Sono a NY per una settimana e sto racimolando info e consigli da amici e conoscenti, mi arriva un suggerimento come una voce di corridoio… Sleep no more…
Arrivo davanti ad un hotel rimasto intatto dal ’39, The McKittrick Hotel. All’ingresso un cristone mi dice qualcosa di incomprensibile e mi stampa un timbro sulla mano, poi sono dentro. Consegna di ogni bene ma mi tengo l’iphone non si sa mai. Mi danno una carta da gioco, un 4 di quadri, sono sempre andata a cuori ma l’importante è solo che non sia picche.
Mi unisco al gruppo siamo una decina ammassati in un ascensore che sale o scende mentre ci distribuiscono delle maschere alla eyes wide shut. “Silenzio, da questo momento non potete più parlare, indossate la maschera, più sarete curiosi e più comprenderete la storia”. Per un momento ho pensato al risvolto pittoresco di una casa dell’orrore dell’Eur ma appena dietro le tende la scena prende vita come un dipinto dell’ultima cena. Gli attori, unici senza maschera, si muovono in moviola, indossano costumi senza tempo. Un battito di ciglia, un momento per studiare l’ambiente e via veloce seguendo lui, il “mio” protagonista che si inerpica per i sette piani dello spazio, volteggia in aria, lotta con i nemici, ama la sua donna, si denuda in un rito orgiastico e ancora soffre, si torce, elabora lutto e vendetta fino al culmine quando tutto torna al punto di partenza ed è il momento di seguire un’altra storia, un altro attore…
Sleep no more è uno spettacolo di teatro sperimentale e danza contemporanea ambientato in un albergo decadente a Chelsea sulla 27ma che farebbe invidia ad un set di Lynch o Hitchcock. Sarete coinvolti senza accorgervene per due ore e mezza di performance che vi consiglio di affrontare con ginnica e t-shirt. Il biglietto costa 80 dollari che è meglio acquistare prima (in loco o online se ci riuscite!) e vi dico subito che sono soldi ben spesi, meno minchiate made in china e più esperienza questo è stato il mio motto a NYC! La location è pazzesca ed è curata nei minimi dettagli, ogni stanza è minuziosamente ricostruita e gli ospiti possono serenamente analizzare gli ambienti manco fossero csi sulla scena del crimine.
Ognuno sceglie cosa vuole vedere, liberi di seguire un attore o più, di girare negli ambienti per ricostruire la storia. La trama è tratta dalla tragedia del Macbeth di Shakespeare ma non è assolutamente fedele e a volte piuttosto oscura, solo dopo, in 4 e senza esserci mai incontrate durante lo spettacolo, siamo riuscite a ricostruirla. Ognuno ha un taglio, una sfaccettatura differente, ognuno ha seguito qualcuno, ha assistito a qualcosa.
I dialoghi non esistono è tutto basato sui movimenti, corpi che si aggrovigliano, si intrecciamo, si bramano per poi vendicarsi, uccidere, sfidano le leggi di gravità e si lanciano senza sosta attraverso scale, anfratti, balaustre dimenandosi in minuscoli spazi.
E tu sei solo con la tua maschera come fossi un fantasma che osserva silenzioso, un voyeur che tutto può vedere, anonimo e dunque privo di vergogna o giudizio. Sei lì per assistere e sei esattamente dentro lo show. Il coinvolgimento è totale che dimentichi anche di aver portato un iPhone per rubare alcune immagini!
Alla fine sono esausta, assetata e frastornata non ho ancora avuto modo di riflettere su quanto visto, cerco le altre, eccole uscite qualche minuto prima di me non so da dove e poi arriva l’ultima, correndo, si toglie la maschera e con un sorriso orecchio-orecchio esclama, con un marcato accento siculo: “attore favòloso”!