Photo: Ferdinando Scianna
Come ha scritto Raffaele La Capria, a Capri “si dovrebbe arrivare come turisti individuali, non di gruppo”. Capricciosa, ammaliatrice e imperturbabile nei suoi labirinti di verde e pietra, bisognerebbe venirci “dopo averla lungamente sognata e immaginata”. Lo scrittore, che tanto ha amato quest’isola magica e inespugnabile, oggi vituperata per i negotia di più basso profilo, ne ha sempre parlato come qualcosa di inconoscibile e anche Alberto Savinio – fratello del grande metafisico Luigi de Chirico – la percorre in preda a un’estasi mistica in lungo e in largo, cercando di carpire qualcosa che sembrava sfuggire anche a lui. Arrivare a Capri vuol dire immergersi in un mistero dietro l’angolo; dietro i bouganvillier, tra i bergamotti e il sole che si riflette sul passeggio di via Camerelle, si nasconde un mosaico inafferrabile.
Chi va a Capri non la scorda più e chi non ci è ancora mai stato, ne è già innamorato.
L’île magique va conquistata, compresa, agognata come un amore impossibile che, ancora oggi dopo anni, ci capita di pensare.
Modalità Demodè con questo mixtape vi porta alla scoperta della bella, eburnea e sfuggente Capri.