Ogni anno quattro palazzi storici della città di Bergamo aprono le loro porte a DimoreDesign presentando una serie di progetti interpretati da grandi designer internazionali svelando un’identità nuova, in equilibrio tra contaminazioni e tradizioni.
Nell’edizione 2017 tra stucchi e preziosi affreschi, tra i quadri di Moroni e decori del Tiepolo, Katrin Arens, Marc Sadler, Paola Navone & Rosa Maria Rinaldi e Matteo Ragni, hanno creato cortocircuiti creativi, ridefinendo l’architettura degli spazi e raccontando la propria filosofia attraverso una serie di talk.
Palazzo Agliardi – via Pignolo, 86
in origine Martinengo Colleoni, sorge in uno dei borghi cari alle nobili famiglie del ‘500, come possono testimoniare i portoni che si susseguono lungo la salita. Ci accoglie un cortile appena imbiancato che suddivide una parte ancora abitata da personalità illustri e un’altra ancora visitabile, nulla lascia intuire la ricchezza delle tre sale perfettamente conservate e decorate con affreschi settecenteschi di Carlo Innocenzo Carloni e Federico Ferrario, la sala neoclassica e il luminoso salone centrale che si apre su di un suggestivo giardino pensile dal prato perfetto. Una scala conduce alla sottostante scuderia, recentemente restaurata.
Il laovoro di Katrin Arens si colloca in maniera discreta all’interno delle sale, racconta attraverso gli oggetti la vita di coloro che hanno abitato l’edificio infatti il titolo è: Ri-Animare.
Il senso dell’opera è dare un “soffio” di vita ad alcuni spazi assopiti nel tempo, come il grande salone di Apollo e Diana in cui si respira la nostalgia dei fasti di un tempo con una serie di tavolini personalizzati, poltrone e oggetti realizzati con lo “scarto del laboratorio” che descrivono i protagonisti di allora.
Palazzo Moroni – via Porta Dipinta, 12
Sebbene tutti lo conoscano come una delle massime espressioni dell’architettura seicentesca di Bergamo pochi sono riusciti a visitarlo in questa veste rinnovata!
All’ingresso la statua di Nettuno ci da il benvenuto e ci immergiamo subito negli interni barocchi, ricchi di affreschi di Barbelli che decora lo scalone e le sale maggiori della dimora, complete di arredi e opere d’arte che testimoniano l’amore per il collezionismo della famiglia Moroni. Un vasto giardino terrazzato si estende a sorpresa partendo dalla balconata interna ed include una torre medievale, eleganti parterre e un antico orto.
Marc Sadler è il pioniere della sperimentazione dei materiali e della contaminazione fra le tecnologie sin dagli anni ’70 quando brevettò il primo scarpone da sci in materiale termoplastico interamente riciclabile che lo ha portato a lavorare con le più importanti multinazionali del mondo.
Il suo allestimento è dedicato a Twiggy, la lampada simbolo disegnata per Foscarini, un segno sottile e naturale nello spazio, che grazie alla sua esilità rimanda all’idea di una canna da pesca ma rievoca anche nel nome la silhouette dell’icona della moda anni ’60. Sofisticata e flessibile, illumina i meravigliosi interni di Palazzo Moroni in un gioco di contrasti tra passato e presente.
Palazzo Terzi – piazza Terzi, 2
Ubicato sullo sperone occidentale del colle di Bergamo Alta, il palazzo gode di una stupenda vista sulla vallata. La costruzione è di origine cinquecentesca e si apre su ampi spazi come il salone di ricevimento con il monumentale camino, il salottino degli specchi e una serie di ambienti affrescati dal Barbelli, dallo Storer e dal Tencalla arredati con sobria eleganza e tutto il fascino di un luogo in cui il tempo si è fermato.
Nell’anima di Paola Navone convivono sapori e colori del sud del mondo, tradizioni, una inesauribile ricerca di materie inedite, forme e strutture. Paola è architetto, designer, art director, interior designer, collabora con le firme più importanti dello scenario internazionale nel mondo del design. Rosa Maria Rinaldi si destreggia tra pittura e fotografia. Nelle sue opere colore e disegni si associano in libero equilibrio. Voli, danze, movimenti, salti, balzi e corse percorrono le tele su fondi rossi, viola e rosa accesi, verde primavera, gialli dorati.
Passato e presente, design e pittura si scambiano sguardi e pensieri con oggetti e dipinti di un tempo. Varcando il portone della dimora, si entra in una dimensione nuova, tratteggiata da una creatività fluida. Gli oggetti galleggiano a spasso nel tempo, diventano insoliti “viaggiatori”. Da questi incontri nascono avventure diverse perché è ogni volta diverso il loro interlocutore. La scenografia dello spazio suggerisce inaspettate connessioni tra le cose, le vicende e le direzioni del tempo, provando a mettere per una volta tutti d’accordo.
Villa Grismondi Finardi – via Volturno, 11A
Questa dimore nasce come una casa di campagna e deve l’attuale denominazione alle nobili famiglie Grismondi che l’abitarono nel ‘700, e Finardi, che la possiedono dalla metà del 1800. Tra il 1855 e il 1858 l’architetto Giacomo Bianconi opera il restauro che determina l’aspetto attuale con esterni sobri e interni dalla decorazione sfarzosa, disegnando anche l’ampio parco dall’impianto ottocentesco all’inglese, cintato nel secolo successivo al sorgere del Quartiere Finardi.
Matteo Ragni considerato tra i più conosciuti designer italiani sceglie come titolo della sua installazione: Ode alle cose.
C’è un mondo in cui gli oggetti parlano. Spesso sono oggetti di un mondo lontano, talvolta sono opere di un mondo più vicino. Succede ogni tanto, solo quando la luce si posa sulle cose con cura e attenzione, donandole un’anima. Allora gli oggetti parlano, tutti insieme. Quelli antichi e quelli nuovi, quelli utili e quelli inutili. Quelli che fanno sorridere e quelli che invece incantano. Si tratteggia una wunderkammer temporanea, una conversazione breve e improvvisa fra quello che c’era già e quello che è stato aggiunto. Ai visitatori (o meglio esploratori) spetta il compito di ascoltare questo dialogo silenzioso, il compito di cercare, scoprire e meravigliarsi!