Letture d’estate

10 libri da leggere ad agosto 2023

Leggere in spiaggia, sul divano, in una pineta. Leggere in cucina, nell’unico vagone fresco della metropolitana, leggere in coda al casello, leggere senza preoccuparsi di cosa c’è intorno. D’estate il tempo si fa sincopato e tutto rallenta. Il caldo inospitale induce alla pennica postprandiale, mentre fuori i contorni scompaiono, tremolanti a mo’ di fiamma di candela e tutto si tinge di giallo, in una rievocazione che ricorda Camus ne L’Étranger.

In questa calda estate 2023 torna dunque puntuale e certosina la voglia di evadere, riflettere, farsi carico di storie e interrogativi. Per chi volesse, ecco 10 libri da leggere non proprio leggeri per affrontare il caldo e, pagina dopo pagina, dimenticarsene. 

Pierre Adrian – I giorni del mare, Atlantide 

Quando si torna a casa, la prima cosa che si svela è la geografia dei luoghi. Più ci si avvicina alla destinazione finale, più i contorni sembrano farsi nitidi ed è proprio quel progressivo avvicinamento a fare dei luoghi della memoria ciò che chiamiamo casa. Piano piano riaffiorano alla mente dettagli, sale lento quell’odore sommerso di ricordo su cui Proust ha costruito uno stile, misto a suoni familiari e rievocazioni. I sensi sono tutti in egual misura stimolati e uno è solo il veicolo dell’altro, quello che per primo ha il compito, volta dopo volta, di attivare una data scena. Succede più o meno lo stesso al protagonista di questo piccolo romanzo di Atlantide, una casa editrice che guarda spesso alla Francia e alla letteratura lenta che procede per immagini. Un giovane uomo torna ad agosto nella casa di famiglia in Bretagna. Ed è subito ricordo, rievocazione, rimpianto, conquista. Montale in una lirica non sembra amare particolarmente l’immobilismo ciondolante dei ‘primi di luglio’, Adrian invece in questo libretto prezioso scrive un peana di quell’ora a cavallo tra il pranzo e il ritorno al mare, che al sud si chiama controra. La sintesi dell’estate a casa. 

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Édouard Louis – Metodo per diventare un altro, La nave di Teseo 

Leggere questo romanzo è un pugno nello stomaco. Pulito, disincantato, oltremodo cinico, il giovane autore francese si mette nuovamente a nudo e dopo Farla finita con Eddy Bellegueule, torna alla carica con un testo crudo. Dall’infanzia all’adolescenza fino all’ingresso all’École des hautes études di Parigi, Édouard Louis ci mostra la fame, la rabbia e il desiderio di rivalsa degli emarginati, degli ultimi, dei diseredati sociali, ovvero di molti di quei giovani francesi che si sono ripresi le strade dopo la morte di Nahel a Nanterre. Solo che Eddy è francese d’origine, nato da francesi del Nord, cresciuto in un piccolo paesino anonimo e industriale non lontano da Amiens. Gradualmente Eddy cambierà tutto di sé. Perché la povertà e la miseria sociale e culturale sono il primo viatico per desiderare un’altra vita. E Louis se la prende con tutti i mezzi necessari, fino a cambiare per sempre. Connotati inclusi. 

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Julien Green – Parigi, Adelphi 

Parigi evoca già a pronunciarne il nome fascino, romanticismo e tutto quanto lasci il segno. Cosa si cela dietro i sentimenti positivi che infonde nei turisti? È possibile scoprire un’altra Parigi, più autentica e meno patinata? Per rispondere a questi interrogativi ci pensa Julien Green, appassionato amante della città, in bilico tra due identità culturali, che in una mini guida Adelphi, ci porta alla scoperta di un’inedita ville Lumière. Ma avverte: per scoprire le bellezze di un luogo occorre tempo per perdersi. Richiamando quella flânerie benjaminiana, Julien Green promette peregrinazioni senza fine e sguardi rinnovati su una delle città più amate, vituperate e visitate del mondo. 

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Joyce Carol Oates – L’altra te, La nave di Teseo 

Una volta un’amica ha detto: per ogni vita che scegli ce n’è una a cui rinunci. Quando la scelta si fa possibilità e creazione, ma al contempo rinuncia, cosa succede? E se invece di proseguire ci fossimo fermati, avessimo scelto la pillola rossa o blu, avessimo scritto davvero quella lettera? Joyce Carol Oates si interroga in 15 racconti sulle sliding doors e tutto quello che ne potrebbe derivare. C’è un altro concetto che qui si potrebbe richiamare: è il Treppenwitz o l’esprit de l’escalier, ovvero quella risposta sagace che avremmo voluto usare per rispondere a quella persona, ma ormai è troppo tardi e noi abbiamo già sceso le scale. Ecco, le sliding doors sono il preludio dell’esprit de l’escalier, quel continuo rimuginare tipico dell’uomo che mai parco, cerca sempre una felicità inarrivabile, una rivalsa insperata, un nuovo epilogo. Da leggere per pacificarsi con le proprie scelte o rimetterle in discussione. 

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Emmanuel Carrère – V13, Adelphi 

Aula bunker, Parigi. Per un anno lo scrittore francese Emmanuel Carrère si reca di buon’ora in tribunale e, scomodamente seduto, condivide le sue giornate con vittime, testimoni, giornalisti e pubblici ministeri. Nel mentre raccoglie l’orrore della rievocazione, interrogandosi sul perdono, la legge, la pena, le cause. In aula si discute dell’attentato che più di tutti ha scosso la Francia, la sera del 13 novembre 2015 al Bataclan di Parigi. Riduttivo dire Bataclan, perché – come i superstiti ricordano – tutta Parigi quella sera fu scossa nella sua interezza: lo Stade de France, le Petit Cambodge, il Bataclan. Ma anche i semafori, gli incroci, le strade raccontano di disperati tentativi di fuga, raccolgono l’orrore di chi resta, lo sguardo di chi già è andato via. Una cronaca puntuale, dolorosa e quanto mai necessaria.  

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Ada d’Adamo – Come d’aria, Elliot 

Una madre malata, una figlia disabile e il loro inespugnabile rapporto. Il dolore sgorga fin dalle prime righe, in questo romanzo vincitore del 77esimo Premio Strega. Ada d’Adamo, che dai suoi studi sulla danza ha tratto quella delicatezza delle movenze – e della scrittura – tipica di chi ne sa scandire il ritmo, in Come d’aria ci racconta una storia d’amore e rabbia. Con estrema delicatezza tratteggia la sua progressiva discesa agli inferi, la disabilità della figlia, quella sensazione che le cose le stiano scappando via. Con estrema delicatezza ci conduce nel dolore, scevra di qualsivoglia patetismo. Con estrema delicatezza scardina quell’imperativo positivo a cui sembra dobbiamo attenerci per affermarci, per essere visti, per esserci. Da leggere per due motivi: perché il dolore non va demonizzato. E perché non siamo Sangiuliano. 

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Jessica Mariana Masucci – Il fronte psichico, nottetempo 

Come stanno gli italiani? Di norma a questa domanda viene associata un’indagine ISTAT che per la maggior parte del tempo contempla tra le voci mutui, possibilità di acquisto e spese natalizie. Stavolta però a questa domanda cerca di rispondere Jessica Mariana Masucci con un’inchiesta puntuale ed esaustiva circa la salute mentale degli italiani. Inserito nella collana cronache della casa editrice nottetempo, Il fronte psichico si muove agilmente tra i più disparati ambiti della società. Dalle aziende farmaceutiche alle multinazionali, agli uffici più cool del momento, oggi parlare di salute mentale fa davvero figo. Superato il tabù proibizionista, la salute psichica degli italiani è diventato un tema alla moda cha fa gola a quanti a suon di corsi di mindfulness, psicofarmaci e retreat di yoga, cercano di monetizzare anche la nostra salute mentale. Un libro da leggere per avviare un dibattito che è solo all’inizio. 

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Byung Chul Han – Iperculturalità, nottetempo

Dire cultura oggi significa dire multicultura. La cultura, in un’epoca di velocità spasmodica, non sembra conoscere più limiti né freni. Qual è dunque il rischio per l’hic et nunc? E perché, quando parliamo di cultura, non possiamo più parlare di orizzonti univoci a senso unico? Al venir meno di confini può corrispondere un ampliamento effettivo di vedute e pensieri? Nel suo ultimo saggio, il filosofo coreano di base a Berlino Byung Chul Han, analizza rischi e limiti di un universo culturale iperconnesso e stratificato, che rischia di venir meno a quello che è uno dei propositi storici della cultura fin dai tempi dei pensatori romani: fermarsi, ragionare, andare oltre. Un libro per riflettere, un libro per mettere dei paletti. 

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Fausta Cialente – Il vento sulla sabbia, nottetempo 

La giovane Lisa, senza più famiglia, si trasferisce in Africa in una casa che è “un ‘covo’ di antifascismo per gli intellettuali di tutte le nazionalità”. Quando cambierà nuovamente dimora per trasferirsi in una villa ‘senza problemi’ (Sans Souci), Lisa farà esperienza di misteri e personaggi enigmatici come la pittrice Lottie. Continua il lavoro di nottetempo per far tornare alla ribalta le scrittrici dimenticate della letteratura italiana. Dopo Un inverno freddissimo, Cialente ci regala un altro piccolo gioiello letterario, popolato di borghesi europei nell’Africa del colonialismo, all’alba della Seconda Guerra Mondiale. Una lettura charnière, cerniera, che narra la storia e il mutare del destino. Joyce Carol Oates scriveva che gli uomini vivono una vita dominata dal caos e lo chiamano destino. Come in questo libro. 

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AA.VV. – Napolis. Quarantadue poeti cantano la città di Partenope, Marlin 

Franco Arminio, Emilio Isgrò, Beppe Lanzetta e così via fino a non vedere più l’orizzonte… Sono quarantadue i poeti chiamati a narrare in un’odissea tutta campana la città di Napoli nella sua realtà multiforme. Dalla porosità del tufo celebrato anche da Walter Benjamin alle periferie mai come oggi così in auge, Partenope si pasce delle liriche a lei dedicate e sta lì, immobile e statuaria come una grande madre.  

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