Rabbia sui social

Ovvero il fulcro in te è, giovane Skywalker

Un Post al Sole, più che una rubrica, una linea che si colloca tra elucubrazioni mentali e chiacchiere di comari. Ovviamente non ce n’era bisogno ma tant’è.

Un Post al Sole è un luogo non luogo creato da Elena Borghi (scenografa, illustratrice, paper artist, coltivatrice di parole dimenticate e comare) e da Serafina Schittino (psicologa, sessuologa, terapeuta non verbale e comare).

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Hai presente quello stile di scrittura social che ha come fil rouge la rabbia da scagliare a uso del dominio pubblico? Un bolo nero e vischioso lanciato contro leggi, ingiustizie, politica e politicanti o, meglio, contro chiunque dia la possibilità di creare un post che lasci pascolare libere parole a forma di rasoio.

Ecco, se non ce l’hai presente posso citarti un esempio fresco di questi giorni che vede la campionessa olimpica Beatrice Vio attaccata con accuse pregne di livore per quel selfie con Obama.

Sto parlando di quel genere di stile di scrittura che mitraglia ogni giorno il nostro scrollo di Facebook e che, tra i tanti difetti, possiede anche quella sottile – ma neanche tanto – presuntuosa ambizione di essere un canto fuori dal coro rivoluzionario.

Dice: Ma che davero te voj ancora incatenà a li cancelli o scenne a fa’ le manifestazioni de piazza? Ma fatte un sermone de collera e stai come un Papa! Ma chette frega, no?

E usiamoli questi social per stare comodamente a casa o in ufficio e sbolognare umori al prossimo con eccessi di bile annessi! Mettici pure la copertina sulle gambe e l’inverno sai come ti passa?

Definirei sommariamente questo stile di scrittura come CONTRO PER FORZA.

Una definizione sommaria e circoncisa, forse ma, bada bene, non ho sbagliato termine poiché se tu ti fossi scapocchiata il cazzo scocciata quanto me di questa modalità, useresti eccome circoncisa anziché concisa.

Credimi.

Dunque vediamo: quali sono i CONTRO PER FORZA e soprattutto chi ci sta dietro?

Nella speranza di poterti aiutare nel riconoscere negli altri o, diamine, in te stesso, questa frequentissima attitude ho formulato un praticissimo listone diviso in punti:

In linea di massima i contenuti dei CONTRO PER FORZA sono:

  • polemici: a vuoto, non a rendere nel senso che sparano nel mucchio allo scopo di aizzare, a loro volta, vacui commenti e sterili polemiche. Spesso ci riescono.
  • TG addicted: ritraggono i fatti salienti dell’umanità più infima, spaziando nei settori più disparati e in presa diretta con un piglio che neanche la Lilli Gruber degli anni ruggenti.
  • disinformati: citano i fatti salienti dei TG ma le fonti sono i titoli a scorrimento in fondo allo schermo o titoli di post che vedono su Facebook, al limite. Entrambe le fonti bastano per far sputare bile che neanche Regan MacNeil ne “L’Esorcista” e per esibire dell’infondata quanto inverosimile competenza sull’argomento scelto.
  • rabbiosi: ne hanno una anche per Bertoldo, sempre, che neanche Robespierre contro la monarchia.
  • Per quanto concerne il fautore dei post CONTRO PER FORZA, è un personaggio che raramente incontri nella vita vera. Vive nel Regno di Dietroloschermo, all’indirizzo di Largo a Me, n°1.

Una specie di essere mitologico, per metà rivoluzionario e metà pantofolaio divanato che fa della tastiera fiero vessillo.

Ma a questo punto lo chiedo a te, psicologa junghiana, i CONTRO PER FORZA esistono davvero o sono ormai figure archetipiche?

«I CONTRO PER FORZA sono molto lontani dall’essere figure archetipiche, mia cara amica. Esistono certo, ma, come dici tu, esistono a distanza, troppo azzardato sarebbe esporsi faccia a faccia.

Gli altri diventano una scusa utilizzata per esprimere la loro rabbia ma non sono, certo, gli altrui errori né la crisi economica né la questione palestinese che fanno irritare I CONTRO PER FORZA.

L’ira diventa un fuoco interno che arde, che sfocia spesso in una vera e propria dipendenza, in un bisogno sfrenato di dare spettacolo, di comunicare emozioni celate dietro il buonismo e l’ipocrisia della rete. La rabbia indefinita è una forza interna della quale non si è in grado di appropriarsi. Ricordiamoci che può essere motore di grandi azioni, ma anche la brace in cui si bruciano i momenti migliori della propria vita.

Ovviamente si ignora quanto la rabbia scaturisca da dinamiche profonde senza assumersi la responsabilità delle proprie parole, in questo modo la si alimenta sempre di più veicolandola in maniera distruttiva.

Vera causa di questa condizione? Situazioni irrisolte con se stessi e non con gli altri».

Eccoci quì, punto e a capo, a ricercare il fulcro del problema in noi stessi.

Perché se è vero che le critiche mosse agli altri sono lo specchio di ciò che sappiamo di noi stessi solo a livello inconscio, mi viene da chiederti, mia piccola Yoda, come uscirne?

«Elena, sono la tua comare preferita ma faccio anche la psicologa quindi ritengo che farsi dare una mano da qualcuno che accompagni l’interessato a veicolare la rabbia attraverso altri linguaggi, più arcaici, abbandonando quelli propriamente verbali, sia la scelta migliore.

Come tu sai la creatività, quella che ci conduce in regressione all’inconscio, è una porta che può aiutarci a sentire che quella rabbia in realtà è tutta per noi con cui siamo troppo severi e che proprio tutta tutta non ce la meritiamo e forse neppure gli altri».

Ecco quindi che quei linguaggi arcaici creativi a te ignoti sono la risposta che certamente può rendere migliore la tua vita caro Contro per Forza. E anche la nostra, per inciso, che potremmo godere dei social in modo molto diverso.

Pensa che, ancora una volta la risposta del vivere meglio questa Terra è dietro l’angolo, è semplicissima, anzi, è tutta dentro di te e aspetta quel giorno benedetto in cui deciderai, finalmente, di rivolgere la faccia nel tuo dentro e dirti la verità. Basta volerla trovare, basta volerla vedere.

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