Ustica

in gita con la bici elettrica

Perché questa è l’isola siciliana di cui si parla di meno? Nominata solo in correlazione al triste e ancora fumoso disastro aereo, Ustica è un paradiso naturalistico, un’oasi di pace per chi desidera circondarsi di bellezza e tranquillità che non ha nulla da invidiare alla cugine Eolie e Egadi.

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Arriviamo con l’aliscafo della Liberty Lines, da Palermo che puntualissimo impiega un’ora e mezza a raggiungere l’isola questo le permette di essere una meta ideale anche da visitare in giornata.

Arrivati al porto scegliamo il mezzo migliore e più rispettoso per scoprire l’isola noleggiando le biciclette elettriche (sbarcando sulla destra del porto ci sono una serie di “casottini” in legno il costo è di circa 25/30 euro al giorno) utilissime per affrontare le frequenti salite che contraddistinguono il territorio.

Dall’uscita del paesino, in stile marinaro dove tutto è estremamente curato, si susseguono una collezione di villette che avreste voglia di fotografare tutte per i giardini incantevoli fatti di cactus, fichi d’india, bougainvillea e specie grasse di molteplici varietà e l’architettura sinuosa, bianca o color terra, perfettamente integrata con l’ambiente circostante ma soprattutto come me immaginerete l’ora del risveglio mentre vi perdete in quell’orizzonte perfetto tra cielo e mare.

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La parte nord, zona Tramontana, ti accoglie con tutta la sua bellezza selvaggia con la costa frastagliata, alta e rocciosa ma se osservi bene tra il villaggio preistorico e i faraglioni ci sono delle scalette mimetizzate che permettono un bagno ristoratore prima di continuare il giro.

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Il lato ovest si articola tra calette di roccia lavica e spiaggette nere, da quì il suo nominativo “la perla nera” infatti anche Ustica ha la stessa origine vulcanica delle cugine Eolie, come Cala Sidoti e Caletta Santoro/Acquario che rappresentano il paradiso di quei limitati visitatori che scelgono di godere le bellezze dell’isola da terra.

Se invece preferite un’idea di lido con bar e lettini segnaliamo il Faro Solarium, sebbene noi preferiamo di gran lunga l’avventura e superato il Faro si trova un varco per accedere a Piscina Naturale di nome e di fatto, le sue vasche marine spontanee hanno acque così trasparenti da farti dimenticare ogni sudata.

Per mangiare non c’è molta scelta e ci si può fermare a mangiare un panino al food truck del lido Faro Solarium oppure al ristorantino alle sue spalle, La Rosa d’Eventi, grazioso e accogliente con la sua terrazza tra fiori di aglio e pale di fico d’india in cui gustare una insalata o una pasta con pesto all’usticese (basilico, mandorle, pomodoro, aglio e acciughe) o ovviamente primi o secondi di pesce freschissimo.

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L’altrà metà dell’isola è una piacevole pedalata con il vento tra i capelli tra ville, campi di fave e lenticchie, piccole alture dalle quali si scorge il blu intenso del mare e una brezza piacevole, Ustica è la vacanza nella vacanza!

Il paesino è molto caratteristico, curato e pulito, a prova di foto con case in pietra ornate da collezioni di piante e tende a righe svolazzanti, si capisce subito che gli abitanti (e i frequentatori) hanno scelto la discrezione e tranquillità di un luogo che sanno di essere speciale ma senza volerlo diffondere troppo.

Vi consigliamo questa gita se amate la natura, se per voi il vero lusso è la libertà di scegliere la vostra roccia e godere del suono delle onde che si infrangono o se amate addentrarvi nei sentieri dedicati al trekking, inoltre per i fedeli sostenitori del rispetto per il pianeta, come noi, proprio qui nel 1986 è nata la prima Area Marina Protetta d’Italia quando ancora le istanze ambientaliste nel mondo non erano che agli albori. Probabilmente proprio per questo i centri per immersioni dell’isola sono tra i più noti della penisola.

E se ci siamo innamorati scoprendo Ustica dall’interno credo proprio che non ci saranno dubbi quando ci torneremo per esplorarla via mare!

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Foto di Marco Greco