Avventurarsi, perdersi, conoscere, assaporare e meravigliarsi, questo per me è viaggiare. E appena ho qualche giorno o settimana di ferie è così che voglio passarli. Il 2020 sarà ricordato senz’altro per la pandemia ma ci ha anche permesso di riassaporare cose che davamo per scontato e, impedendoci di fare lunghi viaggi oltre oceano, ci ha offerto una grande occasione: riscoprire il più bel Paese del mondo, l’Italia.
Sardegna, la costa ovest da Porto Torres a Chia, un camper, due biciclette. Sarebbe stata la nostra prima volta in camper e tra entusiasmo e un po’ di ansia da bagni pubblici, iniziamo la nostra avventura.
Prima tappa Stintino e la splendida spiaggia della Pelosa e della Pelosetta. Perché si chiamano così? Per la vegetazione lungo le sue dune fatta di lunghi ciuffi sottili che fan parte della macchia mediterranea. Non ha bisogno di altre presentazioni per cui eccola qui.

Purtroppo la spiaggia si sta ritirando e per tutelarla sono state adottate alcune misure: oltre a un fee di ingresso di 3,50 euro è necessario utilizzare le stuoiette sotto gli asciugamani per evitare di asportare involontariamente la sabbia che vi si può attaccare. Al top della to do list di esperienze da fare in questa zona c’è la visita all’Asinara. La Riserva naturale si chiama così per la presenza di moltissimi asini tra i quali alcuni rari esemplari di asini bianchi diventati specie protetta.
Con la Prima Guerra Mondiale è iniziato il trasferimento sull’isola di prigionieri di guerra, in quegli anni sono state portate circa 24.000 persone. L’Asinara è rimasta chiusa al pubblico dal 1885 al 1999, in un isolamento totale, rafforzato nei primi anni ‘60 dall’istituzione del carcere di massima sicurezza in cui vennero internati brigatisti e mafiosi tra cui Raffaele Cutolo e Salvatore Riina. L’isolamento ha permesso la preservazione di gran parte dell’ambiente naturale dell’isola, evitando la cementificazione e permettendo la nascita, nel 1997, del Parco Nazionale.
Si può fare il giro dell’Asinara con un trenino turistico, in jeep, a piedi o in mountain bike. Noi abbiamo optato per la bicicletta (ne noleggiano anche con la pedalata assistita ma noi avevamo le nostre biciclette sgangherate da città) e la sfacchinata è valsa davvero la pena. Si possono osservare panorami incredibili su scogliere a strapiombo sul mare, fare il bagno in fantastiche insenature, e soprattutto accarezzare i veri padroni dell’isola: gli asinelli. L’acqua di quest’isoletta è talmente pulita che abbiamo fatto anche il bagno al porto.



Finita l’escursione ci siamo rimessi alla guida del camper e sulla strada verso Alghero ci siamo fermati in un paio di piccoli negozi di alimentari per comprare prodotti locali: formaggio, salsiccia di capra, pane carasau e del Cannonau. Arrivati a Torre del Porticciolo ci siamo gustati la cena sugli scogli con uno dei tramonti sul mare più belli che abbiamo mai visto. Le onde del mare erano la nostra colonna sonora.

Uno dei momenti più belli del dormire in camper a pochi metri dalla spiaggia è quando ci si sveglia al mattino. Stiracchiarsi quando le onde sono ancora in dormiveglia, i grilli hanno smesso di frinire, il sole non è ancora forte e diffonde una delicata luce e il concerto delle cicale non ha ancora avuto inizio. Scendere dal camper con ancora il segno del cuscino sulla guancia, buttarsi in mare per la prima nuotata, rigenerare il corpo, liberare la mente in direzione di quell’infinito che ti sembra di poter raggiungere. Ecco per me questa è la sensazione che più si avvicina al concetto di libertà. Poi affamati mettere su la moka e preparare la colazione.
Dopo una giornata ad abbrustolire al sole raggiungiamo Alghero parcheggiando il Camper in un’Area Sosta alla spiaggia delle Bombarde. Da qui ci siamo spostati in bicicletta per visitare Alghero, la Riserva Naturale di Capo Caccia e le spiagge nei dintorni.
Il mare della spiaggia delle Bombarde è splendido e credo di non aver mai sentito così tante cicale cantare in una pineta. In bicicletta poi siamo andati alla scoperta della costa. Tra sali e scendi 17 chilometri fino ad arrivare a Capo Caccia. Ok, noi non siamo degli sportivi e ce l’abbiamo fatta, però consiglio un po’ di allenamento o una bici con la pedalata assistita. E non è finita. Arrivati all’estremità, bisogna scendere 654 gradini della Escala del Cabirol per andare a visitare le grotte. Che dire, questi paesaggi scavati nella roccia sono sempre così affascinanti… È possibile visitarli anche via mare, con un’imbarcazione che parte direttamente da Alghero.


Ecco, Alghero. (State canticchiando anche voi Voglio andare ad Alghero in compagnia di uno straniero?) È una città bellissima dove si assapora una frizzante atmosfera spagnola. È stata fondata nell’XI secolo come villaggio di pescatori e nel 1372 a seguito di una rivolta divenne catalana. Nel 1720 passò poi sotto il regno dei Savoia. Ci sono molti locali e ristoranti anche a pochi centimetri dal mare che accompagnano il tramonto con la giusta colonna sonora.
Andate al mercato e comprate del pesce fresco o, meglio ancora, gustatelo direttamente lì, crudo o appena scottato, accompagnato da un bicchiere di vino. Un consiglio: se state al campeggio e vi spostate in bicicletta fate attenzione a tornare prima del tramonto, le strade non sono illuminate e, nonostante ci sia la pista ciclabile, è pericoloso.


In direzione Sud si può visitare Bosa, una coloratissima cittadina fondata dai fenici e che conserva ancora testimonianze della presenza bizantina, aragonese, spagnola e che tra il 1800 e il 1900 è diventata famosa per le concerie che si possono visitare ancora adesso.
Poco prima, a Nord di Oristano, c’è la spiaggia di Is Arutas. Chilometri di area incontaminata, una spiaggia lunghissima di chicchi di riso bianchi di quarzo, acqua smeraldo e tramonti dove solo gli occhi possono vedere e null’altro è in grado di descrivere. Dormire qui e svegliarsi con un tuffo in questo mare non ha paragoni: avevamo programmato di fermarci una notte, ne siamo rimasti tre.


Per chi se lo stesse chiedendo, parcheggiare il camper e dormirci è possibile anche dove fare campeggio è vietato. Questo perché finché non si tira fuori il tavolo, il tendalino o il fornelletto per cucinare, è considerato solo parcheggio.
La tappa successiva è stata Torre dei Corsari dove eravamo già stati tre anni prima affittando una casa. Le spiagge, da qui fino a Sant’Antioco, sono dune di sabbia che si alternano a pinete che sboccano sul mare: Piscinas, San Nicolò, Cala Domestica e Masua sono solo alcune di queste.
Proseguiamo il nostro viaggio on the road della Sardegna verso Cagliari con una sosta a Iglesias, cittadina dell’entroterra dal grazioso centro medievale. Fondata nel XIII secolo si chiamava Villa di Chiesa ed era un centro florido grazie all’estrazione mineraria. Ha preso il suo attuale nome quando nel 1324 cadde sotto il dominio catalano. Il centro storico è fatto da piccole vie, balconi in ferro battuto e i davanzali pieni di fiori. Nei dintorni i resti arrugginiti dei vecchi impianti estrattivi di carbone.

Ultima tappa Chia. Le spiagge qui sono molto ampie e di finissima sabbia bianca ma non mancano calette più nascoste dove si possono stendere uno o due asciugamani. Queste sono solo alcune delle spiagge dove vale la pena andare: Su Giudeu, Cala Cipolla e lo scoglio dei tuffi, Cala del Morto, Sa Colonia e Su portu, infine Tuerredda.



Nella top list delle cose da fare a Chia c’è di sicuro una passeggiata a cavallo e una giornata su un peschereccio.
Abbiamo prenotato l’escursione con il maneggio Asd Cavalieri di Domus de Maria, optando per due ore di cavalcata all’ora del tramonto. I cavalli di Giancarlo sono ben addestrati e l’escursione è adatta anche per chi è alla sua prima esperienza. La passeggiata prevede di attraversare la spiaggia di Cala Cipolla per poi salire, storditi dal profumo della macchia mediterranea, fin sopra a una scogliera e godere di un tramonto impareggiabile.

L’altra esperienza assolutamente da fare è trascorrere una giornata sul peschereccio di Pescaturismo S. Rita di Federico e Michele. Una volta saliti a bordo abbiamo tirato su le reti pescose gettate in mare la sera precedente. Qualcuno di noi, nel frattempo, si è tuffato nelle acque limpide e nuotato in calette che sono irraggiungibili via terra. Abbiamo scoperto tipi di pesce di cui non sapevamo l’esistenza alcuni sono stati il nostro pranzo, altri li abbiamo ributtati in mare.
Mentre Michele a bordo ci preparava da mangiare, ne abbiamo approfittato per prendere il sole e per camminare nell’area della riserva militare a ovest di Chia chiamata Cala Zafferano. L’accesso via mare su questo tratto di costa è consentito solo ad agosto.
Al molo di attracco vi segnalo l’esistenza di un piccolo ristorante gestito da una cooperativa di pescatori locali. Funziona così: i soci portano il pescato del giorno al ristorante e a turno cucinano per i clienti. Il risultato di questa scoperta è stata una deliziosa cena a base di pesce, fresco vino bianco locale, il tutto su tavoloni da osteria con buona musica e piccole lucine che rendono l’atmosfera unica.


Prima di lasciare l’isola abbiamo fatto un piccolo giro per Cagliari, da dove ci siamo imbarcati. La città merita sicuramente una visita che un giorno non basterebbe. Sarà per il prossimo viaggio in Sardegna auspicando senza più restrizioni.
Questo viaggio è finito con una ferma convinzione: per quanto sia bello scoprire nuovi paesi e conoscere nuove culture, l’Italia ha da offrire moltissimo e purtroppo spesso ce ne dimentichiamo.

Consigli per dormire in camper
Stintino – Area Sosta Camper La Pineta. È molto ampia, le piazzole sono ombreggiate. Se non avete le bici c’è il servizio navetta che porta alle spiagge.
Torre del Porticciolo – Noi abbiamo dormito parcheggiando il camper lungo la strada sterrata a ridosso della riserva naturale ma c’è un campeggio ben attrezzato dove poter sostare: Torre del Porticciolo.
Alghero – Area Sosta Camper – Paradise Park. Ottimo per servizi, piazzole grandi e in 5 minuti a piedi si raggiunge la spiaggia. Appena fuori dall’ingresso dell’Area passa un pullman che permette di visitare i dintorni a andare ad Alghero.
Is Arutas – Abbiamo parcheggiato il camper negli spazi dedicati a ridosso della spiaggia.
Torre dei Corsari – Abbiamo dormito in un parcheggio su una scogliera a picco sul mare.
Chia – Campeggio Torre Chia. Ottimo per servizi e piazzole, a pochi metri dalla spiaggia.
*Consiglio per le soste. Un’app davvero utile per chi gira in camper è Park4Night: gli utenti della piattaforma segnalano campeggi, agricampeggi, aree sosta e parcheggi dove potersi fermare anche solo per una notte.