Il loro viaggio è partito dai Giardini di Porta Venezia a Milano con l’acquisto di un van dal proprietario del Chiosco di Pippo. Molti chilometri dopo e con altrettanti ricordi memorabili nel cuore, Serena e Carlo sono estremamente contenti del regalo che hanno deciso di farsi: un anno o poco più inseguendo la libertà lungo la Panamericana.
Per questo terzo episodio di interviste alla ricerca degli spiriti liberi, abbiamo chiacchierato con i The Nirvan rimanendo incantate dalle esperienze tra onde, spiagge e rocce colorate e dai tanti consigli utili per partire responsabilmente on the road.

Presentatevi
Siamo Serena e Carlo, rispettivamente di 30 e 31 anni, insieme da cinque anni e mezzo e prima di partire convivevamo in un appartamento a Milano.
Carlo è ingegnere ambientale mentre Serena lavorava come commerciale estero in un’azienda di abbigliamento. La nostra più grande passione è però sempre stata quella per il viaggio.
Com’é nata l’idea di lasciare tutto e partire?
Abbiamo sempre approfittato delle ferie per fare viaggi meravigliosi zaino in spalla, soprattutto in Asia e in Africa.
A dicembre 2018 abbiamo vissuto un’esperienza molto intensa in Nepal: il circuito dell’Annapurna, un trekking che ci ha fatto raggiungere i 5400 mt e ci ha permesso di riflettere sull’importanza del nostro tempo. Abbiamo così deciso di buttarci in questa avventura, che col passare degli anni e con più responsabilità sarebbe stato più difficile intraprendere.
Ad Aprile dello scorso anno abbiamo comprato con i nostri risparmi un furgone usato che nei ritagli di tempo abbiamo camperizzato nel garage dei nonni di Serena. Lo abbiamo poi spedito in Canada e da lì è iniziato il nostro grande viaggio. Non siamo voluti scappare dalla nostra vita a Milano, ma ci siamo voluti dedicare alcuni mesi di viaggio che ci stanno arricchendo molto sotto diversi punti di vista.

Da quanto siete in viaggio e per quanto ancora?
Siamo partiti da Halifax in Canada il 26 agosto 2019. Avevamo in programma di compiere tutta la Panamericana, dall’Alaska all’Argentina, in poco più di un anno, ma i nostri piani sono cambiati da quando, tre mesi fa, ci siamo dovuti fermare a causa dell’emergenza sanitaria. Speriamo di poter arrivare in Patagonia a Marzo 2021, ma l’incertezza è molta e non siamo sicuri che tutti i paesi riapriranno presto i confini.


Quali paesi avete in programma di esplorare e quale quello che vi ha lasciato il ricordo più bello?
Il nostro obiettivo è visitare la maggior parte dei Paesi lungo la Panamericana e finora siamo stati in Canada, Alaska, la parte ovest degli Stati Uniti e Messico. Ogni Paese, per ragioni diverse, ci rimane nel cuore. A causa della pandemia siamo fermi da quasi tre mesi a Las Coloradas, un villaggio di pescatori in Yucatán, dove la gente ci ha accolto fin dall’inizio in maniera incredibile coccolandoci e facendoci sentire a casa. Quasi ogni giorno qualcuno viene a portarci del cibo tipico da farci provare e a parlare con noi, per conoscere quello che non sanno e per raccontarci la loro vita. Il loro affetto ce lo ricorderemo per sempre e ci piacerebbe tornare a trovarli tra qualche anno, magari con un membro in più della famiglia.

Deserto, spiaggia o montagna: dove avete passato la migliore notte e il miglior risveglio?
Questa domanda è difficilissima. Il van ti permette di dormire in posti incredibili e i risvegli sono sempre indimenticabili. Una notte molto emozionante è stata ad Ottobre in Yukon, Canada, quando dopo giorni di appostamenti siamo finalmente riusciti a vedere l’Aurora boreale o in Utah dove ci svegliavamo circondati da rocce colorate.

Altre notti magnifiche le abbiamo trascorse in Baja California, in spiagge paradisiache e spesso deserte: amiamo dormire e svegliarci coccolati dal rumore delle onde.

Cosa avete imparato durante il viaggio nel confronto con le popolazioni locali?
Siamo in Messico da quasi sei mesi e questo popolo ci sta insegnando tantissimo. In ogni parte del Paese abbiamo avuto la fortuna di poter passare del tempo con i locali, che spesso ci hanno anche invitato nelle loro case. Ci ha colpito la loro voglia di aiutare il prossimo e condividere quello che hanno. È anche bello vedere come siano orgogliosi del loro paese e della loro cultura.
Essendo fermi da tre mesi in un villaggio di mille persone abbiamo anche il privilegio di osservare quotidianamente la solidarietà e l’unione che lega questa comunità. Vivono felici con quello che hanno e, quando qualcuno è in difficoltà, viene aiutato dal resto del villaggio.

Cosa fate per finanziarvi il viaggio?
Ci stiamo finanziando interamente con i soldi risparmiati dopo alcuni anni di lavoro. Non abbiamo una casa o una macchina in Italia e questo ovviamente ci ha aiutato a risparmiare. Siamo felici con poco e il nostro stile di vita è molto semplice e minimalista. Viaggiare con il van costa molto poco, circa 15 € al giorno. Il viaggio ha poi una durata ben definita perché il nostro futuro sarà in Italia.

Quali sono le tre cose del van da cui non vi separereste mai?
Il van è piccolo e ben studiato e ogni cosa che abbiamo è essenziale. Tra le cose più importanti c’è sicuramente la storica moka Giannini, regalataci dalla mamma di Carlo, che ci fa iniziare ogni giornata alla grande e che ci ha permesso di offrire tanti caffè alle persone che incontriamo lungo la strada. Pulizia e ordine sono poi fondamentali, vivendo in un ambiente così piccolo, ma la cosa che amiamo di più è il nostro comodissimo letto, nostra finestra sul mondo.
Come si conduce una vita sostenibile e rispettosa dell’ambiente in van? Quali le piccole accortezze quotidiane?
Nel nostro van abbiamo l’acqua potabile con i litri contati (circa 100) e l’utilizzo dell’acqua in maniera parsimoniosa fa ancora di più parte della nostra quotidianità. Dove è consentito scarichiamo le acque grigie o nere per non inquinare l’ambiente e cerchiamo di evitare confezioni in plastica prediligendo prodotti sfusi che compriamo da produttori locali. Quando ci fermiamo per la notte ci teniamo a rendere la mattina il posto un po’ migliore di come lo abbiamo trovato, spesso raccogliendo la plastica che vediamo per terra, oltre a non lasciare alcun segno del nostro passaggio.

Che impatto sta avendo la vita di van sulla vostra relazione di coppia?
Questo viaggio ci ha fatto unire ancora di più. A Milano avevamo una vita frenetica e poco tempo per riflettere su di noi e sul nostro futuro, mentre ora ci sembra tutto più chiaro. Litighiamo spesso, ma facciamo pace molto più velocemente. Inoltre siamo diventati ancora di più una squadra, ognuno ha il suo ruolo e i suoi compiti e siamo felici e consapevoli della vita che vogliamo.

Quali sono i consigli che vi sentite di dare a chi vuole seguire la vostra scelta?
Deve essere una scelta consapevole. È un viaggio imprevedibile e bisogna essere sempre pronti a risolvere molti problemi; ci si deve adattare, ma si verrà ricompensati da avventure memorabili e da un sentimento di libertà impagabile. Se una vita del genere è fortemente voluta, sicuramente sarà più facile e divertente da realizzare.
Come vi possiamo seguire nel viaggio?
Condividiamo molte foto sul nostro profilo Instagram “the.nirvan” e raccontiamo la nostra esperienza sul nostro canale YouTube “the nirvan”.
