VILLA PANZA

Esperienza sensoriale e artistica in Lombardia

Esiste sempre un buon motivo per visitare questa meravigliosa villa del ‘700, bene del patrimonio FAI, situata sul colle sopra Varese che unisce storia, architettura e arte contemporanea.

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La realizzazione della proprietà risale alla seconda metà del XVIII secolo per volere del marchese Paolo Antonio Menafoglio su una preesistente abitazione nobiliare che godeva di un’eccellente vista sulla città di Varese dal colle di Biumo. Sin dalla sua nascita è stata concepita come una villa di delizia, ossia quella che oggi spesso definiamo “la seconda casa”, un luogo dove organizzare ricevimenti, piccole fughe dalla città ed eventi. Si tratta di una grande struttura a tre piani, con lo schema a U, tipico della dimora barocca, aperto verso un ampio giardino all’italiana quasi sospeso sopra la città di Varese che privilegia l’atmosfera d’intimità e isolamento solito in questo genere di progetti architettonici.

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Dopo la morte del marchese, la Villa passa da proprietari altisonanti ed eredi che coinvolgono architetti illustri come Luigi Canonica e Piero Portaluppi ai quali vengono affidati lavori di ampliamento e restauro. Ma tra tutti i proprietari ce n’è uno che ne farà la storia: il conte Giuseppe Panza che prova un amore magnetico per questo luogo e decide di realizzare un progetto unico installando nella Villa la propria collezione d’arte contemporanea.

Oltre 150 opere di artisti americani del XX secolo ispirate ai temi della luce e del colore convivono in armonia con gli ambienti dagli antichi fasti, gli arredi rinascimentali e le preziose raccolte di arte africana e precolombiana. Un percorso sensoriale che si muove tra saloni specchiati e le opere d’arte ambientale di Dan Flavin, di cui la collezione vanta la più grande concentrazione di opere perennemente esposte,  James Turrell e Robert Irwin.

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E’ il 1996 quando Giuseppe Panza dona al FAI – Fondo Ambiente Italiano Villa e Collezione d’arte che dopo un lungo restauro nel 2000 vengono aperte finalmente al pubblico.

Aggirarsi in questo luogo è come inoltrarsi in un labirinto fisico e mentale, straniante e poliedrico, a tratti inquietante e giocoso al tempo stesso, nulla è come sembra e l’illusione è dietro l’angolo, se più volte tornerete scoprirete aspetti o dettagli che avete perso durante la prima visita restando ogni volta sorpresi e incuriositi.

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Dall’apertura sono susseguite una serie di attività ed esposizioni temporanee di respiro internazionale, come quella indimenticabile di Robert Wilson, che hanno reso ancora più celebre la Villa facendola divenire un punto di riferimento per appassionati, e non, che possono trascorrere una giornata immersi nell’arte e all’aria aperta nell’immenso giardino in cui si distribuiscono opere uniche di Land Art e per completare la giornata fermarsi al ristorante della Villa, “Luce”.

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Foto di Marco Greco