria mi ha davvero colpita, anche perchè, perdonate l’ignoranza, io nemmeno lo sapevo cosa fosse una micro distilleria… e un po’ avevo ragione visto che quella del The Botanical Club è la prima mai sperimentata in Italia.

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Ovviamente parliamo di Gin, il grande protagonista di questo club, che ha scelto un arioso angolo  del quartiere Isola come sua casa, dove si affaccia con due ampie vetrate che lasciano intravedere subito tante piante  e colori caldi.

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Abbiamo incontrato Alessandro Longhin e Davide Martelli, i due apprendisti alchimisti che si sono buttati in questa avventura, con il coraggio tipico  di chi non sa realmente  a cosa sta andando incontro! Provenienti da diversi ambiti, i due ragazzi avevano negli ultimi anni già lavorato dietro le quinte nell’advisory per progetti food. Poi un giorno arriva questa idea, dettata  da forte passione ma soprattutto incoscienza. Da quel giorno i due incoscienti iniziano a studiare come matti e a combattere con la burocrazia per capire la reale fattibilità del progetto nell’ambito della legislazione italiana. L’alternativa sarebbe stata la Spagna, ma loro sono stati tenaci e mentre già iniziavano i lavori in via Pastrengo 11 è arrivata l’autorizzazione sperata.

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A questo punto mancava solo lui: l’alambicco, lo strumento che permetterà, con il tempo, ad Alessandro e Davide di distillare il loro gin. E allora dopo aver cercato in lungo ed in largo scelgono un produttore di Siena, specializzato in impianti di distillazione dal 1912. Immagino che nel 1912 i Fratelli Frilli non si sarebbero mai sognati che un giorno avrebbero prodotto un alambicco che avrebbe padroneggiato in bella mostra nella cucina a vista di un club alla moda di Milano. E forse è proprio questo il bello di tutta questa storia: l’unione di tanti elementi diversi, la passione e la tradizione, la voglia di proporre qualcosa di nuovo studiando e sperimentando. La sperimentazione, infatti, è la fase attuale, perchè, come mi raccontano gli aspiranti botanisti, il gin, oltre ad essere molto in voga al momento, è una materia vastissima e affascinante dal momento che si può giocare all’infinito con le formule.

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Per raggiungere un livello per loro soddisfacente ci vorrà ancora del tempo, ma, nell’attesa che la ricetta del gin autoprodotto sia messa a punto, vale sicuramente la pena di andare a trovarli per un ottimo cocktail preparato dalla bar tender Katerina Logvinova, con la possibilità di scegliere tra  più di 100 etichette di gin. Sul menù del bistrot invece non ci esprimiamo ancora dato che sta cambiando per migliorarsi e adattarsi sia alle esigenze di chi voglia cenare, sia a quelle di chi voglia accompagnare il drink con qualche snack gustoso. Troverete comunque il menu completo sul sito.

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Ma al The Botanical Club ancora non si è raggiunto un traguardo che si guarda ancora più in avanti: quando gli chiedo di progetti futuri mi parlano della idea di un Accademy con percorsi formativi sulla distilleria e di esportare il format in altre città… Evviva l’incoscienza !

www.thebotanicalclub.com